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Ricorrenza del: 29/12/2000
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2000: DOPO LE MOLOTOV, ANCORA BOMBE SUL CALCIO
Dopo le molotov, ancora bombe sul calcio Repubblica — 29 dicembre 2000 pagina 53 sezione: SPORT
ANCORA bombe contro il calcio. Dopo l'ordigno sotto la casa del presidente del Napoli Ferlaino, i petardi in campo e la bottiglia incendiaria lanciata contro il pullman su cui viaggiava l'Inter è stata la volta del Pescara di Galeone. Alla faccia delle proteste del sindacato calciatori e delle istituzioni del pallone, della mobilitazione contro attentati e aggressioni che solo sabato scorso aveva fatto iniziare tutte le partite con quindici minuti di ritardo, ieri una bombacarta ha mandato in frantumi la porta di uno dei botteghini dello stadio Adriatico a Pescara. Evidente l'intento intimidatorio, innescato dal malumore della tifoseria per la precaria situazione del Pescara scivolato ormai stabilmente in fondo alla classifica di serie B nonostante il cambio di allenatore, da Delio Rossi a Giovanni Galeone. Non è stato purtroppo un insensato gesto isolato, bensì un nuovo passo di una precisa strategia che il 19 scorso aveva preso di mira con altre esplosioni l'abitazione e l'auto di due giocatori, Gregori e Sbrizzo. Il tutto sorretto dalla aberrante e dilagante idea che classifiche traballanti e sconfitte in campionato si curano con gli ordigni, magari arrivando ad un nulla dalla possibile strage, come è accaduto a Milano. «Sono teppisti è basta - è stato il commento di Galeone, cui è stato affidato il tentativo di salvare il Pescara -questa non è la mia tifoseria». In realtà il calcio di casa nostra è anche questo: ciò che è accaduto ieri a Pescara e prima a San Siro o a Napoli non è qualcosa di isolato, perché la logica della intimidazione, dei gruppi più o meno organizzati che intervengono per «mettere le cose a posto» è più diffusa di quel che si pensa, come dimostrano ogni domenica le iniziative del tifo ultras in questo o quello stadio, prendendo di mira i giocatori o dirigenti appena il rendimento non è quello preteso, annunciato. A Pescara ora si indaga mentre la società dopo aver parlato di «teppisti» ha poi fatto sapere di non poter ignorare il malumore. Il direttore generale Gazelli ha annunciato: «Vogliamo riflettere, ma è evidente che una decisione dovremo prenderla». - di GIANNI PIVA |