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Ricorrenza del: 18/04/2004
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PESCARA FATALE, LA B SI ALLONTANA
Pescara fatale, la B si allontana Repubblica — 18 aprile 2004 pagina 18 sezione: SPORT
PESCARA - Passa per due mani la fine del Bari. Una è quella sfortunata di Gaetano De Rosa che, in mezzo all' area, accarezza un cross avversario. L' altra è quella impietosa del signor Castellani di Verona che per colpa di quel colpo di mano assegna impietosamente (ma a ragione) un calcio di rigore. Pescara 2. Bari 0 (il secondo gol è arrivato al 90' , quando ormai le docce erano aperte e persino Pillon aveva smesso di sbraitare). Bari al terzultimo posto in classifica. Gli abruzzesi si allontanano in classifica (quattro punti di distanza). La serie C che si avvicina sempre di più. La partita che doveva essere della svolta, della rinascita ha invece sancito l' ultimo e (probabilmente) definitivo colpo: la retrocessione. La partita di ieri è stata la peggiore che ci si potesse aspettare. Mai uno spunto, un' idea. Il migliore dal centrocampo in avanti è stato De Franceschi che, in una squadra regolare, sarebbe uscito al tremine del primo tempo. Il resto del Bari era una squadra di fantasmi. Il più abile a nascondersi aveva il numero nove sulle spalle, il fisico da corazziere e la faccia spaurita del bomber (sulla carta) Salvatore Bruno. Un altro ectoplasma (il più irritante) possedeva invece il fascino maledetto del dieci, che nella cabala del pallone significa genio. E, nel caso del Nicolas Cordova ammirato ieri, tanto dolore. Pur possedendo piedi vellutati, il cileno (un po' centrocampista, un po' attaccante, a volte trequartista) è riuscito nell' ardua impresa di non azzeccarne una. Nemmeno per sbaglio. Un po' come il resto dei suoi compagni, di cui non si riesce nemmeno ad apprrezzare la buona volontà. Impantanati nell' acquitrinoso centrocampo, i biancorossi sono riusciti a fare poco e nulla. Aiutati anche dagli imbelli avversari con i quali amavano scambiarsi reciproche cortesie: sbagli tu che sbaglio anch' io. Tutto il primo tempo è stato in un colpo di testa del giovane attaccante pescarese Calaiò (24' ), stampatosi sulla traversa. Il Bari era ben poca cosa, soltanto a sprazzi cercava di essere aggressivo. A centrocampo il mai esausto Antonio Bellavista, dopo la brutta aggressione di Messina, continuava a sudare come sempre. Riuscendo spesso a raccogliere palloni dai piedi degli avversari. Peccato soltanto che si trattava di fatica vana: Cordova, Markic e soprattutto Pizzinat sprecavano tutto quello che capitava loro a tiro. Per una sterzata non bastavano nemmeno i rimbrotti di Pillon, tarantolato qualche metro avanti la panchina. Il secondo tempo cominciava con un bel cross di Bellavista. Impietosamente terminato, come al solito, nella «no man' s land» degli attaccanti biancorossi. Quando la partita sembrava scivolare verso il più scialbo degli zero a zero mai visti, alla mezzora della ripresa è arrivato il gioco di mani. Rigore per il Pescara. Uno a zero. Come tutto il resto, anche dopo il gol avversario il tentativo di rimonta del Bari è stato un assalto nullo. I giocatori si affannavano mentre Pillon si avventurava in cambi disperati. Fuori Cordova ed è entrato Valdes. A esasperare (se possibile) l' esasperazione in campo è persino entrato Motta, il capo dei desaparecidos delle punte baresi. La partita ha poi avuto il suo degno epilogo: dopo due avventurose e romantiche uscite di Battistini, tale Palladini dalla sinistra ha tirato il pallone in una rete. Sabato al San Nicola arriva l' Avellino, squadra che è riuscita a fare peggio di questo Bari. Soltanto un bel lodo (Galliani, Petrucci, va bene anche Previti) può evitare l' assurdo supplizio. - NOSTRO SERVIZIO LAURA DAINOTTI |