4 settembre 2001
PESCARA - Pescara non è un' eccezione, anche a Pescara
nessuno è profeta in patria. Persino Margiotta o Dicara, tanto per citare due
nomi conosciuti, hanno dovuto fare i conti con il malcontento e la delusione
dei tifosi. Quest' estate, però, il dopo-retrocessione è stato accompagnato da
una rabbia particolarmente accentuata verso il presidente Scibilia e i
giocatori reduci dalla passata stagione. Società e tecnico sono stati costretti
a fare di necessità virtù, e per rilanciarsi si sono affidati ai giovani della
Primavera, vicecampioni d' Italia. Il lavoro svolto dal tecnico delle squadre
giovanili, Cetteo Di Mascio, ha prodotto un gruppo di ragazzi svegli e
reattivi. «La situazione che ho trovato appena arrivato a Pescara era
abbastanza difficile - ha detto il tecnico Ivo Iaconi -. Una squadra da
rifondare, un clima pesante, una tifoseria assente e ostile. Per ridarci
fiducia, ogni volta, si guardava sempre ai giovani della Primavera, e quando
due di loro (Romano e Vitone, n.d.r.) sono stati ceduti la scorsa estate alla
Juventus mi sono prima compiaciuto ma poi anche preoccupato, temevo che se ne
andassero tutti. Ho a disposizione degli elementi interessanti, però, proprio
per facilitare la loro maturazione, adesso ci servono giocatori di categoria,
poiché alla fine è il campionato che conta. Non è mai stata una buona scelta
caricare troppe responsabilità su ragazzi così giovani». Ed il vicepresidente
Oliveri conferma: «Torneremo sul mercato, ma intanto lasciatemi godere questa
bella vittoria firmata dalla nostra Primavera». La disanima del d.s. Andrea
Iaconi, fratello del tecnico, è chiara: «Ci siamo dovuti accollare colpe e
responsabilità della retrocessione, ma ora lasciateci questa soddisfazione. Con
la Primavera stiamo raccogliendo i frutti di un' attività di tre-quattro anni,
grazie al lavoro splendido dello staff del tecnico Di Mascio, che ha dato anche
una caratteristica spiccatamente abruzzese al suo impegno e alle sue scelte.
Pescara, anche in C, è la società calcistica più importante della regione e ci
sembra giusto valorizzare soprattutto i ragazzi abruzzesi, anche perché sono
loro e le loro famiglie a guardare verso di noi. Ciò non toglie che quando
questi giovani saranno più temprati, potranno trasferirsi in altre e più
prestigiose società, come hanno fatto Romano e Vitone, e come potrebbe fare
Pomante l' anno prossimo». E finisce con una sviolinata fraterna: «E poi quest'
anno c' è maggiore disponibilità verso i ragazzi, non tanto per una questione
di categoria, ma perché c' è un tecnico più disposto a rischiare e meno
condizionato dall' età anagrafica». Alfredo Di Pasquale Da tre anni chi scende
dalla serie B non riesce a vincere il campionato Sono tre anni che una squadra
retrocessa dalla serie B non vince la C1: l' ultima volta è accaduto nel
1997-98 con ben tre squadre (Cesena, Cosenza e Cremonese). Da quando esiste la
C1, fra le squadre retrocesse la scorsa estate, sono già riuscite a vincere il
campionato subito dopo la caduta dalla serie B il Monza (1981-82) e il Pescara
(1982-83).
23 settembre
2001
Pescara, trasferta della verità
Grande in casa, la squadra di Iaconi cerca i primi gol
e i primi punti esterni Il tecnico: «A Chieti è stata una partita speciale. Noi
dobbiamo abituarci a questa categoria e recitare un ruolo da protagonisti». A
cominciare da Benevento
LA 4ª GIORNATA / Una tra le favorite del girone B ha
avuto una partenza altalenante Pescara, trasferta della verità Grande in casa,
la squadra di Iaconi cerca i primi gol e i primi punti esterni Il tecnico: «A
Chieti è stata una partita speciale. Noi dobbiamo abituarci a questa categoria
e recitare un ruolo da protagonisti». A cominciare da Benevento PESCARA - Le
cifre, seppure dopo sole tre giornate, potrebbero autorizzare una diversa
valutazione sull' efficacia del gioco del Pescara, a seconda che si tratti di
partite interne o esterne. E quella di oggi a Benevento sembra proprio la
giornata più adatta per misurare la credibilità di questo test sulle due
presunte facce della formazione adriatica. Il tecnico Ivo Iaconi non è però d'
accordo: «Secondo me non esiste questa differenza e spero proprio di non sbagliarmi.
È vero che abbiamo perso nell' unica trasferta fin qui giocata, ma era anche
una partita particolare, un derby contro i cugini di Chieti che mancava da
tanti anni, giocando tra l' altro in un clima speciale. È insomma un precedente
che non fa assolutamente testo; anzi, per il tipo di gioco, per la mentalità
che la squadra deve acquisire, e per i propositi, il Pescara per recitare il
ruolo di protagonista che gli compete dovrà fare punti anche fuori casa, quindi
dovrà vincere con una certa frequenza anche in trasferta. A Benevento perciò
dovremmo tentare il colpo grosso». Non c' è dubbio comunque che in serie C1,
piuttosto che in serie B, il fattore campo possa farsi sentire. Aggiunge il
tecnico: «Certo, in alcuni campi questo è vero, con il pubblico che ti sta
addosso e fa sentire il suo calore. La differenza rispetto alla B si sente, ma
non era certo il caso di Chieti, quindici giorni fa, o di Benevento. Del resto
se è vero che in alcuni campi saremo danneggiati dalle condizioni ambientali, è
anche vero che alcune squadre potrebbero sentirsi a loro volta a disagio negli
ampi spazi del nostro stadio Adriatico». Da quanto s' è intuito, comunque, il
Pescara potrebbe avere caratteristiche tecniche che meglio si esprimono nelle
gare casalinghe, a prescindere dai risultati delle tre gare sin qui disputate.
Iaconi dice: «In teoria non lo so, io comunque spero ancora di no. Anche da un
punto di vista tattico, credo si possa riconoscere al Pescara una certa
superiorità tecnica per la categoria, sia dentro che fuori casa; di conseguenza
le partite a mio avviso finiranno per assomigliarsi, le squadre avversarie
sceglieranno più di una volta una gara di attesa, saranno lì ad aspettarci e
toccherà puntualmente a noi, spesso anche in trasferta, fare la partita». A
prescindere dalle cifre, il vero problema del Pescara sembra quello che
riguarda l' organico, con giocatori in arrivo e altri in partenza: tra atleti
che potrebbero ancora partire e quelli che potrebbero ancora arrivare, la
squadra non ha ancora la sua fisionomia definitiva. E in attesa che ciò
avvenga, ecco che c' è una trasferta a Benevento nella quale il Pescara deve
assolutamente rompere il ghiaccio.
12 gennaio
2001
Calciomercato:
Zanini dal Pescara al Monza e a Pescara arriva Mazzeo, 32 anni, esperto
tornante. La partenza di Zanini segue quelle di Sbrizzo (al Savoia), Rachini (a
L' Aquila) e lo scambio D' Aversa-Bonomi con la Samp. In corso la trattativa col
Perugia per la cessione di Giacobbo.
15 gennaio 2001
Il Pescara scivola
verso la retrocessione e la gara Pescara - Crotone (1-2) fra lanci di pietre e
lacrimogeni sancisce il divorzio tra Galeone e il Pescara. Al 33' dalla curva
nord i tifosi iniziano a lanciare bengala che obbligano l' arbitro a
interrompere il match per 3' . Al termine della gara l’ennesima contestazione
dei tifosi costringe la squadra a ritardare l' uscita (un sasso colpisce anche
l' auto del presidente del Crotone Vrenna). Vengono bruciati cassonetti e
lanciate bottiglie verso la polizia.
16 gennaio
2001
Si consuma l’addio con Giovanni Galeone. Il “profeta”
si dice dispiaciuto della scelta di sollevarlo dall’incarico.
Galeone parla con il d.s. Jaconi e con Garzelli ed
esprime il desiderio di provarci. Un fatto d' amore e non di soldi, ma ormai l'
esonero è deciso. “Mi spiace - dice il tecnico -. Auguro alla società le
migliori fortune, ne sono ultrasicuro, la squadra si salverà, ha i numeri per
riuscirci a patto che i giocatori facciano fronte comune e dimentichino il
resto”.
17 gennaio
2001
La società punta sull’esperto Tarcisio Burgnich il
quale accetta l’incarico con un contratto fino a giugno e nel pomeriggio dirige
il sup primo allenamento. Dopo il primo contatto con la squadra il tecnico
viene presentato alla stampa. Nella conferenza Garzelli dichiara: “A questo
punto non ci resta che andare in pellegrinaggio a Lourdes”. Il nuovo tecnico affronta
di petto la situazione con i giornalisti
: “Purtroppo la situazione non è delle migliori - dice Tarcisio -, la
classifica la conosciamo tutti. Però ci sono i margini per venirne fuori. La
squadra non è certo al meglio, ma in passato mi sono capitate situazioni
analoghe e ne siamo venuti fuori. Mi spiace sapere che qualcuno vuole andare
via, d' altro canto meglio così che restare controvoglia. Rifondare? Non ci
sono rifondazioni da fare. Tra l' altro li ho visti un paio di volte, l' ultima
con la Pistoiese e avevano giocato bene, un ottimo calcio, come del resto
insegna Galeone. Purtroppo a volte il giocar bene non basta. Bisognerà uscire
dal campo distrutti e con le maglie sudate. Il mio credo? Con l' organico a
disposizione attuerò un 3-5-2 con Giacobbo, che conosco, dietro i due marcatori
che potrebbero essere Sadotti e Gregori. Nomi nuovi? Pensiamo a un attaccante e
un difensore, ne parleremo con la società. La situazione? Direi simile al primo
Foggia quando arrivai e la squadra aveva il campo squalificato e perdemmo 2
partite consecutive in trasferta. Vivremo alla giornata avendo come obiettivo
di ottenere 34 punti o giù di lì, facendo corsa su chi è 11 lunghezze davanti.
Bisognerà dare tutto. Nessuno ha certezze. Dobbiamo fare quadrato, società, giocatori
e tifosi perché in C si sta male, meglio evitarla”.
28 gennaio 2001
Dopo il pareggio a Genova contro la Sampdoria (1-1)
Burgnich si avvicina all’esordio all’Adriatico. Intervistato risponde: “Mai
vinto all' Adriatico? E' ora di rompere la serie negativa. Vedrete un altro
Pescara”. Incalzato dal giornalista sull' etichetta di uomo prudente
contrattacca: “E' una storia vecchia. Si diceva di Inter catenacciara quando
vincevamo gli scudetti - spiega l' ex difensore azzurro - ma noi avevamo in
contemporanea gente come Suarez, Jair, Corso, Mazzola, mentre dietro giocava
Facchetti che ha segnato in carriera 55 gol, altro che difensore. In realtà il
catenaccio lo fanno adesso, anche se mascherato; con il calcio totale a
difendere vanno pure gli attaccanti, con la scusa di tenere le squadre corte.
Prima gli attaccanti restavano sempre oltre la metà campo, costringendo i
difensori a non andare all' avventura. Comunque, ognuno può scegliere le
etichette che vuole, questo sarà calcio totale ma sicuramente molto più
difensivista di anni fa”.
29 gennaio
2001
Tarcisio Burgnich alla prima all’Adriatico non riesce a portare il Pescara
alla vittoria contro il Cosenza. La gara finisce a reti inviolate. I
biancazzurri non conquistano la vittoria in casa da maggio del 2000 (successo
di misura con la Pistoiese).
Nel dopo gara il presidente Scibilia è infuriato: “Ci hanno mandato un
arbitro in malafede. Ha fatto di tutto per farci perdere. Ci ha negato anche un
rigore netto. Contro il Cosenza se non abbiamo vinto è colpa sua”. Amaro
Burgnich: “Dovevamo vincere ma davanti si è sbagliato troppo”.
19 febbraio 2001
Nella notte vengono infranti i vetri di un ufficio di consulenza, al primo
piano lungo viale Marconi a Pescara che si trova vicino alla sede del Pescara
calcio. L' ufficio viene confuso dai contestatori, non soltanto per la
vicinanza, ma anche per la curiosa scelta delle tende alle finestre, di colore
bianco e azzurro, come la casacca del Pescara.
22 febbraio
2001
La
commissione discplinare presieduta dall'avvocato Sergio Artico comunica il
dispositivo con il quale assieme ad altri calciatori Andrea Da Rold, in forza al Pescara, viene
giudicato responsabile di doping e squalificato per 16 mesi. La squalifica
decorre dal momento della sospensione cautelare del 19 gennaio 2001. Come
conseguenza la società rescinde il contratto (biennale da 200 milioni di lire) al calciatore.
22 febbraio
2001
Il Pescara torna alle origini e richiama al suo
capezzale Delio Rossi, il primo della serie di allenatori della sua
travagliatissima stagione. Terzo cambio di panchina in poco più di sei mesi e
giornata choc per Tarcisio Burgnich, che dopo aver diretto entrambi gli
allenamenti previsti al campo di San Donato si vede arrivare il d.s. Andrea
Iaconi con la notizia dell’esonera. La notizia piomba come un fulmine a ciel
sereno sullo spogliatoio, tanto che il dirigente viene raggiunto nel parcheggio
da alcuni giocatori per ulteriori spiegazioni.
Burgnich, con grande signorilità, si offe ai giornalisti per confermare che: “il
Pescara potrà ancora salvarsi”. Poi applaudito da alcuni tifosi si allontana.
La decisione della società viene commentata con grande autoironia dal
presidente Pietro Scibilia: “Adesso faremo tre o quattro partite con Rossi, poi
richiameremo Galeone e finiremo il campionato nuovamente con Burgnich”.
Delio Rossi, da parte sua, si limita a dichiarare il
minimo indispensabile. “Hanno chiesto la mia disponibilità a tornare e ho
accettato subito. Se il Pescara può salvarsi non posso dirlo ora, sono stato
fuori quattro mesi e l' organico è completamente diverso da quello che avevo
all' inizio. Domani vedrò la squadra all' opera (in amichevole con la
Santegidiese) e poi fornirò le mie impressioni alla stampa e ai dirigenti”.
27 febbraio
2001
Sui quotidiani si dà notizia della partenza di Vukoja per la Cina. Il
Tecnico Delio Rossi commenta: “Quando le cose vanno male succede sempre così:
la nave affonda i topi scappano, ognuno cerca di andarsene il più presto
possibile. Ho sentito parlare di certe cifre (600 milioni al giocatore dal 3
marzo a fine settembre) ma domenica stavo per mandarlo in campo e la sera ho
saputo la novità. Tutto bene, però ora ho un attaccante in meno: alla società
ho chiesto un' alternativa”.
2 marzo 2001
La vittoria interna contro il cittadella per 2 a 0 alimenta le speranze
salvezza dei biancazzurri e rinvigorisce, se possibile, Delio Rossi. Il tecnico
risponde a modo suo ai fischi di dissenso, piovuti nonostante il successo: “Ognuno
usa l' intelligenza come può, e come sa. Non tutti hanno il dovere di salvare
il Pescara, noi di sicuro l' abbiamo”. Poi precisa che per salvarsi ci vuole
una ricetta precisa, con le regole come scadenze e i sacrifici come medicina: “Cominciamo
allora a disciplinare i giorni e gli orari delle interviste: non per scortesia
o presunzione, ma semplicemente perché uno, a mio parere, non può concentrarsi
sul serio su un progetto, la salvezza, e poi anche stare a pensare alle
dichiarazioni da rilasciare. Non è più il momento delle chiacchiere, qua ci
vogliono i fatti”.
Sulla classifica, e agli 8 punti che separano la squadra dalla quintultima.
“Su questo argomento non entro - risponde il tecnico alla stampa - l' ho detto
chiaro e tondo anche ai giocatori. Durante la settimana si deve lavorare sodo,
sul serio, e la domenica in campo ognuno dà quello che ha, se a ogni partita ci
mettiamo a fare i ragionieri non approdiamo a niente. Ci possiamo salvare?
Nessuno può promettere niente, non sarebbe serio, tutti noi però abbiamo il
dovere di provarci, fino all' ultima giornata, con o senza il permesso della
matematica”.
9 marzo 2001
La Commissione Disciplinare della Lega esamina i deferimenti del
procuratore federale a carico di Atalanta, Juventus, Verona e Napoli
(comportamento dei tifosi), del presidente del Pescara Pietro Scibilia e della
società abruzzese per responsabilità diretta. La Commissione disciplinare infligge ammende a
Verona e Napoli (10 milioni), al presidente del Pescara, Pietro Scibilia, e
alla società abruzzese (5 milioni) e all' Atalanta (5 milioni). Mentre per il
provvedimento nei confronti della Juventus, per la partita contro la Fiorentina
del 6 gennaio scorso, vengono chiesti ulteriori accertamenti all' Ufficio
indagini. Viene fissato per giovedì 22 marzo il procedimento, davanti alla
Disciplinare, per dieci calciatori (Aglietti, Allegri, Amerini, Bizzarri,
Lillo, Banchelli, Doni, Gallo, Siviglia e Zauri) deferiti dal procuratore
federale per illecito sportivo, dopo il supplemento di indagine in relazione
alla gara Atalanta-Pistoiese di coppa Italia dell' agosto precedente. Rispetto
al primo procedimento davanti alla Disciplinare, due nomi nuovi: quelli degli
atalantini Fabio Gallo e Luciano Zauri.
23 marzo 2001
Arriva la sentenza di primo grado della
Commissione Disciplinare sulle scommesse sulla gara di Coppa Italia Atalanta-Pistoiese
che infligge un anno di squalifica per Aglietti, Allegri, Siviglia, Gallo e
Zauri, sei mesi a Banchelli (ex atalantino passato all'Empoli), prosciolti
Amerini, Bizzarri, Doni e Lillo.
29 aprile 2001
Dopo 18 anni consecutivi
di serie B l' addio del Pescara alla serie cadetta si consuma a Salerno con la
sconfitta per 3 a 1 contro la Salernitana guidata da Francesco Oddo, anch’essa
in cerca di punti salvezza. L' aritmetica condanna il Pescara a cinque giornate
dalla conclusione del campionato.
6 maggio 2001
Sulla stampa locale e nazionale si legge della possibile cambio di
proprietà del Pescara Calcio. Il presidente Pietro Scibilia - si legge - avrebbe
ricevuto alcune proposte per cedere il pacchetto azionario. Attualmente
Scibilia detiene il 50% delle azioni, l' altra metà è del vice presidente
Antonio Oliveri. Il sindaco di Pescara, Carlo Pace, coinvolto nel progetto di
vendita, avrebbe prospettato 3 soluzioni. La prima fa capo a Vincenzo
Marinelli, accompagnatore dell' Under 21, che potrebbe guidare una cordata di
imprenditori locali. Si è fatto il nome anche del pescarese De Cecco, noto
imprenditore nel settore alimentare. La seconda soluzione vorrebbe alla
presidenza Debora Caldora, figlia dell' ex presidente, ora scomparso, Armando
Caldora che portò il Pescara alla prima promozione in A. Infine la 3ª riguarda
l' offerta di circa 20 miliardi da parte di un gruppo di imprenditori lombardi.
10 maggio 2001
Il 10 maggio 2001
arriva la sentenza definitiva sulla vicenda denominata “calcioscommesse”.
Indagini e procedimento giudiziario partite dalla gara Atalanta-Pistoiese del
20 agosto 2000 : Alfredo Aglietti, Massimiliano
Allegri, Fabio Gallo, Sebastiano Siviglia e Luciano Zauri, inizialmente
squalificati per un anno, vengono assolti.
10 giugno
2001
Il Pescara gioca in casa l’ultima
gara di campionato con la Sampdoria (2 a 2). Dopo dieci sconfitte consecutive i
biancazzurri pareggiano in uno stadio Adriatico deserto in cui gli unici
paganti sono i tifosi ospiti (175).
24 giugno 2001
Nella notte grossi
petardi vengono lanciati contro la sede della società e verso l’ hotel Carlton sulla
riviera di proprietà di Scibilia e Oliveri.
Altre due bombe carta
contro il Pescara Dopo la caduta in serie C1 Padova: preso Recchi dall'
Atletico Catania PESCARA - Ci risiamo con le bombe contro il Pescara. Venerdì notte
altri due botti, due grossi petardi. Il primo è esploso intorno all' una presso
la sede della società sportiva; il secondo, poco dopo, presso un noto hotel del
centro, il di proprietà della dirigenza della società sportiva. Gli autori,
naturalmente ignoti, appartengono senza alcun dubbio fra le frange più
esagitate della tifoseria organizzata. T
utto peraltro secondo
copione, in un' annata che è stata quanto di peggio si ricordi nella storia
della società abruzzese. La stagione sportiva, dopo un' agonia di 2 mesi e 11
sconfitte di fila, si è conclusa con la retrocessione in C1. Le prime
esplosioni di protesta, nel senso letterale delle parole, quest' inverno: prima
bomba alla biglietteria dello stadio; seconda e terza nei garage delle abitazioni
di due giocatori del Pescara; la quarta infine ha come bersaglio, per la prima
volta, la sede della società sportiva. Dopo la retrocessione, la sceneggiata
della trattativa per il passaggio delle azioni, condotta in modo un po'
guascone da una società finanziaria di Milano, che si è conclusa la scorsa
settimana con un buco nell' acqua. La fine dell' operazione ha di fatto
riproposto il presidente Scibilia e il vice Oliveri come gli unici in grado di
provvedere alle scadenze del campionato. Una prospettiva che, dopo l' attesa di
novità, ha alimentato fra i tifosi il rigurgito di una folle e irresponsabile
protesta. Venerdì notte, all' 1,18, la prima esplosione, presso la sede della
società sportiva in via Guglielmo Marconi. Come già nell' occasione precedente,
anche stavolta il grosso petardo è stato lanciato contro una vetrata attigua
alla sede della società sportiva, e di un laboratorio di analisi, il vetro è
andato in pezzi ma l' esplosione è avvenuta all' esterno provocando danni
lievi. Più pericolosa la seconda esplosione, avvenuta proprio mentre la Digos e
la Mobile si erano precipitati in via Guglielmo M arconi. Un grosso petardo è
stato lanciato sulla veranda della sala da pranzo, al primo piano, di fronte al
lungomare, dell' hotel Carlton: l' esplosione ha bruciato la moquette e
annerito le pareti. Per fortuna, questa seconda esplosione è avvenuta all'
1,50, quando non c' era più nessuno, i clienti dell' hotel erano ormai in
camera, nessun ferito quindi. A questo punto, per le Forze dell' ordine, visto
che siamo alla 6ª esplosione, il fenomeno non può più essere classificato come
una sciocchezza di una serata spinta, una bravata di un branco annebiato.
Difficile anche affermare che siano stati sempre gli stessi gli autori, solo il
bersaglio è sempre il medesimo. Il rischio di un' escalation di violenza va
preso in seria considerazione.
Il presidente Scibilia, informato in mattinata
dal genero, ha commentato: «Non so nei particolari come sono andate le cose,
che danni hanno fatto. In questi casi è meglio tacere, meglio non parlare».
(17 luglio 2001) Gazzetta dello Sport
Prima le cessioni, poi gli acquisti Corona-Fanesi: solo l' attacco è fatto Il tecnico Iaconi ordina: «I nuovi arrivati devono affezionarsi a questa maglia»
SERIE C / Sono 11 le squadre di C1 che da ieri hanno ripreso a lavorare.
E' un Pescara senza identità Prima le cessioni, poi gli acquisti Corona-Fanesi: solo l' attacco è fatto Il tecnico Iaconi ordina: «I nuovi arrivati devono affezionarsi a questa maglia»
PESCARA - In tutto sono in ventisei, ma è improbabile che resteranno tutti quanti fino alla fine del ritiro. Ieri mattina vecchi e nuovi giocatori del Pescara hanno raggiunto l' Hotel Parco dei Principi a Caramanico Terme, dove lo staff abruzzese alloggerà fino al 4 agosto, data finale del ritiro. Alcuni elementi, come Artico soprattutto (sarebbe a un passo dal Cosenza), ma anche Giacobbo e Gregori, potrebbero cambiare casacca da un giorno all' altro. Per il nuovo allenatore Ivo Iaconi sarà importante conoscere tutti i giocatori a disposizione, soprattutto quelli che hanno vissuto la logorante esperienza lo scorso anno della retrocessione; otto invece sono arrivati direttamente da quel trampolino di lancio che è stata la Primavera di Di Mascio, vicecampione d' Italia (è stata sconfitta in finale dalla Lazio). Gli attaccanti Fanesi (arrivato dal Treviso) e Corona (era rientrato al Messina dal Campobasso) sono gli unici volti nuovi. Da qui a qualche mese insomma potrebbe essere anche una squadra completamente diversa, visto che, a fronte delle partenze, sono attesi rinforzi in difesa e a centrocampo. Il tecnico non pare gradire i compromessi: «L' attaccamento alla maglia deve essere il simbolo del nuovo Pescara. A parte punti e classifiche, prima di tutto dobbiamo infatti riconquistare la tifoseria. Tornare in serie B al primo tentativo sembra proibitivo, ma io ci provo. Per questo chiedo a tutti, a cominciare dai tifosi, di dimenticare il passato, altrimenti richiamo di partire con l' handicap». Il nuovo allenatore, che lavora accanto al fratello Andrea (d.s. della società da diversi anni), aggiunge: «Sono sicuro che la società mi metterà a disposizione una squadra competitiva, sia se restano gli attuali titolari, ai quali pesa comunque moltissimo la retrocessione, sia se ne subengtreranno degli altri». Per i primi giorni ci saranno i test atletici, la preparazione sarà comunque graduale. Sabato è probabile che ci sia una partitella con una formazione mista locale, per mercoledì 25 e sabato 29 altre amichevoli, ma sono ancora da stabilire gli avversari. Alfredo Di Pasquale LA ROSA - PORTIERI: Maurizio Pugliesi (1976), Daniele Addario (' 81) e Davide Circello (' 82). DIFENSORI: Francesco D' Addazio (' 81), Tiziano Mucciante (' 82), Marco Pomante (' 83), Carmine Giardino (' 84), Massimiliano Giacobbo (' 74), Mirko Sadotti (' 75), Daniele Gregori (' 77) e Alessandro Sbrizzo (' 75). CENTROCAMPISTI: Marco Stella (' 82), Daniele Croce (' 82), Stefano Valente (' 82), Carlo Mammarella (' 82), Andrea Da Rold (' 72), Tiziano De Patre (' 68), Davide Ruscitti (' 75), Ivan Tisci (' 74), Luca Minopoli (' 79), Maurizio Corti (' 84) e Michele Baldi (' 72). ATTACCANTI: Massimiliano Fanesi (' 72), Giorgio Corona (' 74), Andrea Tacconelli (' 80) e Fabio Artico (' 73).
3 settembre 2001 Il Pescara parte a razzo Il fattore campo è subito decisivo Il Lazio fa il pieno (ni.bin.) La partita che ha segnato l' inizio del campionato, Avellino-L' Aquila (scattata alle ore 15 per il Totogol), è stata l' unica a finire in parità in questo girone. Tutte le altre sfide sono invece finite con il successo della squadra che giocava in casa: un caso? Devastanti sono stati i successi del Pescara (il suo ottimo vivaio ha fornito i primi protagonisti, Tacconelli e il primo capocannoniere Croce) e dell' Ascoli, sofferente quello del Catania, che ringrazia un dubbio rigore che comunque ha consentito a Eddy Baggio di porre il primo sigillo nel suo ritorno in C1. Tre punti anche per la sorprendente Viterbese (dopo un' estate tormentata, partire così è il massimo) e per l' altra laziale Lodigiani: se si conta anche il Sora, questa regione ha fatto il pieno. Il primo derby dell' Abruzzo (che ha sei squadre in questo girone, quasi un record) è andato invece al Giulianova. PESCARA-FERMANA 3-0 Tacconelli-Croce, il gol sa di Primavera I due marcatori della squadra di Iaconi provengono dal vivaio. La Fermana cede solo dopo essere rimasta in dieci MARCATORI: Tacconelli al 12' p.t.; Croce al 36' e al 37' s.t. PESCARA (3-4-3): Santarelli; Rossi, Sbrizzo, Nicolucci; Puccinelli, Palladini, Suppa, Stella; Tacconelli (Artico dal 16' s.t.), Fanesi (Croce dal 31' s.t.), Tisci (D' Addasio dal 7' s.t.). (Addario, Pomante, Minopoli, Corona). All. Iaconi. FERMANA (4-5-1): Aprea; Di Salvatore (Micallo dal 18' s.t.), Bonfanti, Savini, Tricoli; Mesto (La Vista dal 18' s.t.), Perra, Di Fabio, Maschio, Pensalfini; Lemme (Bucchi dal 44' s.t.). (Chiodini, Mei, De Berardini, Rosset). All. Pagliari. ARBITRO: Brighi di Cesena. NOTE: spettatori 8.000 circa (3.415 paganti, 586 abbonati), incasso di lire 73.977.000. Espulso Bonfanti al 33' s.t.; ammoniti Nicolucci, Bonfanti e Suppa. Angoli 5-5. PESCARA - Insieme non arrivano a quarant' anni i due marcatori del Pescara, Tacconelli e Croce. Il pubblico è stato contento di rivedere all' opera i ragazzi della Primavera: due mesi fa battuti solo dalla Lazio nella finale per lo scudetto, oggi artefici di una miracolosa catarsi che in un colpo solo sembra aver spazzato via dal futuro del Pescara dubbi e contestazioni. Per il tecnico di casa, Ivo Iaconi, solo due anni fa sulla panchina della Fermana, dopo un precampionato avvelenato da aggressioni e minacce, finalmente una boccata di ossigeno, anche se il 3-0 finale è quanto mai severo e ingiusto per la Fermana che fino alla mezz' ora della ripresa era spesso andata vicina al pareggio, arrendendosi praticamente solo dopo l' espulsione di Bonfanti (33' ). L' avvio della partita è del Pescara che con Palladini a centrocampo opera un pressing faticoso ma asfissiante. Si mettono in bella evidenza Stella e Micolucci da una parte, Maschio e il solito Di Fabio dall' altra. Finché c' è birra, anche in inferiorità numerica contro il più numeroso centrocampo della Fermana, il Pescara si rende ripetutamente pericoloso: al 2' Palladini alto, al 6' Tacconelli. Al 12' il primo gol: ottimo spunto di Stella, fermato al limite dell' area, punizione di Palladini, la palla schizza sulla barriera e Tacconelli, che se la ritrova tra i piedi a tu per tu con il portiere, non sbaglia. La Fermana comunque replica, al 31' con Lemme, alto su cross teso di Mesto, e al 36' ha la grande occasione: un' uscita incerta di Santarelli, consente a Savini di cogliere dal limite il palo interno, sulla respinta Miccolucci trattiene per la maglia Lemme, rigore: lo stesso Lemme calcia, ma debolmente e Santarelli para a terra. La Fermana avanza il baricentro e soprattutto nella ripresa costringe i padroni di casa a giocare di rimessa, anche se non riesce a rendersi pericoloso se non con le conclusioni da fuori, di Di Fabio al 12' e al 22' , di La Vista al 35' . Per difendere il vantaggio il Pescara è costretto a tenere il solo Artico in avanti, dopo la girandola delle sostituzioni, che riesce ugualmente a farsi valere e a creare spazi, soprattutto per Puccinelli; al 33' una sua incursione costringe Bonfanti a un fallo da dietro, pagato con l' espulsione. Al 36' un' azione di Puccinelli prepara il raddoppio: appoggia per Artico al centro dell' area, il centravanti fa velo per Croce che appoggia a porta vuota. I festeggiamenti per il diciottenne tornante non sono ancora spenti quando arriva il terzo gol. Azione prolungata sempre di Artico, l' attaccante cerca la sponda con Puccinelli, la difesa della Fermana si fa saltare e Croce anticipa tutti con un pallonetto delizioso. La Fermana è comprensibilmente stordita, mentre i tifosi del Pescara tirano un sospiro di sollievo: l' ultima vittoria di campionato risaliva infatti alla quinta giornata del girone di ritorno dello scorso campionato di serie B. Nel dopo partita Iaconi, finalmente sorridente, invita tutti a non esaltarsi troppo; dall' altra parte invece Pagliari non nasconde la delusione per un risultato che definisce «bugiardo».
24 settembre 2001 BENEVENTO-PESCARA 0-3 Il Pescara sforna un gol dietro l' altro MARCATORI: Fanesi al 5' su rigore, Palladini al 27' , Artico al 47' s.t. BENEVENTO(4-4-1-1): E. Dei; Piemonte, Cocca, Lo Calzo (Pellegrini dal 36' s.t.), Chiavaroli; Luisi, Di Giulio (Pedicini dal 13' s.t.), Manni, Galliano; Palladino (Salzano dal 23' s.t.); Aruta. (Izzo, Grasso, Santaniello, De Rosa). All. D' Agostino. PESCARA(3-4-3): Santarelli; Rossi, Sbrizzo, Antonaccio; Croce (Stella dal 35' s.t.), Suppa, Ruscitti (Baldi dal 28' s.t.), Micolucci (Artico dal 1' s.t.); Puccinelli, Fanesi, Palladini. (Addario, D' Addazio, Tisci, Tacconelli). All. Iaconi. ARBITRO: Squillace di Catanzaro. NOTE: spettatori 2.500 circa (2.164 paganti, non esistono abbonamenti), incasso di lire 36.600.000. Ammoniti Cocca, Suppa, Fanesi e Manni. Angoli 8-5 per il Benevento. BENEVENTO - Un Benevento e un Pescara che non ti aspetti: i padroni di casa lenti, impacciati a centrocampo, senza idee e sotto tono sul piano agonistico; gli ospiti determinati, sornioni, certamente non al meglio della condizione tecnico-fisica, ma sempre solleciti nel rubare tempo e spazio di manovra agli avversari. Gli uomini di Ivo Iaconi non hanno mai perso la calma, neppure quando il Benevento aveva dato l' impressione di essere in grado di dare concretezza alla sua iniziativa sul fronte offensivo. Gli uomini di D' Agostino sono stati troppo pasticcioni in difesa e spreconi in attacco. I padroni di casa possono recriminare per l' occasione sciupata quando la partita era ancora aperta: al 28' del primo tempo Aruta arrivato da solo davanti a Santarelli invece di calciare a rete ha preferito servire l' accorrente Palladino anticipato da Sbrizzo. E poi per il rigore sbagliato da Aruta che poteva dare il pareggio. Il primo gol degli abruzzesi è giunto su un discusso calcio di rigore (al 5' della ripresa Fanesi si vede assegnare il penalty per presunto fallo di Cocca ai suoi danni). Poi il crollo del Benevento ed il dilagare del Pescara che ora s' invola, seppur in compagnia del Giulianova, all' inseguimento dell' Ancona solitaria capolista, dimostrando di aver un attacco super avendo realizzato 10 reti in quattro gare contro una sola al passivo. Il Benevento di oggi è una formazione sin troppo fragile per la C1, deve necessariamente cambiare registro ed attrezzarsi sia in difesa che avanti con uomini di esperienza e peso se vuole uscire dai bassifondi della classifica. Il risultato, quindi, è uno specchio fedele dell' andamento della gara e dei valori espressi sul terreno di gioco. E non poteva essere certamente diverso, solo una prova super dei padroni di casa poteva far modificare le carte in tavola. La gara inizia con il Pescara guardingo e solamente al 14' esce dal guscio quando una punizione di Palladini viene raccolta nell' area piccola da Sbrizzo e indirizzata di testa verso la porta del Benevento, ma Dei fa buona guardia. Al 18' il Benevento che manda in bambola la difesa ospite a seguito di un angolo battuto da Manni, ma la palla attraversa tutta la porta senza che nessun giallorosso sia in grado d' intervenire. Nella ripresa al 5' l' arbitro assegna il discusso calcio di rigore trasformato da Fanesi, e la gara si sblocca. Ma la reazione del Benevento è positiva ed immediata e nel catapultarsi in avanti al 20' la squadra di D' Agostino viene premiata con un calcio di rigore: Aruta entra in area e viene affrontato da Antonaccio che lo spintona, l' arbitro assegna la massima punizione che lo stesso capitano giallorosso si incarica di tirare, spedendo però il pallone fuori. Il Benevento a questo punto scompare e per il Pescara diventa tutto più semplice tanto che al 27' su azione manovrata di Fanesi il pallone giunge a Palladini che sottomisura trafigge abilmente Dei. Ma non è ancora finita. Al 47' c' è un liscio di Galliano, Artico insegue la palla e batte facilmente il portiere Dei in uscita, siglando il definitivo tre a zero. Per la squadra d Iaconi è il decimo gol in 4 partite.
11 luglio 2001
ALLENATORE E DIRETTORE SPORTIVO I fratelli
Iaconi riuniti per il Pescara SAN DONATO MILANESE - La tabaccheria è a
Giulianova, in centro. Gli amici raccontano che le tende esterne, sporgendo sul
marciapiede, andavano a sbattere contro il semaforo, tanto che i fratelli
Iaconi, i titolari del negozio (gestito dalle mogli), sono riusciti a farlo
spostare. Il semaforo, però. Potere del calcio? A Giulianova li conoscono
tutti: Andrea direttore sportivo, Ivo allenatore. Prima giocavano, facevano i
difensori: il primo nei dilettanti, il secondo in C. Pietro Scibilia li ha
messi insieme, trattenendo uno e chiamando l' altro. Gli Iaconi hanno un
compito ancora più difficile che spostare un semaforo: rilanciare il Pescara.
Lì vicino, a due passi da Giulianova. Ma troppo vicino, perché questo derby è
davvero inedito. Faranno fatica a giocare quella partita, ma sarà una sola
delle tante fatiche dopo la retrocessione. Andrea l' ha mandata giù come un
amarissimo boccone: da anni è il manager del Pescara (prima era alla Samb),
nell' ultima stagione s' è addossato con grande onestà molte colpe, forse anche
quelle non sue. Ivo invece non ha mai allenato il Pescara: ne è stato
avversario con la Fermana (perdendo due volte), dopo averla portata in B, e poi
è stato a Catania, prima assunto, poi esonerato, quindi richiamato, infine
licenziato. Più volte Ivo è stato sul punto di andare al Pescara, più volte
Andrea è stato in imbarazzo solo al pensiero. Lo stima, gli vuole bene, ma sul
lavoro è meglio che ognuno stia al suo posto. L' argomento lo fa diventare rosso:
«Ivo? La situazione è imbarazzante, non ci devono essere equivoci. Uno fa il
d.s., l' altro l' allenatore, e basta. Mi farò vedere il meno possibile».
Andrea Iaconi è basso, stempiato e magrolino, Ivo alto, robusto e con una bella
chioma. Fratelli quei due? Ma va... Dice, l' allenatore: «Per me il Pescara è
un sogno, è obbligatorio provare a vincere». Con ottimismo, quello che Andrea
fatica ad avere. Adesso però si siedono allo stesso tavolo, come quando erano
bambini. E come allora, dovranno andare d' accordo. Per il bene del Pescara.
24 dicembre 2001 A Pescara battaglia sugli spalti. Quattro tifosi all'ospedale: «Gli agenti ci hanno picchiato» Torres: tafferugli e feriti Sassaresi sconfitti (1-0) dopo tre successi di fila PESCARA. Dopo tre vittorie consecutive, la Torres è caduta a Pescara. Sul campo della squadra favorita per la promozione, Udassi e compagni sono stati battuti di misura (1-0), ma hanno confermato i recenti progressi. Da registrare gravi scontri fra le forze dell'ordine e il gruppo dei tifosi rossoblù al seguito. Quattro supporters sassaresi sono stati costretti a farsi medicare al pronto soccorso
I rossoblù lottano ma cedono con onore sul campo del Pescara Torres, Natale amaro Castagna e Udassi, pareggio mancato PESCARA. Niente regali sotto l'albero di Natale rossoblù. La Torres inciampa sul campo del Pescara e dopo 3 vittorie di fila conosce di nuovo l'amarezza della sconfitta. Ma è un capitombolo che non fa molto male, anche se le recriminazioni sono tante. Mister D'Adderio aveva messo in guardia la sua squadra sulla pericolosità dell'avversario nelle palle inattive e alla prima occasione (20' pt) il Pescara ha fatto centro. C'è stato un fallo di Castagna sulla trequarti e il conseguente calcio piazzato di Tisci è stato deviato alle spalle di Pinna da una deviazione di testa di Antonaccio. L'unica distrazione della partita da parte della Torres, sulla quale il Pescara ha saputo costruire una vittoria pesantissima che conferma gli abruzzesi nel ruolo di damigella d'onore della classifica alle spalle dell'Ascoli. Ma è anche una sconfitta, lo abbiamo appena ricordato, che non produce effetti devastanti in casa rossoblù, con Chechi e compagni che hanno sempre alle spalle sette squadre, anche se il distacco dalla zona play-out è diminuito di una lunghezza, da tre a due punti. La Torres, pur perdendo contro un avversario tra i più forti del girone, ha confermato il buon momento e di essere avviata verso quella forma che le ha voltato le spalle per gran parte del girone di andata. Sotto di una rete dopo 20', i rossoblù sono cresciuti in intensità e in gioco sia nella parte finale del primo tempo e sia nell'intera ripresa, ma non hanno trovato il guizzo buono (e anche la fortuna) per conquistare quel pareggio meritato dopo una gara accorta e quasi sempre tenuta in pugno. In almeno due occasioni nei secondi 45' la Torres è andata molto vicina al gol dell'uno a uno, ma altrettante deviazioni aeree di Castagna (13') e Udassi (23') sono uscite fuori di poco. Nel finale la panchina ha tentato di giocarsi tutte le carte a disposizione, prima inserendo una terza punta (Alterio al posto dell'abruzzese De Amicis) e dopo gettando nella mischia addirittura un quarto attaccante, attuando la staffetta tra Campolattano e Pandolfi. Tutto inutile, perchè il Pescara pur in affanno ha chiuso abbastanza bene i varchi ai rossoblù che, pur tenendo per larghe fette del match il pallino del gioco, non hanno trovato la necessaria lucidità per rimettere in piedi il risultato. Pandolfi, mandato in campo scaramanticamente nell'ultima fetta dell'incontro come era già avvenuto a Fermo e in casa contro la Nocerina (due gol per il biondo attaccante), ha toccato pochi palloni, come del resto il giovane Alterio che con la coppia Udassi-Langella hanno costituito un grosso potenziale in avanti. Ma è stata una mossa che non ha prodotto gli effetti sperati, anche se proprio nell'ultima fetta della gara la Torres ha cercato di sparare le sue cartucce migliori, tentando di sorprendere la squadra di Iaconi con una serie di azioni aggiranti che hanno avuto negli ex juventini Lavecchia e Gorzegno i migliori interpreti. Nell'analizzare, comunque, la partita che è coincisa con la settima sconfitta in trasferta della stagione, va ricordato che il centrocampo si è schierato senza lo squalificato Lo Nero, una assenza che all'Adriatico si è fatta sentire più del dovuto, perchè sia il suo sostituto Campolattano e sia De Angelis (che pure hanno fatto per intero il loro dovere) non hanno il passo per interpretare quella pressione in cui il giocatore palermitano è maestro. Restano, per concludere, anche recriminazioni per una partita disputata quasi sempre su ritmi elevati e con la consueta grinta, l'arma in più quest'ultima in possesso della Torres, anche se alla fine i rossoblù ritornano in Sardegna a mani vuote e chiudono l'anno (e il girone di andata) a bocca completamente asciutta. Ma ci sarà tempo, ne siamo certi, per dimenticare questo pur onorevole ko.
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