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Ricorrenza del: 23/04/2009

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CASO CAPPAI E PENALIZZAZIONI 2008-09

 

La stagione a cavallo tra il 2008 e il 2009 è sicuramente da dimenticare per i tifosi del Pescara.
Oltre alle note e controverse vicende societarie che hanno portato la società al fallimento nel dicembre 2008 (fallimento risolto con l'acquisizione della vecchia società da parte di una nuova cordata guidata dall'imprenditrice Deborah Caldora), sul Pescara si è abbattuta la scure dei giudici della commissione disciplinare della FIGC.

Proviamo a fare chiarezza a riassumere e a motivare i punti di penalità della stagione corrente.

Penalizzazione di 1 punto
Il 17 settembre 2008 il Pescara viene deferito su richiesta della Procura Federale di Stefano Palazzi e riguarda irregolarità di carattere amministrativo riferite alle procedure di iscrizione del campionato 2008-09.
Il deferimento per non aver depositato, entro il termine del 30 giugno 2008, l’attestazione sottoscritta dal legale rappresentante e dal presidente del collegio sindacale in ordine all’avvenuto pagamento del debito IVA relativo al periodo di imposta 2006.
Il 18 settembre 2009 la commisiione disciplinare riunitasi per dicutere il deferimento assolve il Pescara ma la procura federale presenta ricorso davanti alla Corte di Giustizia Federale (ex Caf).
Il 10 dicembre 2008 a distanza di tre mesi il Pescara viene penalizzato di 1 punto.
Viene accolto il ricorso della Procura Federale che di fatto ha contraddetto la Disciplinare e nella stessa sentenza oltre alla penalità per i biancazzurri arriva anche l' inibizione per sei mesi per entrambi i fratelli Soglia.

Penalizzazione di tre punti
il 12 marzo 2009 nello stesso giorno in cui la FIGC riconsegna il titolo sportivo della fallita Pescara calcio alla neonata Delfino Pescara 1936 capitanata da Caldora e De Cecco arriva la notizia della penalizzazione di tre punti da scontare nel campionato in corso.
La Commissione Disciplinare infligge tre punti di penalità al Pescara perchè viene riconosciuta una responsabilità oggettiva alla società nella causa con cui Daniele Fortunato (tesserato con il Pescara, ma fuori rosa da inizio stagione 2008) aveva citato per danni la Ternana, sua ex squadra.
6 mesi di squalifica e 5.000 euro di ammenda per il calciatore mentre al Pescara vanno tre punti di penalità e un'ammenda di 10.000 euro (in classifica il Pescara scende a quota 26, al quartultimo posto della graduatoria).
Il giocatore avrebbe dovuto chiedere l'autorizzazione alla deroga dalla clausola compromissoria.
In pratica, il centrocampista, prima di denunciare la Ternana per Mobbing nel 2007, citandola in giudizio davanti al tribunale di Terni, avrebbe dovuto chiedere l'autorizzazione alla FIGC e avrebbe oltretutto dovuto informare il Pescara.
Proprio la Ternana penso' bene di informare la Procura federale, mettendo in moto il meccanismo
A seguito della pesante sanzione inflitta dalla disciplinare il Pescara, oltre a presentare immediato ricorso, avvia davanti al Collegio arbitrale della Figc la procedura per il licenziamento di Daniele Fortunato.
Il 7 aprile 2009 vengono poi finalmente restituiti i tre punti al Pescara.
La Corte di Giustizia Federale, accoglie il ricorso della società abruzzese, difesa dagli avvocati Edoardo Chiacchio, Monica Fiorillo, Michele Cozzone e Donato Di Campli restituendo i punti decurtati alla squadra dalla Commissione Disciplinare.
Nella stessa sentenza viene dimezzata anche l'ammenda per la società che passa da 10mila a 5mile euro. Respinto, invece, il ricorso dello stesso Daniele Fortunato che vede riconfermare le sanzioni e le ammende a proprio carico.

La prossima penalizzazione
Dopo le penalizzazioni per 1 punto per i ritardi nei pagamenti e quella di 3 punti (poi ritirata) per la responsabilità oggettiva attribuita al Pescara per vicenda dell'ex giocatore della ternana Fortunato, nell'aprile 2009 arriva la notizia di una nuova ulteriore possibile penalizzazione per il caso "Cappai".
Il 3 Aprile 2009 il procuratore federale deferisce alla Commissione disciplinare, l'ex presidente del Pescara Gerardo Soglia.
La decisione, per non aver provveduto a depositare entro il termine prescritto le garanzie bancarie previste in caso di splafonamento del budget-tipo causato dal contratto del calciatore Roberto Cappai acquistato in estate 2008 dalla nuorese.
Le società di Lega Pro nel 2008 potevano tesserare e stipulare contratti sino ad un tetto ingaggi pari a 1,4 milioni di euro, in caso contrario i club dovevano, a norma di regolamento, cautelarsi versando una fideiussione bancaria.
Il Pescara tesserando l'attaccante sardo Cappai "sfora" e non ottempera a l'obbligo di copertura.
Anche se i fatti sono riferiti al 2008 e fanno capo a Gerardo Soglia il procuratore federale deferisce anche la neonata Delfino Pescara 1936 srl, nella qualità di società che ha acquisito il titolo del Pescara Calcio Spa.
Il caso pero' si trascinava da parecchi mesi e la Eurocat (subentrata al gruppo Soglia), attraverso la persona di Ilvano Ercoli, diede rassicurazioni (ottobre 2008) sulla risoluzione bonaria della controversia con la rescissione del contratto del centravanti sardo.
Il 23 aprile 2009, giorno di discussione del caso Cappai l'ennesimo colpo di scena.
La Commissione Disciplinare Nazionale, accogliendo un'eccezione procedurale sollevata dai legali della società, dispone l'interruzione del procedimento rinviando il giudizio a data da destinarsi.
Tradotto in parole povere la penalizzazione resta nell'aria e probabilmente sarà da scontarsi nel campionato successivo (2009-10).


 



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