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Ricorrenza del: 08/05/1918

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NASCE A PESCARA TANINO LA PORTA PILASTRO DELLO SPORT BIANCAZZURRO

 

Per descrivere la grandezza dei fratelli La Porta e in particolare di Tanino riportiamo uno splendido articolo con intervista scritto da Cindy Virgili poco prima della scomparsa del protagonista biancazzurro.
Tanino e il fratello minore Ennio furono calciatori del Primo Pescara e protagonisti della mitica Strapaesana oltre che illustri personaggi cittadini attorno a cui ruotava il mondo culturale e mondano rivierasco.
Sono stati per decenni i punti di riferimento di qualsiasi storico che volesse ricostruire con fonti dirette le prime vicende calcistiche abruzzesi e pescaresi. A Tanino recentemente scomparso sopravvive Ennio che continua a rappresentare una delle poche lucide fonti della nostra storia.

Le memorie dell'ex mediano che andava a passeggio con la Pampanini e giocava con il principe Bira e Flaiano «Quell'estate insieme a Paul Newman» La Porta, ex gloria del Pescara, svela i segreti della sua giovinezza Cindy Virgili PESCARA. Prendeva il cappuccino con Paul Newman a Ravello. Giocava a "sdazzola" con Ennio Flaiano. Andava a cena con Silvana Pampanini e si tuffava in acqua con il principe Bira, campione della Coppa Acerbo. Erano le estati del "comandante". Tanino La Porta, 82 anni, mito e leggenda del calcio pescarese degli anni Trenta e della Strapaesana, le ricorda «molto divertenti e senza il rumore dei juke box» quelle estati allo stabilimento Asteria, sulle rive di un Adriatico dall'acqua cristallina. «Aspettavamo la domenica con ansia», ricorda Tanino, «per fare interminabili pranzi che duravano fino a sera». Tra i frequentatori della spiaggia c'erano le famiglie Bucco, Calvani, D'Annunzio, D'Anchino, Mezzanotte, Tommolino, Scassa, Panzoni, Flaiano e Cascella. «A mezzogiorno le donne arrivavano con grandi cesti di vimini stracolmi di gnocchi, bucatini e ravioli mentre dall'Aurum giungeva l'odore del vermouth. Passavamo le giornate ad assaggiare delizie fino alle 18.30: l'ora del grande bagno. Gli amici mi buttavano in acqua e poi capovolgevamo i mosconi che diventavano trampolino per i tuffi. La sera organizzavamo "le cetronate", dopo che i cocomeri erano rimasti per ore nell'acqua fresca». Nato l'8 maggio 1918 da Michele La Porta e mamma Giuseppina, in un appartamento all'ultimo piano di palazzo Oliva, Tanino si commuove ricordando il padre (morto nel '75) «che ricette una lettera da Gabriele D'Annunzio che lo pregava di allenare il figlio Veniero per farlo diventare un campione di podismo». Poi la memoria va a Flaiano. «Il pomeriggio andavamo a giocare a "fubboll" in piazza XX Settembre oppure a "sdazzola", a carte, alla cavalletta, a jonco, a sassetto, a strommolo e sbattamuro...». La Porta rivela un segreto: «Tutti pensano che Flaiano sia nato dove oggi c'è una targa. In realtà la sua casa era in piazza Garibaldi. Alcune voci dicono addirittura che sia nato a Cappelle sul Tavo e portato a Pescara dai genitori nel 1944. Mi ricordo quando, in casa di Tommaso e Pietro Cascella, ci rivelò la sua decisione di andare a Roma. Da lì mi chiamò per dirmi: "Vieni al Caffè Rosati, ti faccio conoscere Fellini e Gassman. Faremo un film insieme". Non ci andai, e quando Ennio morì me ne pentii». La Porta pesca ancora nella memoria. «Durante il periodo della Coppa Acerbo», racconta, «costruivamo le automobili di latta con le ruote dei numeri della tombola». Era il 1936 ed era anche l'anno dei tuffi dalle palafitte di piazza Primo Maggio con il principe tailandese Bira. «Alloggiava all'Esplanade. Era ricchissimo». La Porta mostra poi una foto dove lui è in braccio a Tommì Masi. «Allora», dice, «ero la mascotte dell'Ursus». A 17 anni, dopo gli studi al collegio Aterno, entrava nella Puritas che prendeva il nome dal pastificio pescarese di Angelo Delfino. Nel '37 il salto nel Pescara come mediano destro. «Mi voleva la Sampdoria (allora Sampierdarena) ma la naja mi stroncò la carriera. Il 4 aprile 1939, subito dopo la partita Pescara-Foggia, giocata sul campo del Rampigna e vinta per 3-1, dovetti partire per la Sardegna nel secondo reggimento granatieri. Qualche anno dopo mi spedirono in Yugoslavia. Furono momenti terribili». I ricordi si perdono in venti album che Tanino custodisce gelosamente. Nel 1924 Tazio Nuvolari gli fece l'autografo alla pineta; nel '49 vinse la prima Coppa della Toscana; nel '54 andò a cena al Moderno sotto braccio alla Pampanini. A Pescara c'era la prima dell'Orient Express. Oggi il "comandante", padre di Angelo (architetto di Bulgari e Valentino) e Luciano, gusta i bucatini al sugo che gli prepara la moglie Liliana. Passa il tempo al bar Astoria con gli amici di una vita. Parla di Galeone («Mi ha detto che vuole ritirarsi a leggere e scrivere nell'isola delle tartarughe»). E cerca uno sponsor per il suo libro sullo sport. Anzi ha già in mente un altro libro. «Si chiamerà», annuncia, «A mme li vu di'?».


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