Storia - "AVVENIMENTI" La piazzaforte di Pescara si arrese al Generale Duhesme il 24 dicembre del 1798, senza che i Francesi avessero sferrato un vero e proprio assalto. Furono catturati 60 grossi cannoni di bronzo, 10 di ferro, 4 mortai e circa 2000 prigionieri, tra i quali il Comandante Colonnello Prichard. Partito il Duhesme, fu sostituito dal Comandante Coutard, il quale organizzò la municipalità ai primi di gennaio 1799. nominando Presidente Michele Pina, Prefetto Giuseppe Camponero e membri Francesco Saverio Conti, Vincenzo De Marinis e Ignazio Monasterio. Lo stesso Coutard, il 12 gennaio, insedia in Pescara il Consiglio Supremo, presieduto da Melchiorre Delfico. Pescara, in un primo tempo, entrò a far parte del dipartimento della Pescara, con capoluogo L'Aquila e, successivamente, del dipartimento dell'Aterno, con capoluogo Chieti. Il 26 aprile giunse nella piazzaforte, con la sua legione di giovani repubblicani, Ettore Carafa. Il giorno successivo, le truppe Francesi cominciarono lo sgombero della piazzaforte. Il 1° maggio le "masse" iniziarono l'assedio al comando del Barone Luigi De Riseis. Frequenti furono le sortite della legione di Carafa, tra le quali una al colle di San Silvestro, per distruggere una postazione di artiglieria che batteva la piazzaforte. Una flottiglia di imbarcazioni agli ordini di Giuseppe Antonio Ballani poneva il blocco al fiume, impedendo ogni rifornimento agli assediati. Verso la metà di maggio una colonna francese di soccorso fu affrontata dalle "masse" e respinta sulle rive del Tronto. Attacchi delle "masse" del Barone Dario e di Salvatore Giordano vengono respinti dalla guarnigione alla metà di maggio. Il 24 maggio arriva sotto le mura di Pescara Giuseppe Pronio con 2 mortai messi in batteria nei pressi del convento dei Cappuccini (attuale Ospedale Civile) e 4 cannoni di grosso calibro. Il numero dei componenti le "masse" assedianti, dopo l'arrivo di Pronio, si fa ascendere ad almeno 6.000 uomini. Il totale dei difensori della fortezza non superò mai le 400 unità. Giuseppe Pronio offre al Carafa di capitolare a buone condizioni. Il Carafa tenta di comprare alla sua causa il Pronio. Il Carafa attendeva notizie da Napoli ed il 14 giugno riprese le ostilità con una vigorosa sortita dalla piazzaforte. Negli ultimi giorni di giugno giunse notizia della capitolazione dei forti di Napoli e che il tentativo di soccorso da parte dei Francesi era stato sventato. Vennero riprese le trattative tra il Pronio e il Carafa: è controversa l'esistenza di una capitolazione scritta tra lo stesso Carafa ed il Pronio. Il 30 giugno Pescara si arrese alle stesse condizioni dei Castelli di Napoli. Entrate le "masse" in Pescara, una delle polveriere esplose, uccidendo alcune centinaia di persone. In un imprecisato giorno del 1799 andò distrutto per incendio l'archivio comunale di Pescara.
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