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Ricorrenza del: 20/11/2012
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STROPPA: UN ADDIO SENZA VELENI
Il viaggio di ritorno da Siena gli deve essere sembrato infinito. Tra lunghi silenzi e qualche battuta con i collaboratori più stretti, Giovanni Stroppa ha ripassato il film della sua breve avventura pescarese. Piccoli episodi, attese, delusioni, qualche aneddoto. Poche cose sull’ultima partita, quella di Siena, alla fine mero pretesto per una svolta inevitabile. Dagli applausi della presentazione estiva alle urla del manipolo di contestatori delle scorsa settimana, dalla entusiastica curiosità dei primi giorni ai malcelati dubbi delle prime esibizioni, all’ombra invadente, incombemte di Zeman, riapparsa negli ultimi giorni addirittura sotto forma di erede designato per la prossima stagione. E magari anche così si spiega la sua assenza in qualche recente tavolata.
Chi ci ha parlato nelle ultime ore lo descrive provato ma non teso, anzi quasi sollevato. Ieri è stato con la famiglia. Nei prossimi giorni deciderà se restare in città per far finire la scuola ai ragazzi o tornare subito a casa. A qualche amico ha confermato che era l’unica soluzione, anche nell’interesse del Pescara. Ormai la situazione era logora, la sua posizione delegittimata da equivoci, incompresioni e qualche ingenuità. Errori, certo errori. Anche qualcuno di troppo, col senno di poi. Ma niente che non rifarebbe, perché ci sta per un allenatore semiesordiente di accettare una serie A senza porre condizioni rigide su mercato e gestione di spogliatoio. Ci sarebbe stato magari da sottolineare che avrebbe aiutato non un atteggiamento più severo della società ai primi segnali di scollamento dello spogliatoio. Ma sottolinearlo ora che senso avrebbe? No, meglio prendersi responsabilità proprie e qualcuna altrui e lasciare la scena a testa alta. In fondo che era una scommessa difficile si sapeva. Averla persa così dispiace, molto. Ma a 44 anni la carriera di un allenatore è agli inizi. Ci si può permettere anche il lusso di poche per quanto inusuali parole: «Presidente, mi dimetto. In bocca al lupo a lei, i ragazzi e i tifosi»
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