|
Ricorrenza del: 15/01/2016
.
LA NORD RICORDA MARCO MAZZA
TRATTO DAL QUOTIDIANO "IL CENTRO" del 15 gennaio 2016
La Nord ricorda il suo capo Bubù
Dieci anni fa la scomparsa di Marco Mazza, il pescatore innamorato del Pescara. Domani la curva gli rende omaggio di Giovanni Tontodonati 15 gennaio 2016
PESCARA. «Un trascinatore, un leader carismatico, un vero ultrà». Per i tifosi pescaresi questo era Marco Mazza, detto Bubù, ex capo dei Rangers, gruppo storico del tifo biancazzurro. Morì dieci anni fa, a soli 39 anni, a causa di un male incurabile, ma il suo ricordo resta vivo nei cuori e nelle menti dei supporter del Delfino. E domani, alla ripresa del campionato di serie B nel match contro il Livorno, la curva Nord gli renderà omaggio.
Due maestose coreografie sono pronte per onorare la sua memoria. Ieri ci sono state le prove generali. Un lavoro massiccio iniziato da alcune settimane per celebrare nel miglior modo possibile una figura che contribuì a rendere la curva biancazzurra tra le più ammirate in Italia. Bubù e il Pescara Calcio, un amore immenso, sbocciato tanto tempo fa. «Aveva 10 anni», racconta il fratello Dario, «tornò a casa e disse a mio padre che sarebbe andato da solo in trasferta a Bologna per vedere la partita. Toccò a me accompagnarlo. Sin da bambino, al centro dei suoi pensieri c’era il Pescara. Iniziò prestissimo, credo a 14 anni, a frequentare stabilmente la Nord».
Con il passare del tempo, quel luogo diventò una seconda casa che lo rese il punto di riferimento della tifoseria. «Per un periodo guidò i “Park Kaos” e quando tutti i club della Nord vennero riuniti sotto l’unico striscione “Rangers” venne messo al vertice del gruppo». Il desiderio di tenere unita la curva e il suo forte carisma incoronarono Bubù come leader indiscusso. «Era un uomo di poche parole, ma aveva grandi capacità di mediazione. Cercava sempre un accordo, non l’ho mai visto litigare con i suoi compagni. Anche in famiglia era così, aveva un equilibrio ammirevole».
Cresciuto nella Marina sud, figlio di un armatore, aveva tre fratelli: oltre a Dario, Benedetto e Fabio. Faceva il pescatore, era un vero uomo di mare, rispettato e benvoluto da tutti. La sua morte ha lasciato un enorme vuoto tra gli sportivi biancazzurri. Marco si guadagnò la stima dell’intero panorama ultras italiano. Al suo funerale parteciparono gruppi provenienti da tutta la penisola. In primis gli ultras di Vicenza e Messina, con i quali i pescaresi hanno un solido gemellaggio, ma anche gli esponenti di tifoserie nemiche. Ad esempio, quelle di Ascoli, Ancona, Chieti e Sambenedettese. Domani sarà il suo giorno. Ieri sono stati rifiniti gli ultimi dettagli per le coreografie. A dar man forte ai pescaresi c’erano anche tre tifosi del Wolfsburg, legati ai sostenitori abruzzesi da una forte amicizia. Questi ragazzi partirono qualche anno fa dalla Germania per studiare il fenomeno ultras italiano e, su consiglio dei supporter genoani, fecero tappa a Pescara. Da allora il rapporto è diventato sempre più stretto e i tre ultras tedeschi assisteranno alla gara contro il Livorno nel settore più caldo dell’Adriatico-Cornacchia che da qualche anno si chiama curva Nord “Marco Mazza”. Appunto, la casa di Bubù. |