Storia - VIA DELLE 'FLOSCE VENERI' Così D' Annunzio chiamò via Sant' Agostino, una strada malfamata e buia che correva dalla stazione ferroviaria al fiume, quasi parallela ai binari. Una strada che il Vate descrive mirabilmente raccontando come le <brave pescaresi> evitassero di passarvi, soprattutto al calar della sera. D' Annunzio ironizzò spesso sulle <signorine> ospiti delle case di via Sant' Agostino. Strada buia (l'energia elettrica arrivò soltanto nel 1907), via Sant'Agostino, poi diventata via della Ferrovia, era luogo di ritrovo e d'appuntamento di marinai e soldati e di qualche marito "stanco delle scipitezze coniugali". Eccola dunque questa strada (oggi non c'è più) raccontata da D'Annunzio: " [...] Una melma nera copriva il lastrico ove spoglie di frutta, residui di erbe, stracci, ciabatte marce, falde di cappello, tutto il ciarpame sfatto che la miseria gittava nella strada, si mescolavano. Su quella cloaca, in cui il sole suscitava insetti e miasmi, una fila di case nane pareva ansare addossata alla caserma. Da tutte le finestre, però, da tutti gli spiragli si riversavano le piante dei garofani non più contenute nei vasi; e i grandi fiori rosei e rossi penzolavano al sole aperti magnificamente. E tra quei fiori apparivano le facce flosce e dipinte delle meretrici, passavano le oscenità delle canzonette, le risa gutturali; e giù sul lastrico altre femmine si tendevano verso i soldati parlando a voce alta, provocandoli [...]. Ad intervalli, quando entrava nel vicolo qualche uomo, venivano dalle finestre i richiami delle aspettanti: femmine discinte, con il seno scoperto, uscivano fuori ad offrirsi [...] .
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