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Ricorrenza del: 01/03/2012
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ZEMAN INSEGNA A RISPETTARE LE REGOLE
Come una vera "guest star" si fa attendere oltre mezzora ma poi la lezione ripaga ampiamente del piccolo sacrificio. Il ritardo con cui Zdenek Zeman tiene a rapporto i bambini dell'istituto paritario Domus Mariae di Pescara, peraltro, è ampiamente giustificato, visto che prima c'era da finire l'allenamento della squadra al Poggio degli Ulivi. Gli alunni, le maestre e il personale scolastico lo accolgono festanti, come se avesse già riportato i biancazzurri in serie A. E lui, il boemo, si sente a proprio agio tra chi lo considera un'icona del calcio pulito, perchè, in fondo, è questa la sua missione, ancor prima del risultato tecnico. «Credo tanto nello sport», ha esordito Zeman, «e mi piacerebbe tornare a sedere tra i banchi per cambiare tutto quello che oggi non va più bene. La mia esperienza può aiutare i ragazzi. L'importante è che tutti comprendano le regole, perchè in tutti gli sport, come nella vita, ci sono delle norme da rispettare». L'aula magna dell'istituto di Via Manzoni è colma in tutte le file. È la direttrice Valentina Pistola a fare gli onori di casa con l'allenatore di Praga. «Ci ha sorpreso piacevolmente la sua disponibilità che la rende personaggio simbolo di etica e correttezza per i principi di lealtà che diffonde. Come lei fa con i suoi atleti, noi chiediamo l'impegno dei nostri studenti affinchè ottengano sempre il massimo. Ciò non vuol dire prendere sempre dieci in pagella. L'importante è
che ognuno faccia secondo le proprie possibilità». Zeman, accompagnato dal presidente Daniele Sebastiani e dai calciatori Damiano Zanon e Simone Romagnoli, firma autografi e dediche in quantità industriale. In cattedra, come davanti alla lavagna, si mostra a proprio agio. «Bisogna sempre cercare di migliorare, perchè nessuno è nato già valido. A me piace fare sport, a contatto con i giovani. Ciò mi aiuta a stare meglio. Ho praticato tante discipline sportive, poi mi sono fermato al calcio. Lo sport è la mia vita, non so se ho scelto io lui oppure lui ha scelto me. Se non fossi diventato un allenatore di calcio lo sarei stato di un'altra disciplina». I bambini pongono i quesiti più vari al profeta del 4-3-3. Perchè non esulta mai ai gol della squadra? «Per me è una cosa normale segnare una rete. Non è normale che un attaccante sbagli davanti al portiere». Perche al calcio d'avvio schiera otto uomini sulla linea di centrocampo? «Per spaventare l'avversario. Il mio calcio deve essere sempre propositivo e mai difensivo». Resterà a Pescara? «Quando sono arrivato la scorsa estate non conoscevo la città. Ora mi trovo molto bene e non ho intenzione di scappare. Aspetto solo di essere cacciato». Un assist per il presidente Daniele Sebastiani, che coglie al volo l'occasione per esprimere il suo pensiero. «Noi per cacciarlo aspettiamo qualche errore. Finora, però, non ha mai sbagliato, quindi non lo cacciamo».
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