I tifosi, e forse anche una parte della dirigenza, non credono più al progetto serie B, e spesso capita di vedere gli spalti dello stadio Adriatico sempre più vuoti.
Nella stagione 1970/1971 viene chiamato alla guida della squadra il tecnico Capocasale che vede ai suoi ordini una rosa piuttosto ringiovanita rispetto agli anni passati, un pò per le sue richieste ma anche per la mancanza di fondi da parte della Società.
La squadra nonostante tutto parte subito alla grande conquistando 5 punti in tre partite ed illudendo parte della tifoseria, che però ben presto si ravvede dall'abbaglio, e lo scemare dei risultati vede il Pescara al 12° posto.
La Società sta per crollare: i primi segnali arrivano dall'addio di Malagrida, stufo di sostenere una squadra su cui nonostante le centinaia di milioni investite, non ha mai centrato risultati concreti. Galeota, ormai solo, fa fatica a mantenere il tutto e pur di abbassare i costi gestionali affida a due tecnici locali, Enzio Falini e Vitalino Patricelli, la squadra. Come ci si poteva aspettare, la rosa messa a loro disposizione é sempre meno di categoria e sempre più rimpinzata di giovani.
In tutto questo arrangiarsi la stampa continua ad alimentare la sua propaganda denigratoria verso il presidente e i suoi due tecnici, ritendoli non adeguati ma messi lì solo per alleggerire il bilancio.