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Ricorrenza del: 06/07/2011
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LUCCHESI SALUTA PESCARA
I saluti arrivano con la sua solita abilità di linguaggio. Nessuna stilettata al Pescara, ma solo abbracci e strette di mano. L'avventura del direttore generale Fabrizio Lucchesi in biancazzurro è finita ufficialmente. «Sono stati due anni bellissimi. In questo cammino ci sono stati anche dei problemi, ma le soddisfazioni li hanno ricoperti», dice in conferenza stampa. «La decisione di andare via è stata presa con la testa piuttosto che con la pancia o il cuore, altrimenti sarei rimasto». Dalle sue parole sembra una separazione consensuale. «Mi sono confrontato più volte con la società. Non ci sono state le condizioni per continuare il rapporto, ma lascio il Pescara e i dirigenti in un clima di stima e cordialità. Questa è una società folta e probabilmente il ruolo del direttore generale non è centrale. Non è una polemica, perché ci sono tanti soci che con sacrifici lavorano e portano avanti l'azienda. Senza di loro il calcio a Pescara sarebbe scomparso da un bel po'». I motivi del divorzio? «Io considero quattro aspetti importanti, tra questi il ruolo, la progettualità e la parte economica. Diciamo che il motivo del mio addio può essere distribuito in parti uguali tra i vari aspetti». I contratti fatti ai calciatori da Lucchesi in questi due anni hanno fatto discutere i dirigenti. «Questa è informazione strumentale. Io ho fatto sempre tutto con l'avallo della proprietà. In due anni ho trattato oltre 60 giocatori. Rimpianti? Non aver preso lo scorso anno giocatori importanti come Abbruscato e Moscardelli». L'ultima su Zeman. «Io c'avrei pensato una notte in più. Prenderlo significa sposare una filosofia. Non credo che Zeman non sia adatto a Pescara, ma deve essere la società adatta a lui. Bisogna andargli incontro». Tratto da Il Centro del 6 luglio 2011 |
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