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Ricorrenza del: 16/04/2013
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2013: LA LITE SUL POGGIO FINISCE IN TRIBUNALE
La querelle tra l’attuale dirigenza del Pescara e l’ex patron Giuseppe De Cecco si arricchisce di un nuovo capitolo. L’oggetto del contendere, manco a dirlo, è sempre il Poggio degli Ulivi. A meno di un mese di distanza dall’invio del primo decreto ingiuntivo di 180.000 euro indirizzato alla società da De Cecco, tre giorni fa, presso la sede del club di via Albegna è arrivata una seconda ingiunzione: 140.000 richiesti dal re della pasta per il mancato pagamento dei canoni di locazione del centro sportivo comprensivi dei costi di 8 mensilità, da agosto 2012 fino a marzo del 2013. Una mossa che ha fatto infuriare letteralmente il presidente Daniele Sebastiani, che già alla ricezione del primo decreto aveva mostrato segni di insofferenza nei riguardi del suo ex socio. Va ricordato che la guerra delle ingiunzioni vede protagonista anche il sodalizio biancazzurro, che dopo aver ricevuto la prima istanza, aveva a sua volta risposto con la richiesta di pagamento di una cifra vicina ai 145.000 euro per un mancato versamento di una sponsorizzazione. E pensare che qualcuno, fino a poco tempo fa, credeva in una possibile riconciliazione tra i due, invece tra Sebastiani e De Cecco il conflitto è ormai aperto, con l’attuale presidente che prima della gara contro il Siena è partito con un nuovo pesante affondo. «La notifica della seconda ingiunzione mostra chiaramente che De Cecco è entrato nel Pescara per interesse personale e non per amore verso questi colori». Dichiarazioni forti che testimoniano quanto sia diventato aspro il rapporto. Insomma, la richiesta del pagamento dei canoni relativi alla stagione in corso rappresenta la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Il 22 febbraio del 2012 avevamo firmato una scrittura privata», ha detto Sebastiani, «che avrebbe portato il Pescara a gestire direttamente il centro sportivo, accollandosi tutte le spese. Eravamo d’accordo su tutto, anche su un immediato nuovo ingresso in società di De Cecco, che avrebbe preso il 5% delle quote, messe a disposizione dal sottoscritto. Dopo quell’incontro sono seguite le nostre richieste di documenti con cui avremmo dovuto provvedere alla ratifica, trasformando il preliminare in contratto definitivo. Ma le carte non ci sono mai state consegnate, quindi, a quel punto abbiamo inviato la comunicazione di disdetta per giusta causa attraverso la quale era spiegato in modo inequivocabile che il Pescara non avrebbe più utilizzato il centro sportivo. È palese che lui abbia disatteso l’accordo e questa mattina presenteremo un’opposizione al Tribunale di Pescara». Sebastiani prova a individuare i motivi che hanno scatenato tale contesa. «Probabilmente, per arrivare a chiedere la provvisoria esecutività del decreto De Cecco ritiene che la società navighi in cattive acque e abbia difficoltà nel rispettare i propri impegni finanziari, invece non è così, magari qualcun altro avrà problemi di questo tipo, di certo non la nostra compagine». Peppe De Cecco non si lascia travolgere dal nervosismo, anzi, con la consueta ironia il proprietario del Poggio degli Ulivi prova dare una spiegazione ai ripetuti attacchi di Sebastiani. «Comprendo la disperazione di Daniele, sta attraversando un periodo tremendo. Se attaccarmi può essere utile a farlo sentire meglio, faccia pure. Lo accetto, non ho problemi, purché tutto questo serva a rincuorarlo. Capisco la sua amarezza, il campionato del Pescara è stato caratterizzato da numerose sconfitte e lui ogni volta ha cercato di sfogarsi con qualcuno. Prima con i tifosi, poi con gli arbitri e ogni tanto contro il sottoscritto. Una volta tocca a Mazzoleni, un’altra a De Cecco, ma va bene così. Mi auguro che l’anno prossimo questa dirigenza, che apprezzo molto, al contrario di quanto si possa pensare, riesca a costruire di nuovo una squadra competitiva». De Cecco nega di voler rientrare a breve nel mondo del calcio. «Ho già dato e lo stesso hanno fatto gli attuali soci del Pescara. Tra qualche anno magari, se ci saranno i presupposti, potrei anche tornare. Però, in città c’è qualche altro imprenditore che dovrebbe sostenere questi colori, ma che continua a nascondersi». De Cecco non intende approfondire i termini della questione legale in atto. «Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, dico solo che il Pescara ha un contratto per l’uso del Poggio degli Ulivi che scade nel 2016 e, fino a prova contraria, i contratti devono essere rispettati». |