Iniziata una nuova era con Cristiano Bergodi al quale sono d’obbligo gli in bocca al lupo più sinceri, torniamo per l’ultima volta a parlare dell’ex tecnico Giovanni Stroppa che, come riferito dalla società, ha rassegnato le dimissioni negli spogliatoi di Siena.
Infatti non c’è stato nemmeno un addio, nemmeno una parola, nemmeno uno sfogo che chiudesse la sua esperienza a Pescara, pertanto dobbiamo prendere per buone le parole della società che ha parlato di dimissioni e non di esonero: gesto che merita apprezzamento visto che economicamente sono due cose molto diverse (con le dimissioni infatti non si percepisce più lo stipendio a differenza dell’esonero).
Dando per buone le dimissioni quindi, l’ex tecnico dopo questo gesto è stato da più parti quasi “santificato”, ritenuto quasi una vittima sacrificale di questo “terribile” ambiente pescarese, nonostante le lacune della giovane squadra fatta di molti stranieri. E tutto questo lasciando la squadra ancora salva con 11 punti. Vista in questo modo, cioè come la stragrande maggioranza della stampa, specie nazionale, viene proprio da pensare a Stroppa come vittima sacrificale.
Ma questo non è il nostro pensiero.
Dal nostro punto di vista l’esperienza di Stroppa come allenatore del Pescara è stata invece disastrosa.
Premesso che non sono solo sue le colpe, ma di chi gli ha affidato un organico che presenta notevoli lacune, sicuramente si poteva fare molto di più degli 11 punti, specie per il calendario avuto.
Facile dare le dimissioni dopo Siena adducendo la scusa che la squadra non lo seguiva più alla vigilia di un ciclo terribile di partite che aspetta il nuovo tecnico. E’ si, perché gli 11 punti racimolati (e non torniamo su come sono stati fatti avendo già scritto a sufficienza) sono pochi per il calendario avuto dai biancazzurri, basti pensare che le prossime gare sono in sequenza: Roma, Napoli, Genoa, Milan, Catania e Fiorentina, per poi iniziare il girone di ritorno a San Siro con l’Inter.
A pensar male, sembra che abbia voluto aspettare Siena per giocarsi l’ultima chance per fare punti, lasciando al successore una squadra senza identità, senza gioco, senza carattere e con un calendario difficilissimo.
In quattro mesi di lavoro non abbiamo visto praticamente nulla di calcio, non uno schema, un movimento senza palla, una squadra che ha faticato terribilmente a far gioco sin dal precampionato (vedi Teramo e Coppa Italia col Carpi giusto per citarne due), formazioni e moduli cambiati settimanalmente, giocatori fuori ruolo (addirittura Balzano attaccante!), attacco sterile e difesa colabrodo.
In tutto ciò, abbiamo assistito a conferenze stampa che erano peggiori delle prestazioni in campo: mai un’ammissione di colpa (nemmeno dopo la più brutta gara degli ultimi 30 anni giocata a Torino), ma sempre uno scaricare le colpe su altri, in primis ambiente e calciatori.
Come non ricordare ad esempio sin da Rivisondoli il “circense” Celik, i rimproveri agli attaccanti dopo la Lazio, l’epurazione per un po’ di gare di Cascione e Balzano; ed ancora i rimproveri alla tifoseria post Lazio “colpevole” di aver caricato troppo l’ambiente con l’entusiasmo, o al contrario della troppa pressione per la contestazione verbale durante l’allenamento (che in realtà è stato un pacifico incontro dove si è solo chiesto alla squadra maggiore impegno).
Se davvero aveva a cuore le sorti del delfino, avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni molto prima, invece per come sono andate le cose, anche complice il suo addio silenzioso, sembra proprio un addio studiato a tavolino per uscire “pulito” lui e rendere difficile il lavoro al successore.
Pertanto il suo addio lo vediamo come un liberazione, tardiva, ma comunque un liberazione.
Naturalmente tutto questo riguarda esclusivamente l’aspetto tecnico, niente da dire invece per quanto riguarda l’aspetto umano di Stroppa al quale auguriamo ogni bene, ma da allenatore sicuramente non lo ricorderemo per il suo “gioco”.
Magari tra qualche anno diventerà il nuovo Guardiola, ma dovendolo giudicare per quanto visto in questi 4 mesi, certamente non lo rimpiangeremo.
Addio Giovannino.
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Inserita il: 22/11/2012
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