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Dettagli Allenatore - Archivio Dati Solopescara.com


Cognome: Zeman    Nome: Zdenek

classe:      Luogo Nascita: Praga

Nazione :

 

Stagione: 2011-2012    Categoria: Serie B

 

Stagioni nel Pescara Calcio

Stagione Cognome Nome Categoria Gare Camp. Ris
2011-2012 Zeman Zdenek Serie B 42 1° pos.
2017-2018 Zeman Zdenek Serie B 27 Esonerato
2022-2023 Zeman Zdenek Serie C gir. C 0
2023-2024 Zeman Zdenek Serie C gir. B 0

 

 

Ultima Modifica: 10/08/2011

Biografia:

 Biografia

Zdeněk Zeman nasce a Praga il 12 maggio 1947. Il padre Karel era primario ospedaliero mentre la madre, Květuše Vycpálková, era una casalinga[1]. Sarà lo zio materno Čestmír Vycpálek, ex allenatore della Juventus, a trasmettergli la passione per lo sport.

Nel 1968 il boemo si trasferisce a Palermo dallo zio Čestmír, ma proprio in questo periodo l'URSS invade la sua patria: decide allora di rimanere in Italia. Qui otterrà la cittadinanza italiana nel 1975, nonché la sua laurea (all'ISEF di Palermo con una tesi sulla medicina dello sport) con il massimo dei voti. In Sicilia conosce Chiara Perricone, sua futura moglie, che gli darà due figli, Karel, anch'egli divenuto allenatore, ed Andrea.

Carriera da allenatore

Gli esordi

Le sue prime esperienze come allenatore avvengono in squadre locali dilettantistiche (Cinisi, Bacigalupo, Carini, Misilmeri, Esakalsa) per poi prendere il patentino di allenatore professionista a Coverciano nel 1979; grazie all'intercessione dello zio, riesce poi ad allenare le giovanili del Palermo fino al 1983.

Dopo delle buone stagioni a Licata, con cui vince il campionato di Serie C2, viene ingaggiato prima dal Foggia (C1) e poi dal Parma in Serie B, dove durante il precampionato riuscirà a sconfiggere per 2-1 il Real Madrid per essere poi esonerato qualche mese dopo. Zeman torna quindi in Sicilia alla guida del Messina, dove ha modo di lanciare in prima squadra Salvatore Schillaci.

Il "Foggia dei miracoli"

Dopo una buona stagione alla guida del Messina viene ingaggiato nuovamente dal Foggia, neopromosso in Serie B, alla cui presidenza c'è Pasquale Casillo. Nasce quindi, nel 1989, il "Foggia dei miracoli", caratterizzato da un 4-3-3 spiccatamente offensivo e da un gioco spumeggiante: la squadra, dopo aver vinto il campionato di Serie B 1990-1991, si salverà con tranquillità per tre stagioni nella massima serie, ottenendo un nono, un undicesimo e nuovamente un nono posto. Nel 1993-1994, l'ultima stagione prima dell'addio di Zeman, il Foggia sfiora l'ingresso in Coppa UEFA, ma viene sconfitto (0-1) dal Napoli di Marcello Lippi all'ultima giornata di campionato.

Le esperienze romane

Per la stagione 1994-1995 viene ingaggiato dalla Lazio. Con la compagine biancoceleste riesce ad ottenere buoni risultati, centrando al suo primo anno di Lazio il secondo posto, dopo aver battagliato per un certo periodo per lo scudetto ed offerto prestazioni esaltanti (emblematico fu l'8-2 rifilato alla Fiorentina); la stagione successiva la Lazio del tecnico boemo si piazza al terzo posto, ma il 27 gennaio 1997, dopo un avvio di stagione infelice, Zeman viene esonerato, lasciando la panchina delle Aquile a Dino Zoff. Per l'annata successiva il presidente Franco Sensi gli offre la panchina della Roma e Zeman accetta di prendere per mano una squadra che l'anno precedente era arrivata dodicesima in Serie A salvandosi solamente alla quartultima giornata battendo l'Atalanta, ottenendo un ottimo quarto posto, senza però riuscir mai a tener testa a Juventus, Inter ed Udinese. Nel campionato 1998-99, ancora alla Roma, Zeman giunge quinto e non viene confermato per la stagione successiva; viene sostituito da Fabio Capello.

Dalla Turchia alla Campania

Dopo l'esperienza con il Fenerbahçe di tre mesi, in cui conquista appena tre vittorie, ritorna in Italia per allenare il Napoli appena promosso in Serie A, ma i risultati non sono positivi: due soli punti conquistati in 6 partite, risultati che saranno decisivi per la retrocessione finale del Napoli. Zeman torna in B sempre in Campania, prima con la Salernitana (un sesto posto e un esonero) e poi, nella stagione 2003-2004, con l'Avellino dove ritrova il presidente Pasquale Casillo e il direttore sportivo Peppino Pavone. Con gli irpini lancia l'attaccante bielorusso Vitali Kutuzaŭ e il centrocampista italiano Antonio Nocerino, ma la squadra retrocede in Serie C1 e il boemo lascia la panchina campana.

La prima esperienza a Lecce
Nella stagione 2004-2005 Zeman torna in Serie A sulla panchina del Lecce, ottenendo la salvezza e lanciando giocatori come Mirko Vučinić e Valeri Božinov (ceduto a metà campionato). Al termine della stagione il rapporto contrattuale non è rinnovato. Zeman conclude l'annata con il secondo migliore attacco del campionato, con un solo gol in meno della Juventus campione, anche se la difesa giallorossa risulta la più perforata del campionato italiano. Per la prima volta nella storia del campionato di Serie A la squadra con la peggior difesa non retrocede.

Parentesi bresciana e ritorno in Salento

Il 5 marzo 2006 Zeman assume la guida tecnica del Brescia, squadra di Serie B, dichiarando di voler giocare le restanti undici partite per vincere per portare la squadra a giocare i play-off per la promozione in Serie A[6]. Il boemo è chiamato a sostituire Rolando Maran, esonerato dal presidente Gino Corioni malgrado fosse reduce da una vittoria per 3-0 e nonostante la squadra si trovasse al quinto posto in classifica. Alla fine della stagione il Brescia guidato da Zeman, dopo una serie di risultati negativi, resta in serie B dopo aver mancato la qualificazione ai play-off.

Il 21 giugno 2006 il Lecce ufficializza l'ingaggio di Zeman, che ritorna così sulla panchina dei giallorossi dopo un anno. Sebbene inizi bene il campionato di Serie B 2006-2007, il Lecce di Zeman attraversa in seguito un periodo in cui si registrano molte sconfitte. Dopo aver chiuso l'anno solare nella seconda metà della classifica e dopo 10 sconfitte in 18 partite di campionato la dirigenza salentina decide di esonerare il tecnico boemo alla vigilia di Natale, il 24 dicembre 2006, mentre si trova in vacanza a Praga. Al suo posto è ingaggiato Giuseppe Papadopulo, il quale conduce la squadra salentina ad una tranquilla salvezza.

Stella Rossa

Il 17 giugno 2008 diventa allenatore della Stella Rossa, subentrando ad Aleksandar Janković. I risultati sono deludenti: la squadra non riesce ad accedere alla Coppa UEFA venendo eliminata dai ciprioti dell'Apoel Nicosia. In campionato le cose non vanno meglio: la Stella Rossa, seconda e imbattuta nel campionato precedente, dopo tre giornate si trova ultima in classifica con un solo punto e zero gol segnati, posizione che conduce all'esonero di Zeman.

Il ritorno a Foggia

Il 20 luglio 2010 il vecchio presidente degli anni della ribalta Pasquale Casillo e altri imprenditori riacquistano ufficialmente il Foggia, richiamando come allenatore Zeman e riformando la storica triade del "Foggia dei miracoli" con Giuseppe Pavone come direttore sportivo. Dopo aver concluso la stagione al sesto posto (con il miglior attacco e la peggiore difesa), sfiorando così i play-off, il 23 maggio 2011 dichiara in conferenza stampa che la sua avventura in rossonero è terminata, poiché deluso dai risultati conseguiti.

L'arrivo a Pescara

Il 21 giugno 2011 diventa l'allenatore del Pescara, in Serie B.

Le accuse su frode sportiva nel calcio

Dopo un quarto posto in campionato con la Roma, nel luglio del 1998 Zeman lancia la sua accusa di abuso di farmaci nei confronti del mondo del calcio. Le polemiche si estesero all'intero campionato italiano coinvolgendo lo stesso Zeman, a cui si imputò l'aver fatto assumere per pochi giorni la creatina ai giocatori della Lazio nel periodo durante il quale ne era allenatore. Da tali dichiarazioni di Zeman, ebbe luogo una indagine diretta dal pubblico ministero torinese Raffaele Guariniello che coinvolse diverse squadre, tra cui, la Juventus, il Torino, la Roma e il Parma; ma solo nel caso delle squadre torinesi fu aperto un processo in quanto erano originarie della giuridizione di Guariniello. Per quanto riguarda il processo penale alla Juventus, il processo si chiuse nel marzo 2007 con la sentenza della Corte di Cassazione che confermò l'assoluzione, pronunciata in Appello, degli imputati Riccardo Agricola (medico sociale) e Antonio Giraudo (dirigente) dalle accuse legate al doping e che però annullò la sentenza di assoluzione in secondo grado, circa l'abuso di farmaci, in quanto i giudici in tale grado guiridico non avevano tenuto conto di alcuni particolari, tanto che la Suprema Corte disse che sarebbe stato opportuno fare un nuovo processo basato solo sull'accusa di abuso di farmaci. Per quest'ultimo reato, però, i termini di prescrizione erano nel frattempo scaduti e non venne quindi istruito un nuovo processo. Il 26 aprile 2005, la Camera di Arbitraggio dello Sport (CAS), su richiesta presentata dalla Commissione Scientifica Antidoping del CONI il 7 marzo dello stesso anno, sancì che «l'uso di sostanze farmacologiche che non sono espressamente proibite dalla legge sportiva, e che non possono essere considerate come sostanze simili o associate a quelle espressamente proibite non può essere sanzionato con provvedimenti disciplinari».

 

Carriera:

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