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Ricorrenza del: 03/03/2013
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2013: GALEONE DICE NO AL PESCARA
La settima sconfitta nelle ultime otto gare condanna Bergodi all’esonero. Come accaduto piu' volte in passato la società di turno stretta nella morsa della contestazione cerca riparo nei miti indissolubili della piazza e bussa alla porta del profeta...
Galeone dice no. Non sarà lui a prendere il posto di Cristiano Bergodi sulla panchina del Pescara. Dopo la sconfitta con l’Udinese e l’esonero dell’allenatore (chiamato a sostituire Stroppa alla 13a giornata) i biancazzurri sono nel caos. La soluzione Galeone avrebbe permesso di accontentare la piazza e dare subito un segnale ai giocatori. Ma il tecnico più amato dal pubblico pescarese ha rifiutato l’offerta. L'unica strada percorribile è al momento quella di promuovere in prima squadra l'allenatore della primavera Christian Bucchi, che però non ha il patentino. Nelle ultime ore è spuntata anche una pista che porta a Marco Giampaolo. A rendere più difficile la situazione c'è l'ingombrante ombra di Zdenek Zeman che in tanti danno per certo a Pescara a partire da giugno. Contatto con Giampaolo. L'allenatore di Giulianova incontrerà questa sera i dirigenti del Pescara. È difficile che accetti un contratto di soli tre mesi. Giampaolo si siederebbe sulla panchina biancazzurra solo se gli venisse prospettato un progetto per le prossime stagioni. Ma nel futuro prossimo del Pescara sembra esserci Zdenek Zeman che a giugno dovrebbe prendere in mano i cocci di questa stagione travagliata. Resta l'ipotesi Bucchi, ma serve un tutor. Per questo La società sta ancora cercando una soluzione per permettere a Bucchi di andare in panchina ed è a caccia di un allenatore col patentino che possa affiancarlo. Nell'organigrama biancazzurro c'è un tecnico che può sedere su una panchina di serie A: è Antonio Di Battista (ora impegnato a Pomezia per visionare alcuni ragazzi ipegnati in alcuni stage). Tuttavia l'attuale responsabile tecnico del settore giovanile ha solo il patentino di seconda e potrebbe affiancare Bucchi solo con una deroga che può essere di massimo tre partite. I dubbi di Galeone. "È dura pensare di salvarsi così, i ragazzi sono bloccati, insicuri, non si propongono. Sono rimasti in partita fino alla fine ma hanno create poche occasioni. È dura, ma arrendersi mai. Non è da Pescara", aveva detto ieri a fine partita Giovanni Galeone. E durante la gara con l’Udinese è apparso spesso disperato per quello che vedeva dagli spalti (le foto). Il “profeta” era stato accolto in tribuna da una standing ovation e aveva parlato con linguaggio a metà tra il tifoso e il tecnico combattuto tra la delusione per il risultato e la voglia di dare una ragione per crederci ancora. Pochi immaginavano che sarebbe stato lui la prima scelta della società per uscire dal fosso o almeno per non continuare a sprofondare. Il no del "profeta". Nella serata di ieri la società aveva già contattato Bucchi per vedere se c’erano sono margini per avviare la collaborazione. Galeone avrebbe avuto il ruolo di tutor, il gran consigliere di tecnico e società (ipotesi diversa dal progetto Zeman), con lo scopo di giocarsi le ultime carte salvezza e pensare poi alla prossima stagione. Operazione difficilissima che pochi avrebbero accettato. La speranza era che Galeone, da sempre diverso dagli altri, avrebbe potuto cedere al Pescara. Così non è stato. tratto da il centro del 4/03/2013
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