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Ricorrenza del: 09/05/2010

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IL PESCARA SFIORA LA B DIRETTA, BOCALON BEFFA TUTTI.

 

Il Pescara, il 9 maggio 2010 supera 3-2 in trasferta il Real Marcianise ma in virtù del successo esterno del Portogruaro a Verona non raggiunge l'obiettivo della promozione diretta. Tanta amarezza e rabbia per i biancazzurri, che fino all'ultimo hanno sperato in un buone notizie provenienti dal Bentegodi. A dire il vero per quasi 90 minuti, con il risultato di Verona inchiodato sullo 0-0, il Pescara ha accarezzato il sogno della serie B diretta prima della doccia fredda del vantaggio del Portogruaro al primo minuto di recupero.
Gli abruzzesi, eccezion fatta gli ultimi 5 minuti della contesa viziati dalle cattive notizie del Bentegodi, hanno interpretato al meglio la gara nonostante le assenze pesanti di Sansovini, Coletti, Bonanni, Verratti ed Inglese.
Vantaggio dei biancazzurri già al minuto 10 con Soddimo, bravissimo di prima ad indirizzare in rete un preciso suggerimento dalla destra di Ganci. Al 31esimo brividi per il Pescara con il pareggio di testa di Tedesco alla mezz'ora.
In avvio di ripresa al terzo il nuovo vantaggio degli ospiti con Ganci, che di testa insacca su cross col contagiri di Gessa. Alla mezz'ora il terzo gol del Pescara porta la firma di Zizzari, il più lesto in spaccata a siglare su corta respinta dell'estremo difensore campano.
Al 43esimo il gol di Galizia che ha fissato il punteggio sul 2-3 finale.
Al Progreditur di Marcianise è stata partita vera e combattuta, con i campani che hanno onorato l'impegno fino all'ultimo, dando lezione di lealtà e correttezza a tifoserie e società anche di massima serie.
Il Pescara si giocherà la promozione ai Play Off con Reggiana, Rimini e Verona.

IL PORTOGRUARO VINCE IL CAMPIONATO

La terribile matricola di Calori, per la prima volta nella sua storia, approda nel campionato cadetto. Una favola d'altri tempi per una realtà che fino fino a quattro anni fa ha dovuto affrontare, vincendo i play-out di C2 col Montichiari, lo spettro della retrocessione nei Dilettanti.
Al Portogruaro, forse l'unica squadra davvero costante lungo tutto l'arco del torneo, vanno fatti i complimenti per aver vinto tutto sommato meritatamente il campionato, dando dimostrazione che con entusiasmo ed organizzazione si possono raggiungere anche i traguardi più insperati.
Per il Pescara l'amarezza per la serie B diretta non raggiunta difficilmente verrà smaltita in pochi giorni, ma non è assolutamente il caso di aprire processi malgrado il pensiero corra ai tanti punti gettati alle ortiche durante l'era Cuccureddu. Non esonerare prima il tecnico sardo è stato forse l'unico vero grande errore dell'attuale dirigenza, con la squadra che per gioco e carattere ha fatto un salto di qualità notevole dall'avvento in panchina del giovane Eusebio Di Francesco.
L'augurio per il futuro è che la doccia fredda del 91esimo non abbia ripercussioni psicologiche sul gruppo questo perché, in ogni caso, i biancazzurri avranno il grande vantaggio di affrontare i play-off da seconda classificata. Un piazzamento che consente di ottenere la promozione avendo a disposizione 2 risultati su 3, giocando il ritorno di semifinale ed eventuale finale nella bolgia dello stadio Adriatico.
Per Pescara, Verona, Rimini e Reggiana inizierà ora un nuovo mini-campionato tra speranze, timori e certezze. La speranza è quella che il campo regali alla piazza pescarese la gioia di una promozione in serie B meritata in barba ai tanti, troppi misfatti arbitrali a danno proprio degli abruzzesi. I timori sono invece quelli del Verona, che dopo essere stato in testa tutto il campionato, ha fallito il match point decisivo al Bentegodi con il Portogruaro davanti ad oltre 25mila spettatori. La certezza infine è determinata dal fatto che il Pescara, sia tecnicamente sia caratterialmente, sembra maturo per puntare senza paura e senza rimpianti alla serie B.

«Abbiamo fatto il massimo»
Edmondo guarda avanti e chiama a raccolta il tifo biancazzurro
In una camera d’albergo incollato alla tv con il presidente De Cecco e l’amico Di Luzio, l’amministratore delegato Maurizio Edmondo ha accarezzato il sogno di andare in B, poi è stato assalito dall’incubo Portogruaro, che rispedito il Pescara ai play off. «Ma senza fare drammi - dice Edmondo - perché sapevamo che il nostro obiettivo principale all’ultima giornata era quello di vincere a Marcianise per assicurarci il secondo posto. Abbiamo fatto il massimo, per quelle che erano le nostre possibilità. A Verona doveva arrivare un pareggio, non è arrivato ma in fin dei conti era prevedibile. Certo, per come si stavano mettendo le cose, ci stavamo credendo ed è dura digerire un epilogo del genere». Adesso il compito di società, staff tecnico e giocatori è quello di reagire con positività al verdetto della regular season: «Su questo non credo ci siano problemi - conferma l’amministratore - perché il tecnico sa come lavorare per ridare serenità alla squadra. Ci aspettano quattro battaglie, ma anche bellissime partite, contro avversarie importanti, blasonate, che alla B ci credono tanto quanto noi». La società biancazzurra spera di giocarsi la promozione anche con il massimo sostegno dell’ambiente. Ma non solo: «Certo, il ritorno in casa dovrà essere un vantaggio - chiude Edmondo - . Nel calcio, però, non conta più così tanto il fattore ambientale. Dopo aver visto la gara del Verona, domenica scorsa, ne sono convinto ancora di più. La sicurezza di tutti è quella di avere una squadra in forma, forte, compatta e convinta. Le nostre avversarie, poi, saranno costrette a fare la partita per superare il vantaggio nella classifica finale di regular season. E questo dovrà agevolarci».

«Peccato non giocare già domenica
Abbiamo due risultati a disposizione
ma la mentalità non deve cambiare»
Poche ore si sonno alle spalle, ma il peggio ormai è passato. Eusebio Di Francesco ha elaborato il lutto riguardandosi attentamente in televisione l sfida della fatal Verona. Poi ha voltato pagina e ha iniziato con decisione la marcia di avvicinamento verso la semifinale contro la Reggiana. Il piano B è già ufficialmente in moto. «E’ stata una bella partita, che sarebbe finita 0-0 anche se avessero giocato per ore, senza quell’elemento di imponderabilità che è tipico del calcio. Pazienza...»
Stavolta però il tecnico ha voluto parlare subito alla squadra. Non ha voluto correre il rischio che certe ferite dell’anima cicatrizzassero. Ha affrontato subito la squadra, negli spogliatoi di Marcianise, cercando di toccare le corde giuste per ottenere una reazione immediata: «I giocatori erano molto provati, ma ho detto loro di uscire a testa alta e senza piangersi addosso. Soffriremo un po’ di più, rimanderemo di qualche settimana le vacanze ma centreremo ugualmente l’obiettivo della promozione. Abbiamo dimostrato sul campo di avere le carte in regola per farcela. E stavolta dipenderà solo da noi. L’unica cosa che davvero non mi piace, sono queste due settimane di attesa prima della partita. A mio avviso sono del tutto inutili e anzi servono solo a far lievitare la tensione».
Per lui sarà la prima esperienza di spareggi come allenatore. Ma playoff e playout non sono una novità assoluta nella sua carriera: «Ne ho giocati due con il Perugia, proprio a fine carriera. Prima un playout in serie A contro la Fiorentina. Poi un playoff in serie B contro il Torino. No, non credo che si debbano preparare diversamente dalle altre partite. Semmai, qualcosa potrebbe cambiare nell’atteggiamento delle squadre in campo. Il secondo posto ci consente di passare il turno anche con due pareggi, dunque probabilmente le altre squadre dovranno attaccarci più di quel che facevano in campionato e lasciarci un po’ di spazio in più. Ma la mentalità propositiva che abbiamo acquisito in questi mesi mi piace molto. Non deve cambiare».
La squadra. «Se dipendesse da noi, i playoff li giocheremmo già domani mattina». La frase di un Ciccio Dettori stranamente loquace, è un’istantanea che rivela alla perfezione lo stato d’animo di uno spogliatoio che sta cercando faticosamente di smaltire questa mazzata. «Sarebbe il modo migliore per scaricare tutta la frustrazione che abbiamo dentro. E invece bisogna aspettare. Aspettare e raffreddare la testa. Perché i playoff si giocano soprattutto col il cervello e si vincono sbagliando il meno possibile e tenendo a freno i nervi. Dunque è giusto essere ottimisti perché il fattore campo può essere determinanti. ma dobbiamo essere bravi a mantenere alta la tensione in queste due settimane che ci separano dalla prima sfida contro la Reggiana».

tratto da "Il messaggero"


 



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