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Ricorrenza del: 03/08/2013
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CALCIO: CAMBIA IL FUORIGIOCO
La nuova interpretazione del fuorigioco voluta dall'International board, ma anche la sempre più crescente attenzione verso ululati e cori razzisti e non solo: sono i temi principali dal punto di vista arbitrale della nuova stagione calcistica che si avvia a cominciare. Ieri la conclusione del raduno di Sportilia della squadra di arbitri e assistenti della Can A guidati da Stefano Braschi, conclusosi con la conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi. Nel corso del raduno sono state ribadite le disposizioni su aspetti tecnici e disciplinari: nuova interpretazione del fuorigioco, gioco violento, condotta gravemente sleale, calci di rigore, falli di mano, proteste e trattenute. «Il fuorigioco? Le nuove norme sono già assimilate», spiega Nicchi, «d'altra parte non è nulla di trascendentale. Spero che non siano un problema per nessuno, per gli arbitri di sicuro no. Credo che più di loro, dovranno essere i difensori a fare attenzione. Se prima un attaccante oltre la linea era “perso”, ora un tocco del difensore lo può rimettere in gioco: ci vorrà forse del tempo per adattarsi e capire le differenze, ma non per noi». La lotta al razzismo è un altro dei punti fermi. «C'è un regolamento chiaro, da rispettare», sottolinea il presidente dell'Aia. «L'arbitro non può e non deve sospendere la partita, spetta solo al responsabile dell'ordine pubblico. L'applicazione perfetta della regola è quel che ha fatto Rocchi in Milan-Roma». La sintesi sulle nuove norme sul fuorigioco la fa il designatore Braschi (al suo ultimo anno), il quale sottolinea il ruolo che avranno i guardalinee che «dovranno essere molto più attenti al momento di alzare la bandierina, e aspettare un attimo in più». Le nuove interpretazioni mutano infatti il concetto di fuorigioco passivo: in sostanza, un giocatore in off side può essere rimesso in gioco dal tocco di un avversario. «I concetti che cambiano sono due», le parole del designatore, «nel caso del giocatore oltre la linea del fuorigioco quando il tocco del difensore lo rimetta in gioco. Il primo è: cosa significa influenzare il gioco? Ora l'influenza è solo quando c'è contatto fisico tra i due calciatori o i due sono a distanza di gioco. Diciamo un metro, un metro e mezzo. Oltre, il giocatore è ininfluente».Tra i casi mostrati anche agli arbitri in aula, l'autogol degli Usa con l'Italia annullato durante la Confederations 2009 per la posizione di Camoranesi: «Oggi quel gol sarebbe valido, l'azzurro era a quattro-cinque metri dal difensore che deviò in rete, dunque ininfluente». «L'altro aspetto - ha proseguito Braschi - è il trarre vantaggio: gli assistenti dovranno analizzare meglio la situazione e capire se il difendente fa una giocata o se il tocco o la deviazione sono istintivi o casuali». In sostanza, un tocco dell'avversario non rimette in gioco dall'offside se è casuale, ma se è anche è svirgolato o mal deviato, ma volontario, allora sì: e l'attaccante avversario torna automaticamente in gioco. Tratto da "Il Centro" del 3.8.2013 |