da LA REPUBBLICA, 2/6/1992
Stadio grande, più Borgonovo di LICIA GRANELLO «Mi innamoro solo se assomiglia a Massara». Cantavano forte, i ragazzi del Pescara, facendo salire in alto il nome del loro piccolo compagno prodigio. Facce accese, voci allegre, non arrochite dal sonno, malgrado fosse notte già fonda. E' successo così per il ritorno in Serie A, il secondo con Galeone in panchina e Scibilia sulla poltrona di presidente. Una partita giocata con prudente serenità: Udinese contenta di raccogliere un punto per non smettere di sperare, Pescara felice di tirare una riga lunga da qui a lì sulla permanenza in serie cadetta. Se i canti, le bandiere contro il vento, gli infiniti cappellini biancoazzurri erano stati riposti per i novanta minuti decisivi, la festa è dovutamente riesplosa subito dopo il fischio del bravo Collina, stadio e piazze e viali pieni di felicità senza rivalse, roba che i giocatori dell' Udinese si mangiavano le mani. Anche negli spogliatoi dello stadio Adriatico la gioia è stata una sequenza ininterrotta di gavettoni e bottiglie di champagne usate come docce preziose, ma tutto senza accanimenti, senza piccole grandi vendette da consumare, come spesso succede altrove. E dopo, a sera tarda, nell' albergo del lungomare che ha ospitato la festa collettiva, altri cori, i fratelli Ferretti alle prese con chitarre, Pier Paolo Marino in tuta e occhiali a cantare, neanche male, "Marina", "Tammuriata nera" e "O' suldato nnamorato"; Scibilia alle prese con brindisi senza alcun veleno. Difficile da riscontrare nel finto paradiso del pallone, ma la serie A, da queste parti, profuma ancora di pulito. Sarà che i pulcini di Galeone sono un mix strampalato di ex geni dimenticati e giovani mai stati rampanti, sarà che più dei soldi ha potuto la dirittura morale, eppure la favola della provincia diventata grande, funziona ancora, eccome. Qualche nome sparso? Quello di Frederic Massara, 23 anni, ragazzo del Filadelfia (cioè di scuola granata), madre francese, faccia sveglia e affilata, gambe storte come neanche Edy Bivi. Provenienza Pavia, credito scarso, campionato in crescendo eccellente, gol e punizioni guadagnate con la sua corsa nervosa e irresistibile. Oppure Edy Bivi, faccia scavata dai nervi, moglie ex funzionario della Banca d' America e d' Italia, massimo della carriera nel Bari. Ha segnato dodici gol, suo figlio Ranieri otto giorni fa è stato pizzicato negli spogliatoi di Reggio Emilia dall' arbitro Lanese mentre indossava la stessa maglia del padre. «Ehi, guarda che non si può entrare in campo con due numeri uguali». E lui, serissimo: «Non si preoccupi, tanto non gioco». Le donne del Pescara sono quasi tutte defilate. La signora Galeone fa l' insegnante a Udine, la signora Scibilia è tutta dedita alla nipotina appena nata. La figura della first lady è incarnata da Piera Fedele, moglie del vicepresidente, faccia aperta e modi battaglieri. Le hanno appena dedicato un fans club, premiando, senza saperlo, la madrina delle serate maori. Succede, infatti, che il Pescara ha infilato la corsia del sorpasso continuato in coincidenza con il primo appuntamento del giovedì, dedicato alla rivisitazione delle canzoni degli ultimi vent'anni. Prima della buona notte, negli ultimi quindici giovedì, il clan pescarese si è anche esibito nella riproduzione rituale della danza di guerra che i rugbisti degli All Blacks mimano prima di ogni partita. I risultati felici hanno impedito la cessazione della cerimonia e incentivato l' allargamento degli iniziati. Scibilia tollera tutto e non si scompone quasi mai. Si è infastidito appena per le dimissini di Davide Fedele, uno dei tre fratelli azionisti al 50 per cento della società. Finirà che si riprenderà tutto, l' ex patron del Gis Gelati di Francesco Moser. Intanto, ha dato carta bianca al direttore generale Marino perché azzeri rapidamente i dubbi tecnici sulla futura solidità della squadra. Galeone è atteso alla firma nel giro di qualche giorno. Gli è stato offerto un contratto triennale vicino ai due miliardi, più la certezza che il Pescara di domani sarà ancora meglio che quello di oggi. Nei desideri di Scibilia c' è l' annuncio dell' acquisto di Borgonovo (a patto che non straripino gli zeri della cifra d' ingaggio) già prima della partita con il Padova. Poi due stranieri: chance per il croato Vucevic, centrocampista ventiduenne dell' Hajduk Spalato (che verrà visionato tra qualche giorno a Zagabria) e per il difensore centrale Dubaic, in forza allo Stoccarda. Galeone pensa a una squadra corta, anche spregiudicata, ma senza vocazioni suicide: «Ormai anche gli zonisti più ortodossi stringono il campo tenendo i laterali raccolti e lasciando a uno dei centrali la possibilità di scivolare indietro di un passo». Gli italiani, tutti confermati, tranne Monelli e forse Savorani. Il tecnico vuole un portiere svelto, che sappia uscire e farsi rispettare: tramontata l'ipotesi Tacconi, Marino ha contattato Rampulla. Resta una manciata di sogni possibili, come lo stadio nuovo da costruire a trenta chilometri da qui, a Mosciano, perché i 24 mila biglietti venduti domenica non siano più un azzardo e si possa finalmente puntare sulla quantità degli abbonamenti disponibili. Oppure una panchina più corposa, se non più lunga. Il resto è nelle mani di Galeone.
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