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Ricorrenza del: 21/04/2012
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APOTEOSI BIANCAZZURRA A PADOVA
Apoteosi biancazzurra all'Euganeo. Zemanlandia è tornata, è uscita improvvisamente dal letargo per abbattersi sul malcapitato Padova. Incontenibili, imprevedibibili, imprendibili soprattutto. I biancazzurri di Zeman hanno offerto uno spettacolo che ha pochi eguali, non solo in Italia, e una sconfitta che non ha precedenti all'Euganeo. Una vittoria che è uno spot per il calcio, ma anche una prova di forza che mette timore alle avversarie per la serie A, che forse s'erano illuse di vedere i biancazzurri scivolare indietro. Invece, ancora una volta ha avuto ragione lui, Zeman, che in questi giorni si è ostinato a ripetere che vedeva la squadra in crescita, che serviva solo recuperare tranquillità e sicurezza. Cosa sia successo in questa settimana maledetta per far scattare i giusti meccanismi è difficile da intuire e capire, ma il risultato è stato strabiliante. Un successo di proporzioni gigantesche (mai sei gol in trasferta in serie B in questa stagione) non solo per il risultato, ma, soprattutto, per la capacità di stare in campo, giostrare palla. Serve ritrovare sfrontatezza e sicurezza s'era detto in settimana. Difficile immaginare però una squadra più sfrontata di quella mostrata da Zeman nell'anticipo della 36ª giornata. E adesso la volata improvvisamente appare meno in salita. S'inizia con Morosini che dal tabellone sorride al pubblico che è stato anche suo, e che in piedi applaude commosso, mentre Ligabue intona "Una vita da mediano". Entrano le squad
re, gli arbitri, tutti col 25 sulle spalle. E la commozione, già alta, diventa per tanti incontenibile. Pronti via ed è Pescara show. I biancazzurri prendono in mano la partita, sciupano gol, rischiano qualcosa, ma è una mitragliata di emozioni, tutte in tinta biancazzurra. Si rivedono triangolazioni e dai e vai di cui parevano smarrite le matrici. Verratti contrasta e serve palloni a meraviglia, Insigne è di nuovo lo sgusciante e velenoso peperino di mesi fa, Immobile da solo tiene in ansia mezza difesa patavina. La difesa è un po' più accorta, con Bocchetti che limita le incursioni per proteggere i fianchi ai due centrali. Intorno al ventesimo pare quasi un tiro a segno. Solo un gigantesco Perin evita ai veneti una punizione clamorosa già nel primo tempo. Ed è quasi un peccato che il tabellino a metà gara veda i biancazzurri avanti solo per un rigore, peraltro nettissimo, trasformato da Immobile. Ma è un dettaglio che viene presto corretto. Pescara riparte come e più deciso di prima. Attacca su ogni palla, la ripresa diventa un monologo entusiasmante. Dopo 10' minuti anche gli ultrà locali capiscono e applaudono i biancazzurri a ogni azione. Poi diventa un tiro a segno con la gente che si diverte, applaude. Una festa del calcio. Come piace a Zeman. Storico Pescara: non aveva mai segnato sei gol in trasferta nel Dopoguerra.
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