|
Ricorrenza del: 25/01/1989
.
IL COMANDANTE SORRISO
IL COMANDANTE SORRISO Repubblica — 25 gennaio 1989 pagina 36 sezione: SPORT
PESCARA Quando due anni fa arrivò a Pescara aleggiava ancora il nome di Rebonato. O meglio: Rebo-gol, l' uomo capace di segnare 21 reti in serie B e di spalancare ad una città incredula le porte della promozione in serie A. Soltanto qualche mese prima, l' Adriatico aveva battezzato una formazione il cui destino appariva irrimediabilmente segnato: molti giovani, tanto entusiasmo, ma poca esperienza. In panchina, Giovanni Galeone tecnico-filosofo. Leo Junior arrivò in una città ancora inebriata dal profumo della serie A, ma già cosciente dei pericoli che si celavano dietro l' angolo. Della squadra con vocazione quasi da cooperativa, Junior divenne subito il leader. Non c' è una giustificazione razionale. Fatto sta che Junior, aveva collezionato da solo, più presenze di tutti gli altri biancazzurri messi insieme. Era il più esperto, e l' unico a sapere cosa significasse realmente giocare in serie A. Esordienti erano i baby Di Cara e Camplone, il veterano Gasperini, Galeone e anche il presidente Scibilia. In un certo senso Junior non ha dovuto fare proprio nulla. Sono stati i compagni di squadra a riconoscere che era il loro capo. La consacrazione definitiva avviene a Roccaraso, quando la squadra va in ritiro, e dove i più giovani a Junior danno del lei. Galeone decide: la fascia da capitano va al brasiliano, ma prima ancora che il tecnico comunichi la notizia, l' investitura è già eseguita dalla squadra. Una mossa anticipita da Giampiero Gasperini, il capitano di tante avventure in serie B. Dopo le imprese di Torino, i litigi con Radice, la nostalgia dei tifosi granata che lo amavano ancora, Leo Junior ritrova nell' appassionato ambiente abruzzese la voglia di sorridere. Con Galeone, che lo aveva voluto, convinto anche da un lungo colloquio con il suo amico Edinho, allora libero dell' Udinese, le cose andarono subito bene. Allenamenti dove si lavora ma non si suda, e soprattutto la voglia di stare con i compagni. Durante il suo primo ritiro a Roccaraso, a dire il vero, fu costretto a trascorrere intere ore in camera, con la hall assediata dai tifosi. Junior è un leader che piace, perché è legatissimo alle tradizioni e specialmente in una città di provincia queste sono doti che difficilmente arrugginiscono. E' la famiglia il primo pensiero di Junior: Eloisa, la moglie; Rodrigo, 5 anni, nato in Brasile; Juliana, 3 anni, nata a Torino. Non ama fare ore piccole. Anche dopo la trasmissione settimanale Brasi...Leo, in onda su Telemare, Junior saluta tutti, abbraccia Rodrigo e torna a casa. Cattolico, scrupoloso praticante, ha fatto benedire tutte le fedi della moglie. Come capitano ha un rapporto ottimale con gli arbitri. Solo una volta dice di non essere stato capito: lo scorso anno contro il Cesena venne espulso dall' arbitro Fabricatore, per aver spinto a terra Traini a gioco fermo (ma lui afferma che non è vero). Quest' anno, dopo l' 8-2 subito a Napoli, la squadra passò un momento difficile. I tifosi erano scontenti, amareggiati. Alla ripresa degli allenamenti, neanche Leo venne risparmiato dalle critiche. Dagli spalti gli gridarono brasilotto, vecchio. Sbottò solo quando, all' uscita dallo stadio, gli urlarono mercenario. Una frazione di secondo e Leo si era già avventato sull' incauto tifoso. A stento qualcuno riuscì a fermarlo, ma quando Junior risalì in auto, aveva le lacrime agli occhi. Nessuno può dubitare della sua onestà. E non sa dimenticare. A Torino, un anno fa (quindi già biancazzurro), quando i tifosi della curva Maratona gli consegnarono un mazzo di fiori, non seppe trattenere la commozione. Non soffre di gelosie. L' arrivo di Edmar e Tita non ne ha offuscato l' immagine, semmai l' ha rinvigorita. Stanco delle continue domande sul perché dell' opaco contributo dei due brasiliani, Leo troncò la discussione seccamente: Li ho aiutati a trovare casa, gli ho fatto conoscere i negozi migliori, gli ho insegnato la strada dello stadio. Ma poi basta, non sono la loro balia. Amante della musica, in Brasile ha inciso un disco che ha venduto mezzo milione di copie. Ora è impegnato con l' Unicef per una campagna di pace in favore del Sud America. Qualcuno lo vuole alla guida tecnica del Pescara il prossimo anno, visto che Galeone ha affermato ancor prima che iniziasse questo campionato che a fine giugno avrebbe fatto le valige. Ma è un' ipotesi poco probabile. In Brasile, con il fratello, ha avviato un' azienda di import-export ed è probabile che torni laggiù a fine stagione. - di ANDREA FUSCO
|