dalla GAZZETTA DELLO SPORT, 15/10/1988 Così uguali nel calcio, così diversi nel carattere di ALBERTO CERRUTI Il Milan da una parte e il Pescara dall'altra. Ma soprattutto, Sacchi da una parte e Galeone dall'altra. I loro incontri, ormai, stanno diventando un appuntamento classico da non perdere, proprio come un derby. Che in fondo, in questo caso, è il derby della tanto discussa "zona" giocato tra due colleghi ed amici, la cui stima reciproca è ampiamente collaudata. Così diversi nel carattere, ma così uguali, o meglio simili, nel modo di interpretare il gioco del calcio, Sacchi e Galeone hanno impiegato pochi mesi per salire alla ribalta. Il primo nel complesso mondo di una metropoli, il secondo nella contraddittoria realtà della provincia, i due tecnici, pur partendo da posizioni opposte, hanno abbattuto insieme il muro di diffidenza e scetticismo che aveva accompagnato le prime settimane del loro lavoro, ritagliandosi una fetta di popolarità e di gloria inimmaginabile fino ad un anno e mezzo. Cresciuti l'uno al fianco dell'altro, prima sui banchi dell'università calcistica di Coverciano, poi lungo gli impervi sentieri della serie C e della serie B, ed infine approdati nel cosiddetto «Olimpo» della A, Sacchi e Galeone oggi sono garanzia di spettacolo, merce sempre più rara sui campi di calcio. Ed è proprio questa loro vocazione per il gioco aperto, al di là degli elementi messi in campo di volta in volta, si chamino Gullit o Berlinghieri, che li ha fatti diventare personaggi.
Ecco perché, come accadeva prima dei derby veri tra Juventus e Torino degli anni Settanta, quando si mettevano a confronto gli amici-rivali Trapattoni e Radice, diventa d'obbligo affiancare questi due nuovi «maghi» delle panchine, non soltanto dopo, a giochi fatti cioè, ma anche prima. Per scoprire fino a che punto le loro idee e i loro caratteri collimano.
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