Speciale - Giovanni Galeone - Repubblica 23.06.1987 |
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da LA REPUBBLICA, 23/6/1987 Pescara balla solo una notte di EMANUELA AUDISIO Succede anche questo: che la serie A spezzi, divida, irriti, inquieti. Che non vi siano tranquilli giorni di quiete, ma notti deliranti di gioia e mattine devastate da un'ira schiumante e rappresa. Così Giovanni Galeone che con il Pescara ha in mano la serie A dice: «Me ne vado a fare un giro in catamarano. Chi vuole parlarmi mi segua. Domani? No che non sarò qui. Mi trasferisco a Stintino dove ho una casa, per le vacanze. Anzi forse con mia moglie cambio idea e vado alle Mauritius. La serie A? M'incuriosisce, ma non ne faccio una malattia, mi piacerebbe però fare qualche scherzetto a chi so io. Come? Beh di sicuro con un Pescara un po' cambiato perchè con quello attuale in A se va bene facciamo 10 punti. Si sono scontento, anzi sono molto di più. Mi spiego: l'anno scorso quando sono arrivato a Pescara mi hanno detto che mi davano 60 milioni l'anno e nessun potere contrattuale. Il raduno a Montefortino l'ho fatto con 13 giocatori, nemmeno un sette contro sette potevo fare. Se mancava il centravanti, se mancava il mediano non mi potevo lamentare. Era nei patti che mancassero, infatti non mi sono lamentato. Ma tra parentesi voglio dire che nella stagione precedente avevo allenato a Ferrara per 120 milioni. In più al Pescara avevo chiesto 50 milioni di premio se vincevo il campionato. Mi hanno preso per visionario, ma hanno accettato. Dopo la sconfitta con il Modena ho proposto alla società di rinnovarmi il contratto. Sono fuggiti tutti. Una vergogna. Cosa chiedevo? Poco: 250 milioni l'anno. Comunque nessuno mi ha risposto. Oggi mi dicono che il Pescara è pronto a rinnovarmi il contratto. Suvvia siamo seri anche un imbecille lo sarebbe a questo punto, il fatto è che io la fiducia la volevo prima, inoltre sono stanco di sentirmi sotto esame. Ma come: in un anno ho portato il Pescara in A con giocatori che la prima squadra l'avevano vista solo dalla panchina, li ho allenati su un campo di patate, perchè il terreno buono toccava al Sant'Elpidio, ho convinto Rebonato a restare, stava firmando con la Samb per 50 milioni, e loro non mi danno fiducia?». Domenica per Pescara è stato un giorno lungo. Per la terza volta la squadra e la città salivano in A. Ma questa volta non era un successo annunciato. Dice il direttore sportivo, Enrico Alberti: «Non è vero che Galeone l'abbiamo scelto nella lista dei tecnci disoccupati e a basso costo però non è nemmeno falso. Era tra i quattro - cinque candidati, ma lui è stato l'unico a non chiederci garanzie riguardo all'organico». Il risveglio di Pescara non è stato un abbraccio, ma un brusco allontanarsi. Panfilo De Leonardis, proprietario di un'azienda di fornaci, presidente del Pescara da appena un anno, cerca nuovi soci, ma soprattutto nuovi capitali. La società aveva delle passate gestioni 11 miliardi e mezzo di deficit ridotti a sei grazie alle cessioni. Quattro miliardi sono arrivati dagli incassi altri miliardi arriveranno dalla vendita di Rebonato, Pagano e Bosco, per cui il passivo si dovrebbe ridurre a mezzo miliardo. Il sindaco, Nevio Piscione, ieri mattina ha chiamato a raccolta tutti i commercianti. Il discorso in pratica è stato questo: «Da qui ve ne andate solo dopo aver lasciato un assegno, 20 milioni a testa vanno bene». Ma il sindaco a quanto pare è noto per iniziative che poi, non si concludono in nulla. Infatti Galeone accusa: «Questa non è una città pericolosa, nel senso che al massimo i ragazzi magari si montano un po' troppo la testa e bevono un po' troppo champagne, però è una città piena di clientele. Allora questo deve giocare perchè magari è parente di un'autorità, quell'altro perchè è figlio della banca che ci fa da sponsor. Io invece sono uno che va dritto per la sua strada: o accettano la mia proposta o me ne vado. A fare i presidenti senza cacciare una lira sono buoni tutti. Quanto al sindaco ve lo raccomando. Adesso tutti sono pronti a dire che il merito della promozione è loro, gente mai vista prima, gente che non mantiene mai quello che promette. Il sindaco ci aveva offerto un premio per la A? L'avete visto voi? C'è anche chi mi ha promesso una Maserati quattro posti, ho perfino i testimoni. Beh è scomparso. Ho fatto bene a farmi dare un Solex appena arrivato. Sono sincero fino in fondo: questi che ho io sono mezzi giocatori, ma dentro hanno una rabbia bella grossa. Chiaro però che per la A non basta. Non sono mica un illuso. Allora dico che mi piace molto Skoro, mezz' ala della nazionale jugoslava. Costano poco gli slavi, imparano subito le lingue: per un anno vanno benissimo, poi diventano zingari, vittime del vino e delle donne. Un altro che mi piace è Martin Vasquez del Real e Berggreen. Insomma con qualche piccolo accorgimento, con qualche giocatore che ci daranno, magari in prestito, credo di potercela fare. Secondo me, non lo penso da oggi, è buono anche Lentini del Torino. Lo so mi danno addosso perchè ho detto che se uno andava a vedere Goteborg-Inter restava disgustato dal calcio. Pare che Trapattoni si sia risentito. Mi dispiace, ma lo ripeto, senza cattiveria. Però ho anche l'onestà di dire che io come allenatore ero molto meglio quattordici anni fa quando ho iniziato: allora si che avevo entusiasmo, allora si che ero tecnicamente spregiudicato, provavo e mi riusciva tutto: zona, fuori gioco, pressing. Adesso sono tutte cose che non mi divertono più, anzi mi annoiano». Pescara ha ballato una sola notte (cinque i fermati, tre denunciati a piede libero per oltraggio) oggi si ritrova con tutti i problemi di chi sa che dovrà affrontare un lungo viaggio con scarpe che non sono in condizioni. Dice Galeone: «L'occasione è ghiotta. Questa volta in serie A possiamo restarci due anni e non farci solo capolino». Dice Alberti: «Sia chiaro che io non mi presto al giochetto di comprare un giocatore dalla grande squadra per poi avere il favore contraccambiato durante la partita di campionato». Quanto al sindaco ieri era molto occupato a far sgombrare piazza Salotto da alcuni leoni che un proprietario di circo aveva piazzato lì per protesta.
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