|
Ricorrenza del: 12/01/2007
.
2007: DA PATERNA A RENZETTI
Ieri 12 Gennaio 2007, nel Comune di Pescara, si è ufficialmente conclusa l'era Paterna durata quasi tre anni e condita da alti (pochi in realtà) e bassi. Paterna lascia la poltrona di presidente della Pescara Calcio all'architetto Angelo Renzetti, imprenditore italo-svizzero dalle chiare origini pescaresi. In una aula “San Cetteo” gremitissima di giornalisti, fotografi, operatori televisivi e semplici tifosi è avvenuto il tanto atteso passaggio di consegne tra la vecchia proprietà e la nuova. Presenti tra gli altri al fianco del neo-presidente biancazzurro e all'ex patron Dante Paterna, l'assessore Edoardo De Blasio ed il vice-presidente della regione Enrico Paolini. Non è passata inosservata l'assenza del primo cittadino, Luciano D'Alfonso, la cui presenza alla conferenza stampa di ieri sembrava certa; al suo posto il vicesindaco Gianni Teodoro che, per l'occasione, ha vestito i panni di “moderatore” dell'incontro. Terminate le consuete foto di rito, lo stesso vicesindaco, a nome dell'intera giunta comunale, ha dato il benvenuto alla nuova società, ringraziando al contempo il vecchio patron per l'impegno dimostrato nei quattro anni di presidenza. «Non posso fare altro che dare il benvenuto ed un sincero in bocca al lupo al presidente Angelo Renzetti», ha detto Teodoro, «allo stesso tempo però ringrazio Dante Paterna per essere stato uomo coraggioso. Al neo presidente ammiro la caparbietà e la lungimiranza con le quali ha voluto a tutti i costi rilevare la società biancazzurra. Pescara è una città dotata di grande forza e carattere. Entrambe queste caratteristiche, sicuramente, possono essere riscontrate anche nella propria squadra di calcio. Personalmente spero che la squadra riesca a salvarsi conquistando sul campo la permanenza in serie B in quanto la Pescara Calcio è patrimonio unico di tutti noi pescaresi». Terminato il breve preambolo è arrivato il turno di Dante Paterna. L'ex presidente biancazzurro è apparso meno sicuro del solito, dando l'impressione di essere quasi infastidito dalla situazione. Conoscendo il personaggio Dante Paterna sicuramente sarà difficile per lo stesso digerire questo boccone amarissimo che sa tanto di umiliante sconfitta. Non è facile lasciare una società ad un passo dalla seconda retrocessione in serie C nel giro di tre stagioni. IL LATO UMANO DI PATERNA Con lo sguardo perso tra i flash dei tantissimi fotografi presenti e con la voce tremolante di uomo conscio di essere arrivato al capolinea di una lunga e dura avventura, Paterna ha mostrato il suo lato più “umano”. «Ringrazio tutti», ha detto, «avrei voluto che il mio addio si fosse verificato in altre circostanze sicuramente più positive ma non è stato così. Il calcio purtroppo è questo. Ripenso con rammarico a tutti gli episodi negativi subiti dalla squadra nel campionato in corso ma, come è ovvio che sia, non è giusto rivangare il passato. Auguro al nuovo presidente la fortuna che purtroppo io non ho avuto e spero vivamente che Angelo Renzetti possa riuscire dove io non ce l'ho fatta. Da domani (oggi per chi legge) tornerò alle mie vecchie abitudini, ossia l'orto ed i miei vitigni». Paterna, rispondendo ad una precisa domanda circa una sua eventuale coabitazione pacifica con il neo-presidente Angelo Renzetti, ha spiegato, abbandona i toni dimessi dell'inizio assumendo caratteri decisamente più forti e aggressivi. «Tra me e Renzetti ci sarà una specie di cogestione, almeno all'inizio della sua avventura», ha spiegato Paterna, «ciò non significa assolutamente che metterò allo stesso i bastoni tra le ruote perchè voglio bene alla città ma soprattutto alla Pescara Calcio, che ho sempre trattato come meglio non potevo. Nel mio passato ho avuto problemi con il precedente presidente (Pietro Scibilia ndr) per il fatto del fido bancario ritirato pochi giorni prima della chiusura del mercato, ma ciò non significa che farò operazioni di disturbo a Renzetti. Resto convinto del fatto che in società uno solo debba comandare per evitare contrasti. Mi auguro quindi che il neo-presidente rilevi al più presto l'intero pacchetto societario altrimenti, volente o nolente, sarei costretto a ritornare in sella al sodalizio adriatico. Facendo tutte le corna del caso, se la trattativa dovesse naufragare nessuno pensi che cederò la società gratis, non esiste».
|