Nell’estate del 1962 la società passa di mano da Sabatino Di Properzio ad Antonio Sacco. I Pescara, privo del gioiellino Bruno Pace (ceduto da Di Properzio al Bologna per otto milioni di lire, ultima operazione dell’ex patron) e con un nuovo direttore generale, l’ex arbitro Luigi Gemini conferma l’allenatore, Nardino Costagliola. Il Pescara è in serie C con poche risorse finanfiarie e con un’unica promozione prevista (il primo posto), le speranze di salire in B sono praticamente nulle.
Nel girone C del campionato 1962-63, il Pescara gioca con Akragas, Ascoli, Avellino, Bisceglie, Chieti, Crotone, L’Aquila, Lecce, Marsala, Potenza, Reggina, Salernitana, Siracusa, Taranto, Tevere Roma, Trani e Trapani. La formazione tipo vede Di Censo, Pieri, Magni, Nobili, Lo Buono, Conio, Fabbris, Cerri, Raccuglia, Temellin e Zucchinali, oltre ai primi calci di Claudio Tobia, soprannominato “Topone”, futuro talento sul campo e, successivamente, in panchina. L'allenatore Costagliola riesce ad inculcare un gioco davvero brillante ed i biancazzurri iniziano ben presto a respirare l’aria frizzante della vetta della classifica. Tra i biancazzurri gioca titolare Mario Pieri (ex Sampdoria) che grazie a Costagliola diventa il primo "libero" della storia biancazzurra. I tifosi, da sempre molto critici, dimostrano di apprezzare il dinamismo del presidente Sacco e del suo staff, che si rivelano, strada facendo, più ambiziosi e maggiormente propensi ad investire rispetto alla vecchia proprietà.
I buoni risultati in campionato si interrompono pero' tra l’inverno e l’inizio della primavera. Il Pescara si stacca dal vertice della graduatoria, pur continuando a giocare bene inanellando una lunga serie di pareggi intervallati da sconfitte.
Dopo il successo con il Taranto (gol di Cerri su rigore) giunta in Febbraio, la vittoria torna soltanto nel Maggio del 1963 all'Adriatico contro l'Akragas (autorete di Mora al 12imo) e il Pescara finisce il campionato con un onorevole quarto posto a pari merito con la Salernitana. Vince il Potenza che guadagna la serie B. Per il Pescara 38 punti con 34 gare. 13 vinte 12 pareggiate 9 sconfitte. 36 gol fatti e 38 quelli subiti.
La speranza dei tifosi comunque è viva e per quanto possibile si riaccende: essi vedono la possibilità di raggiungere quella sospirata serie B che manca da circa quattordici anni. Il presidente, nonostante le richieste di aiuto avanzate ai vari imprenditori locali siano cadute nel vuoto, decide di ritoccare la rosa e di affidarla ad un allenatore ritenuto più esperto, richiamando Piacentini.
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