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Ricorrenza del: 06/10/2015
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ZAZZETTA CI LASCIA
Domenico Zazzara, Zazzetta per tutti noi, muore a Pescara il 7 ottobre 2015 all'età di 54 anni.
Se ne va un altro pezzo di storia della mitica curva nord cui è stato uno dei maggior esponenti negli anni 80 e 90, per poi defilarsi.
Zazzetta tifoso biancazzurro con l’inconfondibile chioma, si dimenava sulle ringhiere degli stadi di tutta Italia suonando i tamburi o cantando al megafono.
----------------------- E’ morto Domenico Zazzara, per tutti semplicemente Zazzetta, storico tifoso del Pescara, dalla vita da film. Dormì per un periodo anche in Comune.
E’ morto Domenico Zazzara, per tutti quelli che lo conoscevano era semplicemente Zazzetta, storico tifoso del Pescara che per un periodo dormì anche in Comune. Aveva 54 anni e un brutto male se lo è portato via. Proprio lui che aveva affrontato una vita non semplice, ma si era anche riscattato da un periodo non troppo felice. Conosciuto da tutti, Zazzetta, tifoso di lungo corso del Pescara Calcio, che per un periodo di tempo aveva dormito persino in Comune con la sua adorata cagnolina. Palazzo di Città era diventato un po’ la sua casa, costretto da una vita non semplice, protagonista anche di proteste clamorose per ottenere un alloggio e un po’ di attenzione da parte delle Istituzioni. In tanti si erano affezionati a lui, alla sua coda di cavallo, prima che la malattia gli portasse via i capelli, ma continuava a essere sorridente, a condividere anche sui social le sue foto, i suoi pensieri. E proprio sui social, in tanti ricordano Zazzetta, uno degli storici personaggi di Pescara, città proiettata in avanti ma che spesso si dimentica di chi resta indietro, di chi fa i conti ogni giorno con le proprie difficoltà, vite non semplici, come quella di Zazzetta. Aveva reagito al male che lo ha colpito, ma il male è stato più forte di lui. Protagonista di una storia metropolitana come tante, fatte di fatica, di sbagli, di difficoltà, ma anche di riscatto. Zazzetta era riuscito comunque ad entrare nelle simpatie di molti, proprio per quel suo modo di essere, di ammettere di aver sbagliato, di aver voluto pagare quegli errori, ma anche di farsi sentire come figlio di una città che spesso, troppo spesso, dimentica gli ultimi. “Ciao Domenico da Quelli della Nord”, “Che la terra ti sia lieve, ricordando le nostre risate al bar”, “Hai raggiunto la tua adorata cagnolina che amavi tanto”, sono solo alcuni dei messaggi sul suo profilo Facebook di quei Pescaresi che lo avevano preso in simpatia. “Almeno ora troverai un po’ di pace”, questo l’augurio di molti per Zazzetta, anima di strada e di cuore
10 ottobre 2015 La vecchia guardia del tifo pescarese davanti alla curva nord per l’addio a Domenico Zazzara, al funerale a San Cetteo anche il sindaco Alessandrini e l’ex presidente della Provincia Testa La maglietta biancazzurra con il suo nome scritto dietro è l’omaggio di una squadra, di un’idea, di una passione, a cui Domenico Zazzara aveva dedicato gran parte della sua vita. Non a caso il corteo funebre che nel primo pomeriggio di ieri ha accompagnato la bara dell’ex ultrà biancazzurro stroncato a 54 anni da una malattia, si è soffermato sotto la curva nord dello stadio Adriatico prima di proseguire verso la cattedrale di San Cetteo. Ed è stato questo il momento più commovente in cui il fratello di Domenico, Nicola, ha ringraziato tutti coloro che erano presenti, sottolineando che sicuramente avevano amato quanto lui Domenico. Ma si è dovuto interrompere per la commozione quando, dopo aver ricevuto la maglietta consegnata dal responsabile della comunicazione Francesco Troiano, della Pescara Calcio, ha detto: «A questo punto mio fratello avrebbe detto Forza Pescara». Commozione generale e via verso la chiesa di San Cetteo dove, tra gli altri, a stringersi al dolore del fratello, della cognata e della madre di Domenico, si sono ritrovati esponenti della vecchia guardia del tifo pescarese e rappresentanti della politica come l’ex presidente della Provincia Guerino Testa e il sindaco Marco Alessandrini. Zazzara, detto Zazzetta, dopo i tempi d’oro del Pescara di Galeone, quando seguiva il Pescara a casa e in trasferta senza perdersi una partita, negli ultimi anni era diventato un frequentatore più che assiduo dei Palazzi della politica, e in particolare del Comune, al punto da finire a dormire anche sotto le scale del Municipio in attesa di ottenere una casa per cui aveva tanto combattuto. Poi i vecchi conti da saldare con la giustizia lo avevano sfrattato anche da lì dove aveva lasciato, all’amico Christian Rusiello, il cane, il computer e la borsa.
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