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Ricorrenza del: 12/10/2015
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2015: L' ASCOLI MALTRATTA IL PESCARA DI ODDO
Una sconfitta pesante (ASCOLI - PESCARA 3-1 del 11/10/2015), la seconda della sua gestione, ma di quelle che fanno male, per come maturano, per l'effetto che può produrre, ma soprattutto per quel che poteva essere e non è stato il primo tempo. Oddo cerca di sdrammatizzare, ma per una volta la difesa d'ufficio della sua squadra mostra più di una crepa, al di là delle contingenze e delle casualità. «Siamo stati polli, non si possono perdere partite così. Abbiamo fatto una grandissima prestazione nel primo tempo, ma poi è andata come è andata. Abbiamo creato tantissimo ma ci è mancato cinismo, concretezza, evidentemente dobbiamo ancora crescere, lavorare più di squadra».
Qualche personalismo esagerato certo non manca, e il riferimento velato a qualche egoismo dei due attaccanti è evidente, come è vero che qualche occasione non è stata fortunata. Evidentemente qualcosa non ha funzionato, in particolare nel secondo tempo. Che cosa è successo a un certo punto? Dopo il pari ascolano, il Pescara è sembrato afflosciarsi, quasi svuotato.
«No, abbiamo giocato anche dopo, magari siamo stati ingenui e forse un pizzico sfortunati. Loro giocavano come si sapeva , palla spizzata e inserimenti. Nel finale in realtà la cosa che è cambiata è che hanno incrementato il ricorso ai lanci lunghi, e noi non siamo stati attenti come prima. Anche perché siamo calati un po' fisicamente, ci siamo allungati e di conseguenza la squadra ha perso consistenza».
Dalla tribuna si è visto un vistoso calo generale, ma la sensazione è stata che abbiano influito anche i campi, che hanno tolto un po' di mestiere e chili. Soprattutto in mezzo, dove Bruno era stato argine solidissimo.
L'idea di inserire Campagnaro oppure di correggere l'assetto tattico non c'è stata? «In realtà i cambi fatti sono stati tutti obbligati», replica Oddo, per una volta piuttosto seccamente, «stavo cambiando Caprari (con Valoti) perché mi ha detto che aveva i crampi, quando anche Bruno mi ha chiesto di uscire perché aveva dei problemi fisici, non reggeva più. Ho detto a Hugo (Campagnaro) di scaldarsi in fretta, ma intanto era stato già dato il foglietto anche con il nome di Mitrita per cui dopo non avevo più possibilità di rivedere le mie scelte».
Questione di secondi, forse equivoco con lo staff, dunque, anche se a gioco ancora fermo forse si poteva fare.In realtà il ricorso alla difesa a tre dalla tribuna sembrava ina scelta quasi obbligata, viste le assenze e i cambi dell'Ascoli, che continuava ad aggiungere chili. Ma naturalmente è senno di poi. E Oddo non la prende benissimo. «Tutto si può dire, dopo, ma nemmeno posso escludere che facendo altre mosse ne avremmo preso cinque», continua il tecnico biancazzurro, «ma lasciatemi dire che nonostante tutto onestamente la sconfitta non la meritavamo. Pazienza». Già, pazienza, ma resta che nelle ultime uscite il Pescara stato rimontato in più circostanze. Con la Salernitana, a Vicenza e ad Ascoli. Non sarà mica anche un caso di calo di concentrazione? «Non la vedo assolutamente così, con la Salernitana abbiamo subito gol nell'unico tiro in porta che abbiamo subito.
A Vicenza era il 97' quando ci hanno fatto la seconda rete (ma su quella partita il tecnico non era stato generoso di elogi ai suoi ragazzi, ndr), stavolta ci hanno ribaltato, ma dopo che avevamo comunque offerto una prestazione più che buona», chiude seccamente. |