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Continua la discesa del Pescara targato sebastiani che nemmeno in serie C riesce a essere protagonista e il campionato ci sta sbattendo in faccia la dura realtà del campo, al netto di ciò che ci viene raccontato dalla stampa locale.
La gara col Modena è stata una mazzata pesantissima perché ha tolto i dubbi sulla presunta forza di questo organico (vero reggimicrofono?) che come al solto è stato assemblato alla sebastiani maniera. Siamo già a -8 dalla capolista Reggiana. Niente alibi di arbitri, infortuni, etc, la gara di ieri ha dimostrato che la squadra sta peggiorando di partita in partita, c’è gran confusione in campo, c’è una difesa da brividi che fa errori che nemmeno sui campi amatoriali si vedono; il centrocampo è costantemente in inferiorità numerica dove spicca lo spompatissimo capitan Memushaj che il presidente ha imposto a capitano invece di allontanarlo come fatto con i responsabili delle due pessime annate scorse. In attacco sono in tantissimi, ma non valgono per uno buono, ma si sa, le logiche di mercato da dieci anni a questa parte non seguono l’aspetto tecnico. Finora gli unici a salvarsi sono il portiere Di Gennaro, l’attaccante Ferrari e il baby Pompetti che già da anni è stato venduto praticamente in fasce (e purtroppo non è stato lunico).
Anche quest’anno si è scelto un allenatore con un credo calcistico preciso (343), ma gli viene dato un organico con carenze strutturali al riguardo; inoltre in rosa figurano calciatori come Galano e Valdifiori che pesano solo sugli ingaggi e sul numero di tesserati in rosa, essendo di fatto fuori dal progetto tecnico. E dobbiamo ancora arrivare al mitico mercato di gennaio dove la squadra ne esce costantemente indebolita…
Se nelle prime partite si era visto qualcosa di buono, col passare del tempo, probabilmente anche perché gli avversari ci studiano, la squadra ha perso le poche certezze che aveva ed è culminata con la prestazione di ieri dove ormai facciamo fatica anche ad andare al tiro in porta, mentre ad ogni azione che subiamo rischiamo di prendere gol.
Lo stesso mister che ora è nell’occhio del ciclone, pare in confusione visto che non è riuscito a scegliere un undici titolare, la difesa continua a prendere due gol a partita e sembra non esserci verso di fermare questo trend, a prescindere dall’avversario che si affronta. Continuare così significa suicidarsi.
Certo, il primo pensiero sarebbe quello di cambiare la guida tecnica, ma se dopo dieci anni con una media di due allenatori a stagione, i risultati sono questi, non sarebbe il caso che anche chi è rimasto ancora col prosciutto davanti agli occhi capisca che il problema è altrove?
IL PESCE PUZZA DALLA TESTA, un proverbio che calza a pennello nella nostra situazione.
La speranza chiaramente è quella che ci stiamo sbagliando e che sin da sabato la squadra reagisca e vinca a Siena per iniziare un filotto di vittorie, ma da chi prende due gol a partita e non ha mai vinto con più di due gol di scarto, sembra utopistico, ma da tifosi ci speriamo. Ormai ci è rimasto solo quello, la speranza.
Ma il destino del calcio pescarese ormai in declino costante, fin quando non ci sarà un cambio di proprietà, appare maledettamente segnato: da campionati umilianti in serie A, siamo passati a modesti campionati di serie B prima di retrocedere due volte consecutivamente. Adesso ci apprestiamo a vivacchiare in terza serie e magari a fine anno ci sarà rivenduta la solita realtà distorta, ovvero che magari dovremmo essere soddisfatti di aver disputato i play off… di serie C.
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Inserita il: 20/10/2021
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