L'obiettivo per la neonata società pescarese per la stagione 2009-2010 è il ritorno in serie B. I risultati iniziali sono molto buoni e portano gli abruzzesi nelle primissime posizioni. Alla decima giornata il Pescara ed un vecchio ma rispettabile "nemico", il Verona (partito con lo stesso prestigioso obiettivo), si ritrovano al primo posto in classifica, inseguite dal Portogruaro. Intanto a metà stagione cambiano gli assetti societari, il 2 febbraio 2010 infatti viene nominato Presidente dei biancazzurri Giuseppe De Cecco, già Socio e fondatore della Delfino: l'ex presidente Deborah Caldora resta comunque in seno alla società come Socio. Dopo l'inizio di campionato esaltante, la squadra inizia a rallentare la sua corsa, raccimolando solo 7 punti in 8 giornate: la squadra delude sul piano del gioco ed la piazza insorge contro squadra ed allenatore. Si arriva così al posticipo giocato all'Adriatico contro la Cavese, fanalino di coda: i biancazzurri mandano in scena una delle peggiori partite degli ultimi anni, perdendo per 2 a 1 (doppietta di Schetter per i campani) proprio nella serata della commemorazione dello storico capo ultrà pescarese. La piazza chiede a gran voce la testa di mister Cuccureddu, che in settimana viene esonerato: al suo posto arriva dal settore giovanile Eusebio Di Francesco, ex giocatore della Roma nonché allenatore della Virtus Lanciano nella stagione precedente (ed il destino volle che la prima partita da mister del Delfino fosse proprio contro i frentani). Dopo un primo periodo di difficoltà con la squadra che riporta due sconfitte consecutive con Ternana e Portogruaro il Delfino era finito fuori dalla zona play-off, ma con splendide prestazioni vince 3 partite consecutive stabilendosi in 2^ posizione assieme ai veneti amaranto: e grazie alla prima sconfitta esterna del Verona (contro il Real Marcianise), i biancazzurri si presentano al big match dello Stadio Marcantonio Bentegodi con soli 2 punti in meno degli scaligeri. Dopo alterne fortune, nell'ultima giornata i biancazzurri nell'ultima partita (contro il Real Marcianise) fino all'88º minuto erano virtualmente promossi in Serie B, grazie al 3 a 2 contro i campani ed il contemporaneo pareggio tra Hellas Verona e Portogruaro Summaga: ma i biancazzurri, a causa di un gol dell'attaccante dei veneti granata Bocalon, terminano la regular season al secondo posto e sono costretti a giocarsi la promozione ai play off. In semifinale i biancazzurri affrontano la Reggiana: con uno 0-0 nel match di Reggio Emilia ed un netto 2-0 allo Stadio Adriatico (gol di Massimo Ganci e Francesco Zizzari), il Delfino accede alla finalissima dove i biancazzurri sfidano, come da pronostico, l'altra corazzata del girone: il Verona. L'andata al Bentegodi termina con uno spumeggiante 2-2: gli scaligeri passano subito in vantaggio al 4' con Ciotola (che approfitta di un grossolano errore del centrale difensivo Andrea Mengoni e sembrano controllare la partita. Nel secondo tempo i biancazzurri attaccano a testa bassa e con i gol di Massimo Ganci (su rigore, fischiato per fallo di mano sulla linea di Pugliese, che viene espulso) e di Marco Sansovini sembrano chiudere la pratica: ma al 94' arriva la doccia gelata con il gol in rovesciata di Russo sugli sviluppi di una punizione (dubbia) che lascia qualche speranza ai veronesi per la gara di ritorno. Il match di ritorno si gioca in un palcoscenico non da Prima Divisione, ma da Serie A: allo Stadio Adriatico, davanti ad oltre 22.000 persone (anche se ad occhio erano molti di più....) , di cui 2.000 veronesi, il Pescara nel primo tempo lascia sfuriare il team veneto (anche se il portiere Pinna non deve mai intervenire). Nella seconda frazione di gioco i biancazzurri iniziano a farsi pericolosi ed al 13' arriva il gol promozione: protagonista è ancora una volta Massimo Ganci, che con un tiro da 30 metri infila la sfera sotto il sette e manda in visibilio una città intera che aspettava la promozione in Serie B da 3 anni.
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