Stefano Rebonato (Verona, 31 maggio 1962) è un ex calciatore italiano, attivo negli anni ottanta e novanta nel ruolo di centravanti.
Capocannoniere del campionato di Serie B nella stagione1986-87, contribuì in prima persona a portare il Pescara in Serie A per la terza volta nella sua storia, segnando 21 gol.
La stagione successiva viene ceduto alla Fiorentina, ma delude le attese, andando a segno in 2 sole occasioni. A fine stagione viene pertanto ceduto al Catanzaro, dove disputa due stagioni fra i cadetti piuttosto contraddittorie :discreta la prima, negativa la seconda nella quale non realizza nessuna rete e i calabresi chiudono il torneo all'ultimo posto
Ha complessivamente totalizzato 187 presenze e 43 reti in Serie B
Squadre di club 1980-1981 Verona 6 (0) 1981-1982 → Rondinella 33 (8) 1982-1983 → Cremonese 17 (4) 1983 Verona 0 (0) 1983-1984 Pescara 20 (5) 1984-1985 → Campobasso 24 (1) 1985-1987 Pescara 66 (29) 1987-1988 Fiorentina 17 (2) 1988-1990 Catanzaro 54 (4) 1990-1992 Mantova 38 (8)
Quando nomini Stefano Rebonato, “Rebogol”, che oggi ha 48 anni, tornano a galla tanti ricordi. E’ così anche per lui. Il tempo non può cancellare tutte quelle emozioni colorate di bianco e di azzurro. Le passeggiate del lunedì alla Casa del biscotto di Mimì e Lucia, in via Nicola Fabrizi, le cene del giovedì fuori città, l’amore della gente lungo le vie del centro. I migliori anni della nostra vita, li chiamerebbe Renato Zero. «Ogni tanto a casa rivediamo quel filmato della promozione in serie A, con la telecronaca di Enrico Rocchi. Sempre lo stesso brivido», racconta l’ex attaccante veronese, sposato e con tre figli. Del calcio, quello patinato, non fa più parte. Ha smesso di giocare a 42 anni, nei dilettanti. Ora lo fa per beneficenza con le vecchie glorie del Verona. Nella sua nuova vita ci sono casa, lavoro e solo un po’ di pallone, ma dilettantistico: collabora con alcune società dilettantistiche del Veronese. Fuori dai grandi giri. «Mi sarebbe piaciuto fare una carriera diversa, come Gasperini: non ho avuto l’occasione giusta, lui sì con le giovanili della Juve», dice Rebonato. A Pescara arrivò nel 1983, per caso. Non poteva immaginare di avere di fronte l’occasione della vita (in tre stagioni giocò 86 gare segnando 34 gol). «Ero nel Verona di Bagnoli, davanti avevo gente importante. Prima di una partita di Coppa Uefa contro la Stella Rossa di Belgrado, il tecnico mi disse: “Stasera sei titolare, e a fine partita c’è una novità”. Andammo a cena con il presidente del Pescara, Marinelli, il ds Manni e il tecnico Tom Rosati, che mi convinse. Non ero mai stato lontano da casa e avevo un po’ di timore». Inizia una stagione favolosa della sua vita: «All’inizio non fu facile, perché Tovalieri segnò diversi gol. La società mi mandò in prestito a Campobasso, ma sapevo che Pescara era la piazza giusta per me. Infatti arrivò la mitica promozione in serie A dell’86». Con le prodezze di Rebogol: «Quello con Galeone fu un anno da favola. Difficile scegliere un ricordo. Forse il gol a San Benedetto, uno dei più belli, il ventesimo: i tifosi entrarono in campo per festeggiare». Pescara gli fece guadagnare la Fiorentina. «Davanti avevo Diaz e Baggio, due intoccabili. Un problema ad un ginocchio ridusse le mie chance. In autunno ci fu la possibilità di tornare di nuovo a Pescara, ma Scibilia preferì non prendere un cavallo di ritorno». In Abruzzo non torna dai primi anni ‘90: «Solo qualche estate, non ho avuto più occasioni, anche perché la voglio ricordare com’era, meravigliosa». Rebonato è stato protagonista con il Verona e il Pescara più belli di tutti i tempi. Che effetto fa vederle entrambe in Prima divisione? «E’ una dura realtà. Il Verona è una squadra cinica e regolare, che ha una dote: non prende gol. Però in casa fa una fatica tremenda, non gioca un bel calcio, ma alla fine vince grazie ai singoli. Non è un campionato facile, i gialloblù non l’hanno in pugno. Lo scontro diretto per il Pescara sarà fondamentale: se lo vince, la volata per la B diventa entusiasmante. Spero comunque di vederle entrambe in B l’anno prossimo. Anche se il mio cuore dice sempre: “Forza Pescara”». Tratto da Il Messaggero del 12.02.2010
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