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Ricorrenza del: 27/08/2013

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CASCIONE LASCIA PESCARA E DICE LA SUA

 

IL 27 AGOSTO 2013 come largamente preannunciato dalla stampa sportiva Emmanuel Cascione (29) e Federico Di Francesco (19) passano dal Pescara al Parma che poi li girerà in prestito. L ex capitano biancazzurro diventa ufficialmente un nuovo giocatore del Cesena dopo tre stagioni al Pescara (103 presenze e 12 gol). Il trasferimento dal Pescara avviene a titolo definitivo chiudendo un rapporto diventato ormai insostenibile per le parti.

Ormai formalizzato il passaggio dell'ex capitano al Cesena, è proprio Cascione a dire la sua in un'intervista al Centro. Viene subito fugata una delle maggiori domande del popolo biancazzurro: è stata tutta una manovra della società? "Abbiamo ritrovato la serenità, tant'è che ho chiesto di rimanere ma non c'erano i presupposti" - dice Cascione parlando del presidente Sebastiani. "Il presidente mi ha mandato un sms che mi ha quasi commosso. Ci siamo lasciati senza rancore, come due persone che hanno scelto strade diverse ma si vogliono ancora bene".
Le bordate, quelle attese, le riserva tutte per una persona sola: Giovanni Stroppa. L'ex trainer biancazzurro l'aveva escluso dalla squadra ed anche qui, all'epoca, si rincorsero voci e pettegolezzi. Cascione dice la sua verità: "Non avevamo un bel rapporto, non mi è piaciuto il suo comportamento. Ha fatto il doppio gioco". Prosegue parlando della sua esclusione: "Non mi sono mai lamentato, invece lui ha detto che in squadra c'era chi remava contro."
E sul campionato passato Cascione ha una sua idea: "Non è vero che i problemi dipendevano dalla presenza degli stranieri. Il discorso è che molti pensavano soltanto a se stessi, invece di fare il bene della squadra". Infine su quella che da molti era il motivo principale della rottura: la fascia di capitano: "Non l'ho presa bene, ma anche se non giocavo mi sentivo sempre la fascia addosso. Sono rimasto deluso qualche mese dopo quando il ruolo è stato preso da calciatori arrivati da un paio di settimane. L'avrei data a Bocchetti, Balzano o Zanon."
L'intervista completa realizzata dall'amico Giovanni Tontodonati potrete trovarla sull'edizione odierna de Il Centro (a cui vanno tutti i diritti).

Stavolta è tutto vero. Emmanuel Cascione saluta Pescara. Da ieri è un nuovo giocatore del Cesena dove andrà a giocare in prestito secco dal Parma che ha acquistato il suo cartellino. Se ne va lasciando l’Abruzzo con dichiarazioni di amore verso la piazza e, allo stesso tempo, si toglie anche qualche sassolino.

Cascione, come si sente dopo la fine della storia con il Pescara? «Mi dispiace troppo, negli ultimi giorni avevo cambiato idea e deciso di rimanere, ma ormai i giochi erano fatti».

L’anno scorso c’erano stati alcuni screzi con la società. Perché non avete chiarito? «È vero, qualcosa non è andato per il verso giusto, lo scarso rendimento in campionato ha scatenato forti tensioni. Poi, prima del ritiro, ho avuto un confronto con Sebastiani che non ha sortito alcun effetto. Ora però il nostro è un buon rapporto».

Che cosa è cambiato negli ultimi giorni? «Ci siamo incontrati venerdì scorso ed è stata una chiacchierata piacevole. Abbiamo ritrovato la serenità, tant’è che ho chiesto di rimanere. Però è vero, non ci sono più i presupposti visto che la squadra ha degli equilibri consolidati e il torneo è già cominciato. È giusto così. Poco fa (ieri pomeriggio, ndc) il presidente mi ha mandato un sms che mi ha quasi commosso. Ci siamo lasciati senza rancore, come due persone che hanno scelto strade diverse ma si vogliono ancora bene».

Si è parlato tanto del cattivo feeling con Stroppa. Qual è la verità? «Non avevamo un bel rapporto, non mi è piaciuto il suo comportamento. Ha fatto il doppio gioco. Quando sono stato escluso ho continuato a lavorare come se nulla fosse. Non mi sono mai lamentato, invece lui ha detto che in squadra c’era chi remava contro. Il suo è stato un alibi, avrebbe dovuto tirare fuori la personalità per affrontare una situazione precaria».

Però lo spogliatoio era spaccato. «L’organico aveva subito un profondo rinnovamento, serviva un po’ di tempo per cementarlo. Non è vero che i problemi dipendevano dalla presenza degli stranieri, visto che alla fine del girone di andata il Pescara aveva una classifica ottima. Il discorso è che molti pensavano soltanto a se stessi, invece di fare il bene della squadra».

Le ha fatto male perdere i gradi di capitano? «Non l’ho presa bene, ma anche se non giocavo mi sentivo sempre la fascia addosso. Sono rimasto deluso qualche mese dopo quando il ruolo è stato preso da calciatori che erano arrivati da un paio di settimane. Personalmente, l’avrei data a Bocchetti, Balzano o Zanon».

Che cosa le resta al termine dell’esperienza pescarese? «Il ricordo più bello è il giorno della promozione in A. Poi i compagni di squadra, la città e i tifosi. Da calciatore non avrei potuto desiderare una tifoseria migliore. Perché quando le cose vanno bene è facile ricevere gli elogi, ma se vanno male spesso vieni massacrato. Invece, con me sono stati tutti corretti. Vorrei ringraziare tutti: Marino e i suoi collaboratori e tutto lo staff. Sono stati gentili e comprensivi e magari un giorno tornerò».
tratto da il centro del 27 agosto 2013


 



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