Storia - GLI ZINGARI Arrivando a Pescara o in quasi tutti i centri del litorale abruzzese può capitarvi, mentre parcheggiate l'auto o passeggiate sul lungomare di essere avvicinati da donne zingare, spesso delle donne bellissime e giovani pronte per pochi soldi a leggervi la mano o fornirvi di amuleti contro la malasorte. Vestite con i loro tradizionali e coloratissimi costumi, sempre cariche di ori alle mani e al collo, vi assediano insistenti. Loro obiettivo è il turista, spesso ingenuo e poco abituato a tanta petulanza. Ai locali, invece, bastano poche parole per tenere a bada queste frotte di postulanti. Per loro zingari ormai sono un'abitudine. Fanno parte della città. come il mare e il traffico. Tutto l' Abruzzo costiero da secoli parla gitano Sono i rom abruzzesi arrivati via mare tra il XIV e il XV secolo insieme con altri gruppi etnici (albanesi, serbi e croati,), per sfuggire alle scorrerie turche sulle coste slave e greche. Nei loro dialetti, difatti, conservano ancora termini slavi e greci, al contrario dei gruppi di zingari insediati nell'Italia settentrionale di matrice soprattutto tedesca. Il primo documento storicamente attendibile circa, la presenza degli zingari sulla costa adriatica si riferisce alla fine del XIV secolo dunque prima del 1422, data della comparsa zigana nell'Italia settentrionale. C'è la storia, in questo documento, di un certo Antonio Solario, detto 'lo Zingaro' membro di una famiglia di gitani calderai insediatasi a Ripateatina, in proyincia di Chieti. Dice: <<La sua vita di girovago ed errante dava motivo che lo soprannominassero 'lo Zingaro' e tale vi restasse anche quando l’Amore da semplice artefice di caldaie l'ebbe trasformato in artista sommo. Non sono o certo i discendenti di Solario quelli che oggi vi chiedono l'obolo sui marciapiedi delle città. I nipoti dello Zingaro ormai, sono medici, ingegneri, architetti. Li si di può riconoscere qualche volta dal nome della famiglia. I ceppi, in fin dei conti, sono pochi: i Guarnieri, i Martelli, i Morelli, gli Spinelli, i Di Rocco. Le diramazioni, invece, non si contano: sono decine di migliaia. Famiglie grandi con decine di figli, centinaia di nipoti e pronipoti. La seconda ondata di zingari vi fu invece alla metà del XIX secolo. I secondi, pur stabilendosi lungo le coste, mantennero i loro costumi e si integrarono molto meno. Inutile dire che solo i rami deviati, di queste antiche famiglie di zingari, sono famosi alla cronaca cittadina per i guai con la giustizia, per furti, scippi, ferimenti, in passato qualche omicidio, ma soprattutto usura. Per il resto i rom abruzzesi, quelli che ormai sono i pronipoti di Solario, vivono nelle loro belle case, del loro lavoro, nel rispetto di tutti.
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