BIOGRAFIA
Stefano Borgonovo (Giussano, 17 marzo 1964) è un ex calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo centravanti.
Gli esordi al Como Ha esordito in Serie A pochi giorni prima del suo diciottesimo compleanno, il 14 marzo 1982 con la maglia del Como contro l'Ascoli. Nelle due stagioni seguenti ha giocato sempre con i lariani fra i cadetti, senza riuscire a mettersi mai in luce per passare nel 1984 alla Sambenedettese con cui disputa un ottimo campionato segnando 13 gol. Torna l'anno seguente al Como, in Serie A, disputando un'altra ottima stagione con 10 gol, a cui seguono altre due annate tra gli azzurri.
Alla Fiorentina con Roberto Baggio Nel 1988 viene acquistato dal Milan e subito girato in prestito alla Fiorentina. In maglia viola Borgonovo esplode formando con Roberto Baggio una coppia eccezionale di attaccanti, soprannominata "B2". I due giocatori realizzano 29 dei 44 gol totali messi a segno in campionato dalla Fiorentina: 14 per Stefano Borgonovo, 15 per Roberto Baggio. Di Borgonovo restano memorabili due gol: quello di testa al 90’ su corner di Baggio che regala ai viola la vittoria per 2-1 sui rivali della Juventus, e quello all'85’ che sancisce il 4-3 contro l'Inter capolista e futura campione d'Italia: Borgonovo intuisce il retropassaggio di Bergomi a Zenga, lo intercetta con uno scatto fulmineo e deposita la palla in rete. Sempre nel 1988 Borgonovo viene chiamato in Nazionale, con cui esordisce il 22 febbraio 1989 nella ripresa contro la Danimarca. Nel giro di un mese colleziona 3 presenze, che tuttavia saranno le sole della sua carriera, dopo quelle nell'Under 21 del 1985. Al termine della stagione il Milan, proprietario del cartellino di Borgonovo, richiama l'attaccante a Milano, nella speranza di trovare in lui il sostituto ideale di Pietro Paolo Virdis. Borgonovo vuole restare a Firenze, città alla quale è ormai legatissimo: insiste quindi con Adriano Galliani affinché gli venga concesso almeno un altro anno di prestito, ma la sua richiesta non viene esaudita. [1]
Il Milan e la Coppa dei Campioni Rientrato al Milan Borgonovo fatica ad ambientarsi: non digerisce gli schemi di Arrigo Sacchi, e continua a sentire una forte nostalgia per Firenze e la Fiorentina. Ciò nonostante il suo avvio è promettente: segna un gol nel 3-0 contro il Cesena alla prima di campionato, e una tripletta al Galatasaray. Purtroppo però dopo soli due mesi si infortuna gravemente al ginocchio. Operatosi a Firenze per sua volontà, rientra dopo una lunga convalescenza appena in tempo per dare un buon contributo nella vittoria finale in Coppa dei Campioni, segnando gli unici due gol in trasferta della squadra (ad Helsinki e in semifinale contro il Bayern Monaco). Fondamentale si rivela la sua prestazione proprio nelle due partite di semifinale contro il Bayern Monaco: all'andata il Milan passa in casa per 1-0 con un rigore di Marco van Basten fischiato per un fallo sull'ex giocatore di Como e Fiorentina; al ritorno Borgonovo segna il gol in trasferta che, nonostante la sconfitta per 2-1, spinge il Milan verso la finale. Nei supplementari di quella partita, all'ultimo minuto, Borgonovo manda incredibilmente alto il tiro del possibile 2-2, sfiorando una storica doppietta in Europa.
Dopo il Milan Al termine della stagione, nonostante gli elogi di Arrigo Sacchi, che lo avrebbe volentieri tenuto al Milan, Borgonovo vuole coronare il suo sogno di vestire nuovamente la maglia viola. Stefano però, reduce dall'infortunio al ginocchio, non è più lo stesso di prima. Anche la Fiorentina è cambiata molto: dopo la cessione di Baggio la proprietà del club è passata a Mario Cecchi Gori, che come primo acquisto annuncia proprio Borgonovo.
Dopo due stagioni (42 presenze e 7 gol tra campionato e Coppa Italia) Borgonovo nel 1992 lascia la Fiorentina e si trasferisce al Pescara. A Pescara Stefano segna 9 gol, ma non riesce a salvare la squadra dalla serie B. A gennaio dell'anno successivo, durante il mercato di riparazione, Borgonovo torna in serie A passando all'Udinese con cui segna 5 gol in 12 partite, tra cui la sua ultima doppietta in Serie A nella sfida salvezza contro la Cremonese (3-3) che non basta ad impedire la retrocessione della squadra friulana. Proprio a Udine chiude nel 1996 la carriera, dopo la parentesi di un anno al Brescia: nelle ultime due annate non riesce mai ad andare in gol.
Allenatore Passano un po' di anni prima che Stefano muova i primi passi da allenatore, tutti compiuti all'interno della società che l'ha visto crescere, il Como, con le diverse formazioni giovanili. Lascia nel 2005 per problemi di salute.
Gli interventi giornalistici Dal 2008, Borgonovo, nonostante la malattia, collabora con il quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport e con il sito ufficiale Fiorentina.it.
Dal giorno della dichiarazione Il 5 settembre 2008 annuncia di essere stato colpito (come tanti altri giocatori del passato) dalla SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e di non riuscire a parlare se non per mezzo di un sintetizzatore.[2][3] La notizia del dramma di Borgonovo raggiunge anche il ritiro della nazionale, in quella data impegnata in vista della preparazione a due incontri di qualificazione ai Mondiali di Calcio del 2010, dove Gianluigi Buffon e Fabio Cannavaro si dicono preoccupati perché negli ultimi anni molti calciatori ritirati sono stati colpiti e uccisi dalla SLA (tra cui il giovane Lauro Minghelli, Adriano Lombardi, Albano Canazza, Piergiorgio Corno e Gianluca Signorini storica bandiera del Genoa). Domenica 21 settembre 2008 allo stadio Sinigaglia di Como in occasione della partita di campionato tra il Como e la Canavese è stato organizzato un evento che ha visto partecipare lo stesso Borgonovo e molti suoi ex compagni e avversari. L'incasso della giornata è andato interamente alla neonata Fondazione.[4] Mercoledì 8 ottobre 2008 allo stadio Artemio Franchi di Firenze, Fiorentina e Milan sono scese in campo per una amichevole in nome di Borgonovo con il ricavato devoluto alla ricerca della SLA.[5]
RASSEGNA STAMPA Corriere Della Sera Gaia Piccardi 05 settembre 2008
L'ex attaccante di Fiorentina e Milan ha scelto di raccontare il suo dramma «Io Borgonovo, malato di Sla, lotto per vivere» «Ho aperto una Fondazione, cerco soldi per la ricerca. Magari salta fuori la penicillina del 2008»
GIUSSANO (Milano) — Dieci, lunghissimi, minuti. Il tempo tecnico perché la farfalla esca dallo scafandro con le pupille dilatate dallo sforzo e quegli occhi neri, buoni e vivissimi, mobili come quando cercavano un pallone da arpionare in area. Oggi vanno a caccia di lettere, una per una, sul comunicatore oculare che sovrasta la sedia a rotelle. L'attesa è stata lunga: tre anni spesi ad accettare che la malattia gli sia entrata a gamba tesa sulla vita. Dieci minuti in più o in meno, ora, sono spiccioli. «Io, Stefano Borgonovo, sono malato di Sla. Ho aperto una fondazione per aiutare chi è nelle mie condizioni. Voglio trovare soldi per la ricerca: magari salta fuori la penicillina del 2008. Mi rifiuto di pensare che la Sla sia una malattia del pallone. Io, se potessi, scenderei in campo adesso, su un prato o all'oratorio. Perché io amo il calcio». Il nuovo Stefano, dentro, non è cambiato. Il male l'ha mangiato dall'interno senza scalfirne la purezza di intenti, la grana fina dei sentimenti, l'anima. Fuori, la sclerosi laterale amiotrofica l'ha plasmato come cera. I piedi tecnici della coppia Borgonovo- Baggio in viola, Stefano sotto i riccetti bruni e Robi vestito di talento alla fine degli anni 80, si sono stortati e non camminano più. I polpacci che regalarono al Milan la finale di Coppacampioni '90, decisivo gol al Bayern in trasferta, sono evaporati. Le mani che agguantarono tre presenze nella nazionale di Vicini, sono diventate adunche. Le parole furono le prime ad andarsene. Ottobre 2005. Stefano smozzicava le frasi. Il baco era appena entrato nel chip del campione.
LA DIAGNOSI - «Io pensai a un ictus, poi un neurologo ci mise di fronte alla realtà» dice Chantal Borgonovo, roccia, compagna d'avventura, mamma di quattro ragazzi e moglie della Sla. La voce di Stefano, oggi, è quella dell'eye tracker, la macchina che lo tiene in contatto con il mondo. Una lettera per volta. Ha il timbro metallico del Gps dell'auto, il suo personalissimo navigatore satellitare dentro la nuova esistenza. «Parliamo, discutiamo, chiacchieriamo. Quando rompo troppo mi manda persino a quel paese». È solo tutto un po' più lento. «Vaf-fan-cu-lo Chantal». E poi, dieci minuti dopo: «Ti a-mo Chantal». No, in fondo non è cambiato proprio niente. Ci sono affetti speciali, amici veri e una famiglia che emana forza e triste ottimismo intorno a questa partita senza tribuna vip e senza pubblico, gli ex compagni a cui è stata sbattuta la porta in faccia sono rimasti lì, sullo zerbino della bella casa di Giussano, ad aspettare una schiarita all'orizzonte della tempesta emotiva. Oggi il salotto è pieno di gente e di luce, c'è Andrea che sembra Borgonovo diciottenne al debutto in A col Como e gira al largo dalla carrozzina di quel papà che all'improvviso ha smesso di segnare, c'è Alessandra che dirige il traffico di facce e di caffè, Benedetta con il cane in braccio e la piccola Gaia, 5 anni, in grembo al dottor Mario Melazzini, presidente dell'Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica), ammalato lui stesso, bomber di sfondamento in questa squadra della speranza che tutti i giorni si batte all'Ospedale di Niguarda tra le fila del centro Nemo, difesa a uomo, marcature strette. Borgonovo, naturalmente, capitano. L'architrave del dolore è Chantal, che s'innamorò di Stefano a 15 anni vedendolo passare in piazza San Giacomo e da allora non l'ha più lasciato, nella buona («Como, Firenze, Milano, una vita fantastica, lui giovane, bello, ricco, sano») e nella cattiva sorte, la simmetria con il mondo interiore di Gianluca Signorini è forte («E infatti, quando mi sentivo persa, avrei voluto mettermi in contatto con la moglie ma avevo paura di disturbare»), questa è una storia che ha in sottofondo il sibilo delle macchine che aiutano Stefano a respirare ma non c'è cappa, l'aria è serena, e raccontare forse aiuta. «Ste è una brava persona, era un calciatore stimato, non si meritava una malattia come questa». Perché, Chantal? «Lo sapevano tutti, ma all'inizio non volevamo parlarne, eravamo nel rifiuto totale, la mano, il braccio, le gambe, perdeva qualcosa ogni giorno, una caduta libera, facevamo finta di niente anche con i suoi genitori...».
TANTE IPOTESI, NESSUNA CERTEZZA - Perché, Chantal? «I traumi del calcio, i fertilizzanti dei campi, l'abuso di farmaci leciti, il doping, la predisposizione genetica: le ipotesi sono tante, i casi in Italia 5 mila, nessuna certezza e nessuna cura...». Perché, Chantal? «Usare la popolarità di Stefano per parlare della Sla, aiutare chi non è assistito come noi, cercare fondi per la ricerca e un giorno, maga ri, trovare una cura. Ecco perché». La Fondazione Borgonovo è nata così: «Gli ho detto: il malato sei tu, la gente può identificarsi in te». Stefano annuisce, immobile ma con l'argento vivo e il tubo della tracheotomia addosso, poi fa una smorfia che è un sorriso ancora bellissimo. Usa gli occhi come mouse, dice: «Sono arrabbiato con Pessotto che ha scritto un libro per raccontare che voleva morire mentre io sono qui che voglio vivere». Stanarlo non è stato facile. «Aveva bisogno di tempo, non era pronto — ricorda Chantal —, ma è un lottatore, lo è sempre stato. Dura? È molto peggio che dura. Però io sono convinta che per noi non sia finita». Dribbling. «Viviamo giorno per giorno. Il futuro non è segnato». Cross teso. «E se lui fosse il primo calciatore che guarisce dalla Sla?». È un contropiede fulminante. Stefano capisce e scatta sul filo del fuorigioco, controlla la palla, se la sistema sul destro come quel giorno a Monaco. Batte due volte le ciglia. Sembra un urlo a squarciagola. «Sì».
Fiorentina.it FORZA STEFANO: I MSG DEI TIFOSI!!! 07/09/2008 Fondazione Stefano Borgonovo Bcc Alta Brianza filiale di Erba, c/c it04z0832951270000000202000 Stefano Borgonovo sta lottando. Ormai da tempo. Oggi ha trovato il coraggio di farlo davanti a tutti, senza vergogna. Un grande atto d’amore e di vita. Sta combattendo contro una malattia terribile, con la stessa forza d’animo di quando giocava. Gesti incredibilmente belli, per sensibilizzare tutti. Stefano assieme alla sua famiglia, ai suoi amici, alla sua gente. Con lui, accanto a lui, i tifosi e gli sportivi che hanno amato le sue giocate, i suoi dribbling, i suoi gol. A Firenze Baggio e Borgonovo fecero impazzire tutti. La “BB”, la coppia formata da due “giovani tremendi” che avevano nel dna la voglia di divertire, di andare oltre. Due facce pulite, due ragazzi che amavano correre sotto la “Fiesole”, baciare la maglia viola. Quello era un calcio ancora bello, i miliardi ancora non c’erano. Stavano soltanto arrivando. Contava soprattutto altro. Tanti i ricordi di quei mesi: le giornate passate a giocare al calcio balilla, il Bar Marisa, le barzellette, i sorrisi. Sono passati praticamente venti anni. L’8 Ottobre quei “ragazzi” si ritroveranno tutti assieme. In una serata speciale. Così è la vita. Ci si conosce, ci si ama, ci si perde a volte per troppo tempo. Ognuno per la sua strada. Magari ci si dimentica anche. Ma basta un secondo per tornare indietro, per far finta che il tempo non sia passato, per ritrovarsi come prima. Come se l'orologio si fosse fermato. Divertirsi, ma tutti uniti, per aiutare un ragazzo dal sorriso sincero, per aiutare la ricerca, il desiderio di non arrendersi. Per provare a sconfiggere una malattia che, lo dicono le ricerche, colpisce i calciatori in maniera superiore rispetto alle persone normali. Serve a poco far finta di niente, negare. Occorre, invece, capire perché. Far si che certe cose non si ripetano. Perché è la vita a contare, più di ogni altra cosa, più di un pallone che rotola, più di un contratto, più di uno sponsor che oggi c'è e domani chissà. Fiorentina.it ha deciso di aprire questo spazio dedicato a Stefano Borgonovo. Un piccolo gesto di amore da parte dei tifosi viola che accompagnerà il “nostro” bomber alla data dell’8 ottobre. La data dell’abbraccio, degli applausi, della beneficenza. In casa sua, la foto, di quella splendida coreografia che immortalava il profilo di Firenze il giorno di Fiorentina-Juventus. Ne è passato del tempo, ma quella Firenze non si è mossa di un centimetro e l'8 ottobre sarà sempre lì accanto a lui. Stefano, grazie all’amico Carlo Pallavicino (che sta organizzando in modo semplicemente straordinario da più di tre mesi questa partita...grazie davvero Carlo), già da giorni legge i messaggi dei tifosi viola su fiorentina.it. Messaggi veri, sinceri, scritti con il cuore. Da oggi li raccoglieremo qui sotto. Pensieri e parole, che daranno forza a Stefano e alle tante persone che ogni giorno lottano, lottano, lottano. In silenzio, lontane dai riflettori. Forza Stefano, ti aspettiamo l’8 Ottobre. Stefano Borgonovo: campione in campo, campione fuori dal campo. Non sei solo! Marco Dell'Olio
Corriere dello Sport 28.10.2008 Borgonovo è malato di SLA L'attaccante colpito dal morbo di Lou Gehrig ROMA, 5 settembre - Stefano Borgonovo, 44 anni, ex attaccante della Fiorentina, del Milan e della Nazionale azzurra, è stato colpito dalla SLA, una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale a decorso progressivo. E' chiamata anche morbo di Lou Gehrig, dal nome del grande campione americano che morì nel 1941.
RACCOGLIERE FONDI - La drammatica notizia è stata rivelata da Sky Sport 24, nel corso di una trasmissione che è servita per avviare anche una raccolta di fondi per curare tutti quelli che sono stati colpiti da questa grave patologia. Massimo Mauro ha intervistato l'ex giocatore alla presenza di Mario Melazzini, presidente dell'Associazione Italiana SLA: «Grazie a Stefano, potremo sicuramente aumentare la sensibilizzazione che serve per raccogliere i fondi» ha detto Melazzini. IL DESIDERIO - Con una straordinaria forza d'animo, sostenuto dall'amore della moglie Chantal e dei quattro figli, Borgonovo sta combattendo contro questa malattia: «Ho intenzione di far nascere una fondazione Stefano Borgonovo, io amo troppo il calcio e mi rifiuto di pensare che è una malattia del calcio. Anzi, se potessi, scenderei in campo, in cortile o all'oratorio, io vado a giocare». LE REAZIONI - Sconcerto, dolore, e anche preoccupazione. È questa la reazione del gruppo azzurro alla notizia di un nuovo caso di SLA che colpisce un calciatore. Il racconto di Stefano Borgonovo: «Certo, guardando alle statistiche e al numero di calciatori colpiti, c'è da preoccuparsi - ha detto il capitano azzurro, Fabio Cannavaro - non credo dipenda all'uso dei farmaci in passato, perchè sono tante le generazioni colpite. Ma ora bisogna farsi delle domande, capire perchè. E sovvenzionare le Fondazioni che cercano una cura». Stessa preoccupazione per il portiere Gigi Buffon: «Il fatto che siano colpiti tanti calciatori ci fa drizzare le antenne. L'unica speranza - ha aggiunto il portiere - è che si possa trovare un rimedio». IL PARERE - «Non immaginavamo di trovarci questo dato epidemiologico così inquietante, cioè, un eccesso di mortalità per Sla tra i calciatori professionisti. Questo dato si è ulteriormente rafforzato». Lo ha detto il procuratore del tribunale di Torino, Raffaele Guariniello, parlando a Sky Sport 24. «Con gli ultimi accertamenti - ha continuato il magistrato - si è visto che tra calciatori professionisti si muove sei volte di più che nella popolazione generale di Sla. Abbiamo fatto un confronto con altre due popolazioni di sportivi, ciclisti e giocatori di pallacanestro. È venuto fuori che né tra i ciclisti, né tra i giocatori di pallacanestro, si è verificato alcun caso di Sla. Adesso, stiamo facendo anche uno studio sui giocatori di rugby. Allo stato attuale, non c'è ancora nessun caso di Sla tra i giocatori. Quindi, sembrerebbe doverci esserci qualche fattore specifico per l'attività, ed è quello che stiamo cercando di capire. Le ipotesi su cui lavoriamo di più sono l'uso di sostanze dopanti, micro traumi, sia a gli arti inferiori che a traumi dovuti a colpi di testa. Una terza ipotesi è l'uso di sostanze tossiche per il mantenimento dei campi di gioco».
Gazzetta dello Sport 09.10.2008 Incubo morbo di Gehrig Borgonovo: "Sto male" L'ex attaccante di Milan e Fiorentina attaverso un sintetizzatore vocale racconta il suo dramma: "Voglio migliorare la qualità della vita dei malati di Sla e supportare i ricercatori". L'8 ottobre amichevole benefica fra rossoneri e viola per la sua Fondazione
MILANO, 5 settembre 2008 - Stefano Borgonovo, ex centravanti di Fiorentina e Milan, è ammalato di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), meglio conosciuta come morbo di Gehrig. Malattia a decorso inesorabile - tutti i muscoli si bloccano via via, la mente però resta lucida -, la Sla ha già ucciso 39 ex calciatori, come accertato da Raffaele Guariniello, magistrato di Torino. In media la Sla colpisce sei persone ogni centomila, nel calcio italiano Guariniello e i suoi periti hanno individuato 43 casi su 30 mila giocatori: evidente sproporzione. Il doping, però, c’entra poco e la cartina di tornasole è il ciclismo, sport in cui non c’è traccia di Sla. Probabile che la correlazione tra pallone e morbo di Gehrig sia dovuta a un cocktail di concause: traumi a gambe e testa; abuso di anti-infiammatori; sforzi eccessivi in allenamenti e partite; contatti con pesticidi usati per i campi da gioco; predisposizione genetica. Oltre a Borgonovo, al momento altri tre ex calciatori soffrono di Sla, sono due centrocampisti di B e C degli anni Ottanta e Piergiorgio Corno, ex del Como. PRIVACY - Da circa un anno e mezzo si sapeva della malattia di Borgonovo, ma Stefano non voleva che la sua storia venisse raccontata. Finché Massimo Mauro, della Fondazione Mauro e Vialli che raccoglie fondi per la lotta alla malattia, e il dottor Mario Melazzini, presidente dell’Aisla, l’associazione che in Italia aiuta le famiglie colpite dal tornado Sla, hanno convinto Borgonovo ad aprirsi. Stefano ha accettato di incontrare una troupe di Sky. SINTETIZZATORE - Borgonovo non riesce più a parlare da tempo. E’ tracheotomizzato e si esprime con un sintetizzatore vocale, al computer. Parla con gli occhi: i suoi sguardi comandano un mouse e tramite un software le lettere indicate vengono trasformate in voce. A Sky ha detto: “Ringrazio Milan e Fiorentina, Galliani e Della Valle, perché mi sono vicini. Voglio creare una Fondazione Borgonovo per aiutare la ricerca e gli ammalati come me”. Verrà organizzata un’amichevole con incasso devoluto alla nuova struttura di Stefano. Donadoni, Ancelotti, Baggio, Dunga e Maldini hanno fatto arrivare messaggi di solidarietà. SERENITA' - Borgonovo vive a Giussano, a Nord di Milano, ed è sostenuto dalla famiglia: la moglie Chantal e i 4 figli, un maschio e tre femmine. Il primogenito ha vent’anni, l’ultima bimba è nata quando Borgonovo soffriva dei primi sintomi della malattia. Stefano è in cura al “Nemo” dell’ospedale Niguarda di Milano, laddove Nemo ha un duplice significato: Nemo come acronimo di “Neuro-muscolar omnicenter”, centro specializzato in mali come Sla, distrofia muscolare e atrofia spinale, e Nemo come il pesciolino del cartone animato della Pixar Disney (“Alla ricerca di Nemo”, 2004), tormentato da una pinna atrofica. Borgonovo è sereno, non prova rancore o rabbia per il calcio, ritiene la malattia una fatalità. Ha passato momenti neri, voleva isolarsi, poi ha capito che il suo nome può essere speso per reperire fondi da destinare alla ricerca. Oggi dice di avere degli obiettivi: “Migliorare la qualità della vita di ogni malato di Sla e fare in modo che tutti abbiano un sintetizzatore vocale; supportare i ricercatori”. E così è diventato consigliere dell’Aisla, assieme a Massimo Mauro, che sa bene quanto dolore possa provocare una grave malattia. Sebastiano Vernazza
06/09/2008 16:48 - Calcio Como TUTTI ALLO STADIO PER STEFANO BORGONOVO Non c'è persona e tifoso azzurro che nel vedere l'intervista di Stefano Borgonovo su Sky o gli articoli sui maggiori quotidiani, non abbia sentito il proprio cuore stringersi. Dopo Adriano Lombardi un'altra bandiera azzurra, una delle più amate, soffre a causa della terribile Sla; quello Stefano Borgonovo, il "Borgo", ora ha bisogno del nostro affetto e del nostro aiuto. Il Calcio Como ha per questo deciso di aiutare Stefano e sua moglie Chantal a raccogliere fondi per costituire la Fondazione Stefano Borgonovo; tale fondazione avrà tra i propri principali scopi quello di sostenere il Centro Clinico Nemo, reparto dell'ospedale Ninguarda, che si occupa di dare assistenza a coloro che soffrono di Sla. La società di viale Sinigaglia destinerà l'intero incasso della partita di campionato Como - Canavese del giorno 21 settembre 2008 per la costituzione del suddento ente; per questo motivo chiediamo ai nostri tifosi e ai tifosi di Stefano di accorrere numerosi alla partita per dimostrargli tutto il loro affetto e per aiutarlo concretamente nell'affrontare la malattia. Il Borgo, condizioni di salute permettendo, ha espresso con gioia la sua intenzione di essere presente allo Stadio Sinigaglia per salutare i tifosi che per anni lo hanno incitato, gioendo per i suoi numeri e per le sue reti. Agli abbonati sarà logicamente permesso di accedere allo stadio con la propria tessera, ma anche a loro chiediamo di voler partecipare a questa giornata di amore verso una persona che ha contribuito a rendere gloriosa la maglia azzurra, acquistando il biglietto di ingresso per la partita. Per chi sin da ora volesse dare il proprio contributo per la costituzione della fondazione, può fare la propria donazione presso questo numero di IBAN IT04Z0832951270000000202000 (non sono presenti lettere "o", sono tutti zeri). Altre iniziative collegate alla partita saranno eventualmente rese note; aiutiamo Stefano!
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