Riaffacciatosi sul palcoscenico della Serie A dopo vent'anni, il Pescara dà l'addio a Zeman (che torna alla Roma, già allenata in passato) passando agli ordini di Giovanni Stroppa. Il calciomercato vede le cessioni illustri di giocatori che hanno contribuito alla promozione: Ciro Immobile va al Genoa, Lorenzo Insigne al Napoli, Marco Sansovini allo Spezia Calcio e Marco Verratti viene ceduto ai francesi del PSG. La squadra può comunque contare su giocatori esperti come Ivan Pelizzoli, Giuseppe Colucci e Christian Terlizzi e su giovani quali Gianluca Caprari e Mervan Çelik.
La stagione del Pescara prende avvio ad agosto, con il terzo turno di Coppa Italia in cui gli abruzzesi sconfiggono per 1-0 il Carpi (club di Lega Pro). Al turno seguente il Pescara viene eliminato dal Cagliari, perdendo 4-2 all'Is Arenas.
In Campionato il Pescara esordisce il 26 agosto, perdendo in casa per 0-3 contro l'Inter: dopo un'altra sconfitta, stavolta contro il Torino, il 16 settembre Çelik segna il primo gol degli abruzzesi in questo torneo ma la squadra perde ancora (2-3 contro la Sampdoria). La domenica seguente il Pescara ottiene il primo punto pareggiando 1-1 al Dall'Ara contro il Bologna e tre giorni dopo arriva la prima vittoria, per 1-0 contro il Palermo. Il proseguo del campionato è però negativo, così il 19 novembre (all'indomani della quinta sconfitta consecutiva) Stroppa viene esonerato: al suo posto Cristiano Bergodi. La nuova gestione porta risultati migliori come le vittorie contro Genoa, Catania e Fiorentina: i delfini chiudono il girone di andata al 15º posto, con 20 punti. Il girone di ritorno comincia male, con 4 sconfitte nelle prime 5 partite (tra cui un 6-0 rimediato in trasferta contro la Sampdoria): a seguito di altre tre sconfitte consecutive, il 4 marzo Bergodi è sollevato dall'incarico e sostituito da Cristian Bucchi. Nemmeno il terzo tecnico ingaggiato nel corso della stagione riesce a centrare l'inversione di rotta: il 21 aprile il Pescara pareggia 1-1 a Roma, ottenendo quello che sarà il suo ultimo punto. Il 5 maggio a seguito della sconfitta per 4-1 a Marassi contro il Genoa, gli abruzzesi sono condannati all'aritmetica retrocessione. Esattamente un anno prima, in quello stesso stadio, il Pescara aveva centrato la promozione dopo ventuno anni.
La squadra pescarese termina il campionato in ultima posizione, con 22 punti (di cui solo 2 ottenuti tra gennaio e maggio): perdendo ben 28 partite su 38, viene battuto il record negativo che aveva stabilito il Venezia nel Campionato 1949-1950. Altri record negativi stagionali sono il peggior attacco (27 gol segnati) e la peggior difesa (84 reti subite) del torneo.
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