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Ricorrenza del: 29/01/2013
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IL MERCATO BOOMERANG DI BERGODI
Il mercato, che doveva essere il principale alleato di Bergodi per far crescere in fretta affidabilità e rendimento di una squadra faticosamente ritrovata, si è rivelato, quando mancano appena tre giorni alla chiusura, un boomerang che non solo non ha risolto i problemi che ancora restavano sul tappeto all'inizio del nuovo anno, ma li ha di fatto accentuati, contribuendo a cancellare quelle che sembravano positive certezze. Il piano di partenza (due punte, uno o due centrocampisti, un difensore) era sicuramente impegnativo per una società come quella biancoazzurra che deve, in primo luogo, tenere d'occhio il bilancio, ma certo non di difficile esecuzione, tenendo anche conto che i nuovi arrivi dovevano andare di pari passo con l'altrettanto necessario sfoltimento dell'organico.
Acquisti mirati, soprattutto elementi pronti da subito a dare un contributo importante per migliorare l'assetto e la qualità della squadra. Non a caso, del resto, nella lista concordata a fine dicembre da tecnico e società c'erano i nomi di D'Agostino e Kurtic, Barreto e Sansone, Budan e Kozac, Lucchini e Donadel. Barreto, Sansone e Budan, come si sa, sono andati a rinforzare Torino, Sampdoria e Atalanta; a oggi, l'unico obiettivo centrato è quello del regista prelevato dal Siena. Sicuramente positivo lo scambio che ha portato il giovane Rizzo in biancoazzurro e lo stagionato Colucci alla Reggina, non in linea con le esigenze di partenza (rinforzi di pronto impiego) gli acquisti degli argentini Bianchi Arce e Caraglio, senz'altro validi elementi che potranno però dare il meglio solo dopo aver superato problemi di condizione e di ambientamento.
L'emergenza ha costretto Bergodi ad anticipare l'inserimento di entrambi e i risultati, come era ovvio temere, non sono stati confortanti, anche per lo scarso aiuto che è riuscito a garantire ai due argentini il resto di una squadra improvvisamente a pezzi. E questa è l'altra faccia del problema, quella oltrettutto che più inquieta. La Sampdoria, strapazzata nel turno precedente a Siena, domenica in campo aveva tre marce in più dei biancoazzurri, inferiori nel ritmo e nella corsa, a disagio in ogni zona del campo sul pressing degli avversari, incapaci di far gioco a centrocampo o di trovare spazi utili in attacco con inserimenti veloci e ripartenze.
Un disastro di gruppo che ha trasformato la sconfitta in una disfatta e che ha azzerato, di fatto, quanto di buono si era visto fino alla vittoriosa trasferta di Firenze.
Oggi Bergodi è chiamato a un'altra impresa, ancor più difficile di quella che gli era riuscita all’esordio visto che gli ultimi rovesci hanno cancellato alcune delle tante certezze che aveva trovato nei suoi primi due mesi di lavoro. La squadra deve ritrovare, e in fretta, gli equilibri in mezzo al campo assieme a coraggio e temperamento, per arrivarci sarà d'obbligo per l'allenatore rivedere e rimettere in discussione anche scelte tecniche (dal modulo ai singoli) che fino a un paio di settimane fa potevano sembrare definitive. Tratto da "Il centro" del 29 gennaio 2013 |