Estate 1956. Il Pescara del patron Sabatino Di Properzio si accinge a vivere l’ennesima stagione in Quarta Serie, masticando amaro per lo spareggio promozione perso nei confronti della Reggina, salita in Serie C, con cui si è chiuso il 1955 – ’56. Il presidente, complice anche l’inaugurazione dello stadio “Adriatico” – l’impianto sportivo più importante d’Abruzzo – vorrebbe rilanciare la squadra, ma, non avendo le necessarie disponibilità economiche, chiede aiuto alle autorità cittadine. Le istituzioni, però, nicchiano, i tifosi manifestano una certa insofferenza ed addirittura il tecnico Notti, deluso dal mancato rispetto delle garanzie tecniche chieste alla società, ricevuta un’offerta dall’Ascoli, accetta di scendere in Promozione, andando ad allenare i marchigiani. La situazione si fa caotica ed il 28 luglio del 1956 viene convocato il Direttivo del Delfino per impostare la programmazione della nuova stagione. La strategia adottata, ancora una volta, è quella dell’azzeramento: innanzitutto, viene scelto il nuovo allenatore, Orazio Sola, un uomo di poche pretese, aziendalista convinto e bravo a lavorare sui giovani. Conseguenza diretta della scelta della nuova guida tecnica, i giocatori più anziani, non rientrando più nei piani di Sola, vengono ceduti, puntando convintamente sul settore giovanile e sognando di ripetere i bei tempi che furono della “Strapaesana”. Il mercato, risulta, comunque, piuttosto attivo e porta alcuni innesti che sembrano ben calibrati, come Clede dalla Sangiorgese, Macripò dal Potenza, Martire dal Barletta e Merlonghi dall’Ascoli. Intanto, la Federcalcio dà vita a grandi rivoluzioni nel mondo dei campionati minori. Per quanto riguarda la Quarta Serie, il regolamento presenta otto gironi da 18 squadre, ciascuno dei quali assegna un posto per le finali nazionali di accesso alla Serie C a sole tre compagini. La riforma prevede, inoltre, che solo i piazzamenti entro il sesto posto in classifica evitano la retrocessione nel nuovo campionato di Interregionale/Seconda Serie. Insomma, difficilissimo puntare alla promozione, abbastanza facile rischiare di retrocedere. I bianco azzurri vengono inseriti nel girone G della Quarta Serie 1956 – ’57, insieme ad Andria, Annunziata Ceccano, Audace Cerignola, Barletta, Campobasso, Chieti, Foggia, Giulianova, Incedit Foggia, L’Aquila, Lecce, Melfi, Sangiorgese, Sora, Teramo, Trani e Virtus Lanciano. Questo l’undici base schierato nel corso del torneo: Di Censo, Lalli, Monaco, Clede, Palestini IV, Palestini V, Tontodonati, Pagliaro, Ferrari, Martire e Prunecchi I. Completano la rosa Landucci, Foscili, Lecis, Tiriticco, Bernardi, Paciello, Zamberlini, Macripò, Merlonghi e Vicari.
L’esordio col botto in trasferta nel primo derby di stagione contro la Virtus Lanciano vinto dal Delfino per 2 – 0 - ed il debutto fortunatissimo nel nuovo stadio “Adriatico” - che ospita uno squillante 3 – 0 sul Campobasso - aprono un girone d’andata decisamente positivo per i bianco azzurri, che perdono solo tre partite. La Puglia si rivela terra infausta per la squadra abruzzese, vittoriosa solo ad Andria e sconfitta nelle altre quattro trasferte a Foggia, Lecce e Trani. Nel girone di ritorno, invece, i risultati si fanno più altalenanti e, esageratamente stante la classifica sempre più che dignitosa, pagano gli allenatori: Sola viene sostituito da Renato Piacentini e quest’ultimo da Alfredo Monza. In compenso, “l’Adriatico” si rivela un fortino inattaccabile ed, alla fine, chiuderà imbattuto, regalando spesso sonore sconfitte agli avversari (5 – 0 all’Audace Cerignola, 4 – 3 al Lecce – che poi vincerà il torneo – ed addirittura 7 – 1 al Trani, malcapitato protagonista dell’ultima sfida di stagione contro il Pescara). Il nuovo stadio, però, nonostante la presenza costante di un foltito gruppo di fedelissimi tifosi, non si rivela sufficiente a contribuire al salto di qualità dei bianco azzurri. Il bilancio finale registra un onorevole quinto posto che, complice la ristrutturazione dei campionati, mantiene il Delfino a galla nella Quarta Serie. Contrariamente a quello che si era ipotizzato prima dell’avvio del campionato, si potrebbe concludere con un “Aiutati che… Il regolamento t’aiuta”!
Il campionato 1956/57 riparte con i soliti problemi economici che portano la Società a puntare su giovani del vivaio e ad affidare la squadra ad un allenatore poco pretenzioso di acquisti importanti, Orazio Sola. Le cose non si mettono bene e così, nonostante il potenziamento della rosa a novembre, la mancanza di risultati porta ad un valzer di sostituzioni sulla panchina biancazzurra, che vedono alternarsi Sola con Piacentini, e quest'ultimo con Monza. Nonostante la squadra fosse abbastanza competitiva, le solite polemiche con i tifosi e il triplo cambiamento di allenatori portano ad un'altra stagione fallimentare che si conclude con il 5° posto in classifica. Unica nota positiva di quell'anno è stata la decisione della FIGC di creare due gironi di C, ed in attesa di poterli portare a tre, si organizza un campionato intermedio di Eccellenza con l'inserimento delle prime sette classificate della Quarta Serie. Al termine della stagione la promozione in serie C è estesa a diciotto squadre sulla base dei risultati e delle garanzie tecniche ed economiche offerte.
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