dal CORRIERE DELLO SPORT, 4/11/2000 Non è Pescara se non c'è Galeone di IVANO DI SCIASCIO
Galeone e il Pescara ricominciano. Per la quarta volta, per la nona volta complessiva. Insieme hanno vissuto tutto quello che la storia del calcio può regalare, numericamente, emozionalmente. Promozioni, salvezze, retrocessioni, gioie, amarezze, incomprensioni. E anche di ritrovarsi nel bel mezzo di un campionato, come nel '90/91 al posto di Mazzone, esonerato guarda un po'!, dopo una sconfitta contro l'Ancona. Una specie di apripista la squadra marchigiana per Galeone, che anche a Perugia subentrò al duo Orazi-Giannattasio, proprio all'indomani di una clamorosa debacle (4-0) con i dorici. Furono salvezza e promozione quelle, entrambe insperate. E adesso si ritrovano in un lampo. Trattativa, accordo, e primo allenamento, tutto in 24 ore. Le consultazioni telefoniche di giovedì, «ok si può fare», la firma sul contratto (380 milioni, fino a giugno), le carte partono per Roma. Si deve correre, insomma. Tuta, scarpini, tutto è pronto per la prima seduta. Due ore per cominciare: il tempo per dare un'occhiata alla squadra, dare i primi messaggi, roba vecchia per molti, novità epr altri ed abbozzare un primo schieramento. Non c'è tempo per le emozioni, il Pescara è in ritiro a Imola in vista della partita di Venezia, la squadra è ultima in classifica con quattro punti all'attivo e tante contestazioni alle spalle.
Non c'è tempo. Gregori terzino destro, idea che ha radici nella scorsa stagione, il recupero di Zanini, le prime interessanti indicazioni. Qualche schema e per la prima può bastare. «A me sembra come se non fossi mai andato via - è l'apertura di Galeone - O meglio - e qui facendo sfoggio del suo colorito conversare - mi sento come una donna a cui sono state messe le corna, passando ad una giovincella, per poi ricredersi e tornare al vecchio amore». Si passa subito in rassegna la squadra, le prime impressioni. «Come valore complessivo, più o meno sul livello di quella dello scorso anno. Gli ultimi acquisti poi, sono di grande spessore, oggi ho scoperto con piacere sia Palmieri che De Patre. Mi hanno favorevolmente impressionato».
La dura realtà però, confina il Pescara nel fondo della classifica. «E' chiaro che una squadra che non ha mai vinto ha sicuramente dei problemi. Come sintomatico è il fatto che ne sono andati in campo nove versioni diverse. Al contrario vorrei, come è mia abitudine, bloccare una squadra, cercando di dare continuità e fiducia». Una pausa e si ricomincia. «Dovrò essere abile a capire, nel minor tempo possibile, i problemi veri, cercando di guadagnare tempo. Quello se ne è perso abbastanza, tanto più che in questa prima fase, la squadra ha avuto dalla sua un calendario a dir poco favorevole».
Cambia la musica adesso: Venezia e Piacenza le melodie, ma Galeone non ha paura di steccare. «Non allarmiamoci più di tanto: sarà l'occasione giusta per vedere di che pasta siamo fatti». Il rapporto con il vice presidente Olivieri, la tifoseria organizzata che rumoreggia sulla sua scelta, la rosa troppo ampia. Argomenti spinosi, su cui Galeone si dimostra molto diplomatico, in attesa di verifiche personali. «Non ho parlato con il vice presidente. Sicuramente nei prossimi giorni ci incontreremo. Sui tifosi, qualcosa mi hanno accennato, vedremo quando tornerò a Pescara. Rosa troppo ampia? Sicuramente, ma vorrei osservare e capire con attenzione, valutare al meglio tutti. D'altronde ci sono giocatori che conosco appena e sui quali non posso esprimere giudizi».
Venezia per cominciare. La città lagunare, che diede il là ad una stagione trionfale del Gale, nella sua Udine. Stagione '94/95, l'Udinese scarica Fedele. In rampa di lancio Galeone che fa il suo esordio al "Penzo" contro i veneti. Tre a uno il risultato finale. La storia per Galeone spesso si ripete...
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