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La Serie B 2014/2015 si prepara ala partenza a 21 squadre.
Un salto indietro di ben 46 anni; l’ultimo campionato cadetto con questo numero di squadre risale alla stagione 1967-68. La differenza rispetto a quanto accaduto questa estate è però evidente: allora fu una scelta ben precisa, per permettere la riduzione della Serie A da 18 a 16 squadre a partire proprio da quella stagione. Dalla stagione successiva (1968-69) la Serie B tornò al suo format di 20 squadre e così rimase fino al 2003, quando in seguito a uno dei più gravi pasticci del nostro calcio (il caso Catania) si ripescarono tutte le squadre retrocesse allargando la B a 24 squadre per il 2003-04. Quindi dalla stagione successiva fino all’anno scorso, il campionato cadetto ha sempre avuto 22 squadre. Il fallimento del “solo” Siena di quest’anno ha scombussolato le carte dei vertici del calcio. Questo perchè, la situazione faceva presagire il fallimento anche di altre squadre (Varese, Brescia, Bologna); se fossero fallite due o più squadre si sarebbe andati sicuramente a una B a 20 squadre, con eventuali ripescaggi. Da tempo infatti tutte le componenti del calcio vogliono ridurre il numero delle squadre sia in B che in A, e il fallimento di almeno due squadre avrebbe permesso di ottenere questo risultato senza alcuna riforma strutturale. Si è invece verificata l’ipotesi peggiore: è fallita una sola squadra, e poichè il presidente della Lega di B, Abodi, aveva dichiarato che i ripescaggi ci sarebbero stati solo con il fallimento di almeno 2 squadre, ecco la B con un numero dispari di squadre e relativo turno di riposo, tuttavia con lo stesso numero di giornate, 42. La B a 21 però non piace proprio a nessuno. A partire dai protagonisti principali, le squadre. Ecco per esempio le dichiarazioni di Enzo De Vito, ds dell’Avellino: “Credo sarebbe meglio rimanere a 22 squadre, anche se bisogna capire cosa questo campionato vuole fare da grande. Il problema è a monte, le regole vanno rispettate dall’inizio e non alla fine. Anche in Europa non sarebbe una bella figura visto che sarebbe l’unico campionato a 21 squadre. Da avvocato posso dire che se ci sono delle regole bisogna rispettarle. Già dall’anno scorso il Siena non si sarebbe dovuto iscrivere, non si possono lasciar partecipare squadre che magari falliranno. Servono regole rigide”. Per gli allenatori si possono riportare le parole di Tesser della Ternana: ” Per quanto riguarda il campionato io mi considero un tradizionalista, preferisco a 22 squadre, è assurdo non fare un campionato con un numero pari di club”. Ancora più duro il presidente della Lega Pro, Mario Macalli: “Ci vogliono regole rigide, che il Siena non si sarebbe iscritto lo sapevamo da tempo. Ma devono spiegarmi Brescia e Varese, che, apprendo sui giornali, hanno milioni di debiti, perché si sono iscritte. Non esiste fare un campionato con una squadra che riposa. Inutile parlare di assemblee e consigli federali quando l’unica cosa da tutelare è lo svolgimento del campionato e l’interesse del tifoso. Lo dico da anni: ci vogliono regole rigide, noi siamo arrivati a sessanta squadre con programmazione e senza improvvisarci. Dico da tempo che ci vuole una regulation, se ci sediamo al tavolo in un’ora troviamo le giuste soluzioni. La seconda serie del campionato italiano non può avere un calendario monco e una squadra in meno. O venti o ventidue. Le vie di mezzo non vanno bene. Dove sono tutti quelli che ora sono preoccupati e quando io chiedevo le norme non c’erano? Ripeto ci vorrebbe un’ora di tempo, non una settimana, per sistemare le cose”.
Insomma, un vero e proprio pasticcio all’italiana, che è riuscito a scontentare tutti..
Pubblicato da Pietro Freda su avellino-calcio.it
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Inserita il: 21/07/2014
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