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Ricorrenza del: 18/05/2007
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Crisi Pescara, Pincione non versa, Pescara a rischio
Quello che accadde dal gennaio 2007 a Pescara non è cosa facile da raccontare. La crisi societaria che inizio' a muovere i primi passi sotto la gestione Paterna si rivelo' in tutta la sua cruenza a partire dal gennaio 2007 quando la Pescara 70 guidata dall'Architetto Italo-svizzero Angelo Renzetti subentro' a Paterna alla guida del Pescara Calcio. Il passaggio tra la vecchia proprietà e la nuova cordata di imprenditori non fu semplice, chiara e immediata e le vicende in rapido susseguirsi contribuirono a screditare l'intera società agli occhi dei tifosi pescaresi prima e agli organi di informazione nazionali poi. Da Paterna a Pescara 70 si finisce poi con un Flah di Renzetti alla presidenza per poi arrivare a Massimiliano Pincione. L'italo americano, commerciante in preziosi, personaggio eclettico e spumeggiante, ha in un primo momento raccolto le simpatie della piazza per poi rivelare la sua incompatibilità totale con il calcio e con le realtà cittadine. Impossibile raccontare ancora brevemente cio' che avvenne in quella primavera del 2007 ma certo Pincione non sarà ricordato come un grande Presidente. Si arriva quindi alle idi di Maggio e l’era Pincione volge al capolinea, ennesima illusione di una primavera fatale per il calcio pescarese. Una primavera calcisticamente di sangue nel quale presidenti e proprietari si sono bruciati in fretta mettendo in ginocchio la società.
Questa la cronaca del 5 maggio 2007 Niente soldi. Ieri il presidente (Pincione ndr) non ha versato il denaro dell’aumento di capitale già sottoscritto. Se anche avesse versato, non avrebbe probabilmente trovato i soldi per il successivo, sostanzioso aumento di capitale. Dunque, sarebbero stati soldi messi a fondo perduto. Al telefono il presidente ha spiegato che il mancato versamento è dovuto all’ipossibiità di lavorare in un ambiente che gli ha messo i bastoni tra le ruote, a cominciare dai politici. «Vi dico solo l’ultima cosa - ha spiegato Pincione - avevo chiesto la rimozione di Felizzi dall’incarico di amministratore di Pescara 70. Dopo la valutazione spropositata delle quote di Renzetti era un atto legittimo da parte mia. Ma il sindaco ha detto che Felizzi (area Margherita) non si tocca. Pensate che io possa lavorare in questo modo?».
Cosa succede adesso? Pincione verrà dichiarato moroso e avrà diritto a un nuovo termine, stavolta perentorio, che sarà probabilmente di 15 giorni. Se, alla scadenza, Pincione sarà ancora moroso, potrà subire richiesta di esclusione della società. Le sue quote andranno valutate, come già accaduto per quelle di Renzetti, e liquidate. Nella peggiore delle ipotesi, un ipotetico rivale potrebbe addirittura chiedere il sequestro cautelativo delle quote di Pincione a garanzia del successivo adempimento. Ieri intanto, l’avvocato Loria, uno dei legali di Pincione, ha rimesso il mandato.
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