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Ricorrenza del: 02/12/2012
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NAPOLI A VALANGA SUL PESCARA
15a giornata del campionato di serie A 2012-13. Il Pescara di bergodi, alla seconda panchina con i biancazzurri, subisce un pesante 5 a 1 in trasferta.
Finisce con la 'manita' al Pescara. Ma le apparenze non devono ingannare. La partita rimane infatti sul filo dell'equilibrio fino al 12' della ripresa quando il Napoli trova un calcio di rigore con Cavani e contestualmente viene espulso Bocchetti per fallo da ultimo uomo. Da quel momento in poi, con il risultato di 3-1 raggiunto dagli azzurri e con il Pescara in dieci uomini, non c'è più partita. A Mazzarri reste però sicuramente nella mente, più che altro, il primo tempo. Sembra un film già visto. Il Napoli parte a spron battuto e dopo meno di un quarto d'ora è già in vantaggio di due gol con un uno-due firmato da Inler ed Hamsik che stenderebbe chiunque. Ma gli azzurri, negli ultimi tempi, sono specializzati nel rimettere in discussione partite che potrebbero già considerarsi in cassaforte. così la squadra di Mazzarri si fa timida ed impacciata ed il Pescara si affaccia con sempre maggiore insistenza nella metà campo avversario. Poi la solita distrazione della difesa, con Gamberini e Cannavaro assenti e Mesto che non chiude adeguatamente su un traversone da destra, consente agli abruzzesi di accorciare le distanze con Bjarnason. A quel punto gli spettri delle partite con il Torino e con il Milan si riaffacciano prepotentemente sul San Paolo. Il Pescara ci crede e si riversa in avanti senza più alcuni timore. Il Napoli, a questo punto, ha più spazi a disposizione per sfruttare le sue proverbiali e micidiali ripartenze. Ed infatti gli azzurri arrivano più di una volta in area di rigore da Perin nega sempre il terzo gol agli avversari. La prima frazione di gioco si chiude sul 2-1 ed è presumibile che le grida di mazzarri nell'intervallo rischino di far venire giù le mura dello stadio. Non è un caso che nella ripresa il Napoli si presenti in campo con una determinazione ed una foga che sembravano essere andate smarrite. Il resto lo fa il rigore trasformato dal Matador e l'espulsione di Bocchetti. Bergodi si rende conto che, a quel punto, la principale missione per la sua squadre è salvare le apparenze. Cioè cercare di subire quanti meno gol è possibile. Il Napoli invece fa accademia, cerca giocate sofisticate in attacco, con Cavani che si danna come un forsennato perchè quando sta in campo non conosce limiti e vuole sempre far gol e ci prova fino all'ultimo istante di recupero di ogni partita. Il Matador infatti trova il raddoppio personale così come Inler, che risulta sicuramente il migliore in campo e che è anche autore di due formidabili gol con altrettanti tiri dalla distanza di una forza e di una precisione micidiali. Sul piano tecnico-tattico la gara è di difficile interpretazione. Certo, la differenza tra le due squadre si vede eccome. Ma fin quando c'è equilibrio numerico in campo, vale a dire nel primo tempo e per i primi minuti della ripresa, resta l'immagine di un Pescara che sa organizzare bene il proprio gioco e che sicuramente non sfigura con una squadra di diverso rango e caratura. Riguardo al Napoli, resta il mistero di questa sorta di blocco psicologico che sembra colpire la squadra quando va in vantaggio, anche doppio, nella fase iniziale della gara. Un tema sul quale Mazzarri deve lavorare e trovare un correttivo perchè, con la vetta distante appena due lunghezze, non è più tempo di buttare al vento punti preziosissimi in casa dopo essere stati ad un passo dalla vittoria, così come è accaduto troppe volte negli ultimi tempi. |