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Ricorrenza del: 03/06/2012

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ZEMAN ALLA ROMA MA NON PARLATE DI TRADIMENTO

 

L'addio è servito. Zdenek Zeman saluta tutti e va alla Roma. «Sono qui per ringraziare tutti quelli che hanno collaborato con me», ha detto l'ormai ex allenatore dei biancazzurri nella conferenza stampa di ieri pomeriggio allo stadio, «e la società che mi ha dato la possibilità di lavorare. Ringrazio i miei collaboratori Ferola, Cangelosi e il compianto Mancini, i medici, magazzinieri e l'addetto stampa. Abbiamo fatto un grande campionato grazie alla gente e al tanto entusiasmo dei tifosi. Nella mia carriera non ho mai visto tanti tifosi in strada durante i festeggiamenti e ringrazio tutti. Spero che il Pescara possa rimanere a lungo in serie A». Zeman, ci spiega perché va via? «Ho scelto un'altra squadra. Con la Roma ho l'accordo per guidarla nella prossima stagione. Le motivazioni? Perché con la Roma ho lavorato in passato e adesso mi si sta dando di nuovo opportunità di far parte di una squadra importante. Non sono più ragazzino e questa è la mia ultima possibilità di guidare una squadra di livello». Quando c'è stato il primo contatto? «Non ricordo, non mi scrivo queste cose. Siamo d'accordo e siamo vicini. Non c'è nulla che possa cambiare». La Roma le vuole far firmare un contratto biennale? «Sì, ma io intendo fare il contratto annuale perché non voglio pesare alla società nel caso in cui dovesse andare qualcosa storto». E' il m


omento giusto per andare via e tuffarsi in un'altra avventura? «Questa è stata l'annata migliore sotto tutti i punti di vista, sia in campo e sia fuori. Cinque ragazzi convocati in Under 21 è un segnale importante. E' stato tutto bello, tutto grande e mi auguro che questa società possa rimanere in A il più a lungo possibile». A distanza di 13 anni tornerà alla Roma. Che cosa è cambiato? «Sono sempre lo stesso, ma forse sono invecchiato. Come allenatore mi sento come prima e ho tanta voglia di fare bene. Fatemi domande sul Pescara, le altre cose si vedranno dopo». Lei ha parlato sempre da allenatore del Pescara, pronunciando anche alcune frasi del tipo "Se qualcuno vuole farsi del male cambia (riferito all'allenatore, ndc)". Come mai? «Ci sono state tante interpretazioni delle mie parole. Quella frase ho voluto buttarla lì». 13 anni fa andò via da Roma per motivi politici e adesso si affaccia di nuovo nel grande calcio. Crede che i motivi politici le possano creare problemi? «Mi auguro di no, anche se sicuramente oggi il calcio ha grosse difficoltà sul piano morale». Verratti e Insigne sono pronti per la A? «Sono ragazzi che hanno fatto bene e sono convinto che possano fare bene anche il prossimo anno. Hanno qualità e spero che si affermino nel calcio grande». Quanto sarà difficile il lavoro del suo erede? «Spero che sia facile, spero che rimangano i giocatori. Loro possono aiutare l'allenatore nel lavoro. Quello che arriverà dovrebbe essere avvantaggiato». Con il suo addio la piazza si è spaccata. Ci sono tifosi che la ringrazieranno nonostante la sua partenza, altri che urleranno al tradimento. Che cosa si sente di dire? «Mi dispiace che gridino al tradimento. Per me non è tradimento. Avevo il contratto per un anno e a fine contratto sono libero di fare le scelte. Pescara è nel mio cuore, non ho tradito e voglio che la gente venga allo stadio a divertirsi». Forse doveva essere più chiaro nelle dichiarazioni? «Di cosa dovevo parlare se non c'era nessuna cosa? Posso parlare quando ci sono delle cose vere e non quando non ci sono». Proverà a togliere i gioielli al Pescara? «Non credo, vorrei che andasse al meglio anche il prossimo anno. Poi se c'è qualcuno che non serve e servirà a me vedremo». Che cosa pensa del calcio scommesse? «E' una brutta cosa. Siamo in difficoltà tutti e già bastano terremoti e crisi economiche, questi problemi nel calcio potrebbero essere evitati. Speravo che con i processi si potesse punire chi ha sbagliato per dare l'esempio. Sono preoccupato se dovesse continuare così». Rinnovo con il Pescara e progetti: vi siete seduti per parlarne? «Abbiamo parlato, poi, però, è subentrata una nuova situazione». Chi sarà il suo successore? «Non lo so, penso che in società punteranno sull'uomo giusto». Un giudizio su Ferrara? «Non rispondo. Se vuoi giudizi non rispondo». Che Pescara immagina il prossimo anno? «Giovane e bello. Penso che il ds Delli Carri ha delle scelte da fare e dei giocatori di cui si parla tutti possono fare bene». Altri contatti oltre alla Roma? «Ho avuto qualche contatto con delle società, ma non direttamente». Che cosa si porterà dentro da Pescara? «Mi porto tutto da qui, come sono stato quì mai da nessuna parte. Sono affezionato e spero di vedere sempre Pescara così». Alcuni tifosi delusi dicono che lei sia freddo, quasi senza cuore. «Io so solo che dopo tanti anni ho pianto tante volte, quindi qualcosa dentro di me c'è». Che idea si è fatto del campionato italiano in generale? «Penso che oggi l'Italia soffra calcisticamente, come le squadre che hanno giocato in Europa: non hanno fatto molta squadra. Mancano delle idee sui giocatori e non è più come una volta. Non possiamo più permetterci di portare i grandi campioni. La qualità dei giocatori non è eccelsa e anche la mentalità delle squadre». Ha mai pensato di tornare sui suoi passi? «Ho contato più di 100 prima di decidere sulla Roma. Qui mi ricordo la presentazione e la gente che cantava andremo in A. Sono contento di averla regalata alla gente>>


 



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