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Pescara Calcio Storia - Stagione 1987 1988
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Scibilia per il campionato 1987/88 conferma quasi tutto lo staff dirigenziale e tecnico e completa la rosa a disposizione del mister con grandi acquisti di qualità: il brasiliano Leo Junior e lo slavo Baka Sliskovic, privandosi però di uno degli artefici della promozione della passata stagione, il bomber Rebonato che vestirà la maglia viola. La Stagione inizia subito alla grande con la vittoria sul Genoa in Coppa Italia per 5-1 e alla prima di campionato si vince 2-0 a Milano con l'Inter, sembra proprio l'inizio di un sogno! Purtroppo l'incantesimo finisce e dopo un'inizio con 6 punti su 8 a disposizione la squadra incomincia a scivolare verso i bassifondi della classifica arrestandosi solamente al 14° posto alla fine del campionato. La conclusione di una Stagione costellata da alti e bassi porta il presidente Scibilia ad assumere il pieno controllo della Società, liberandosi definitivamente del vecchio gruppo dirigenziale e nominando personalmente i loro sostituti nelle persone di Antonio Edmondo e di Alberto Di Lena. Il Commendatore conferma Galeone e rafforza la squadra assecondandone tutte le richieste. Arrivano Miano e Caffarelli e i brasiliani Tita ed Edmar dal mister preferiti a 2 futuri fuoriclasse come Romario e Geovani.

Il Pescara, dopo le due splendide promozioni in serie A, (1976/77 e 1978/79), ottenute con due mitici spareggi sul campo di Bologna, il primo con Atalanta e Cagliari ed il secondo con il Monza, ma vanificate da due deludenti retrocessioni nell’anno successivo alla promozione, nel settembre 1987 si appresta a partecipare al suo terzo campionato di serie A senza aver dovuto far ricorso alla lotteria degli spareggi. Cagliari docet!
Faccio un passo indietro per tornare a quella fatidica bella giornata del 21 giugno del 1987, dove all’Adriatico si svolse l’ultimo decisivo confronto contro il Parma di Sacchi. Lunga sofferenza, ma alla fine Bosco segna uno splendido gol al 72’, e il Pescara, per la terza volta nella sua storia (la prima senza spareggi) viene promosso in serie A!

Questo era l’organico del Pescara in serie B 1986-87 (promozione in A)
Presidente: Panfilo De Leonardis.
Allenatore: Gianni Galeone.
Formazione base: Gatta, Camplone, Benini, Bosco, Bergodi, Ciarlantini, Pagano, Loseto, Rebonato, Gasperini, Gaudenzi.
Altri della rosa: Minguzzi, Berlinghieri, Ronzani, Dicara, Marchegiani, De Rosa, Marchionne, Mancini, Berardi, Bressan, Danese, Romano.

La maggior parte dei tifosi pescaresi fanno gli scongiuri per far sì che il detto “Non c’è due senza…..tre” non si avveri a fine campionato come, purtroppo, erano andati per gli altri due. Promozione/retrocessione, Promozione/retrocessione, Promozione/? Si vedrà.
Il successo clamoroso e il ritorno della squadra in serie A per la terza volta nella sua breve storia farebbero pensare a dopo-torneo quanto mai tranquillo. Invece le difficoltà economiche e la stanchezza, dopo anni di sacrifici, che ormai condizionavano De Leonardis, Marinelli, De Cecco e Taraborrelli minacciano di sfociare nell’ennesima crisi societaria, dall’esito incerto. E a questo punto che compare all’orizzonte Pietro Scibilia, industriale e uomo di sport, già titolare di una squadra di ciclismo che ha avuto nelle sue fila Moser, come capitano, e il pescarese Palmiro Masciarelli.
Con la mediazione dell’amministrazione comunale, dopo una lunga fase di laboriose trattative, si raggiunge un accordo: i quattro restano insieme a Scibilia, che diventerà presidente. Dopo quasi un ventennio si cambia rotta….Un po’ alla volta, però. Al momento c’è un direttivo a cinque, con Scibilia al vertice e con Galeone confermato, dopo il trionfo, a furor di popolo.
Durante l’estate, grazie al denaro fresco affluito in società, Il Pescara riesce a piazzare qualche buon “colpo”, anche se perde Rebonato e Bosco. Fanno sognare in particolare gli stranieri, una novità assoluta per Pescara perché le due precedenti avventure in serie A erano avvenute in tempi d’autarchia, quando le frontiere erano chiuse all’importazione di talenti d’oltre confine. Il Pescara ingaggia Leo Junior, brasiliano già da anni in Italia e liquidato del Torino perché “troppo vecchio” e il croato Sliskovic, genio e sregolatezza. Con loro arriva l’esperto Zinetti per far da “balia” al giovane Gatta; in più Ferretti, Galvani e Zanone.
La stagione si presenta sotto buoni auspici: ci sono due sole retrocessioni e c’è l’Empoli che parte, per delibera della Caf, da -5. La salvezza appare subito come un obiettivo possibile. Dopo due “avventure” concluse nell’arco di una sola stagione, questa volta, con un presidente “forte” e con condizioni ambientali diverse, ci sono tutte le premesse perché si apra un nuovo ciclo.
Si parte allora con tanta fiducia; e la fiducia diventa palpabile entusiasmo dopo la prima giornata, quando il 13 settembre del 1987, il Pescara si concede il lusso di battere a San Siro la quotata Inter di Trapattoni. 2-0 il risultato di quella gara, con rete di Galvani al 40’ e raddoppio di Sliskovic dal dischetto al 57’. La formazione di quello “storico” incontro è la seguente: Gatta, Benini, Camplone, Galvani, Junior, Bergodi, Pagano, Loseto, Zanone (50’ Gaudenzi, 78’ Marchegiani), Sliskovic, Berlinghieri.
Seconda giornata: Esordio casalingo il 20 settembre contro il Pisa ed è un nuovo successo: 2-1 con reti di Junior al 10’ e Dunga (Pisa) al 45’ nel primo tempo e di Gasperini, all’83’ su rigore. Anche la sconfitta patita a Torino contro la Juventus (3-1: doppietta di Rushe e rete di Favero, gol della bandiera firmato da Junior) il 27 settembre è tutto sommato accettabile e pienamente confermato nella quarta giornata dal pur sofferto successo casalingo sul Cesena: una vittoria maturata soltanto all’89’ per una autorete di Jozic, su tiro di Camplone.
La prima doccia fredda è datata 11 ottobre, quando il Pescara subisce un pesante rovescio a Napoli: 6-0 con reti, nell’ordine di Bagni, Romano, Careca, Maradona, Giordano (rigore) e autorete di Benini. Un duro colpo, solo in parte compensato dal buon pareggio interno con la quotata Sampdoria di Vialli e Mancin: 0-0 il 25 ottobre. Settima giornata e nuovo pesante rovescio: 4-0 (Hysen, Pellegrini, Diaz e Carobbi), ad opera della Fiorentina, sul campo dei viola. L’8 novembre, ottava giornata, arriva il Milan che passa all’Adriatico con un gol per tempo: Virdis al 28’, Bortolazzi all’86’. Il 22 novembre si perde a Verona, ancora per 2-0 (Pacione e Larsen-Elkjaer). Preoccupa la sterilità offensiva: i biancazzurri non segnano da ben cinque turni. In compenso di gol ne arrivano tanti il 29 novembre: un ricco 2-2 col Torino che muove finalmente la classifica dopo tre consecutive sconfitte. Segna prima il Toro con Polster al 12’, il Pescara prima pareggia (45’ su rigore) e poi va in vantaggio al 57’ con Sliskovic; i granata agguantano il definitivo pari al 65’ con Gritti. Il successo torna la settimana successiva, il 13 dicembre: nell’undicesima giornata la “Galeone’s band” batte l’Avellino per 2-0. Le reti sono di Sliskovic al 20’ su rigore e di Gasperini al 71’. Segni di ripresa ma prima della pausa di Natale c’è un brusco stop: 5-1 a favore della Roma con Sliskovic che all’80’ non può fare altro che salvare l’onore limitando un po’ i danni. Festività abbastanza amare, dunque, per i colori biancazzurri. Dopo la sosta la marcia continua a essere incerta, con alti e bassi: 2-0 sul Como il 3 gennaio, autorete di Albiero al 40’ e di Gaudenzi al 61’, sconfitta per 2-1 ad Ascoli la settimana successiva. Un KO da raccontare: il Pescara va in vantaggio con Sliskovic al 39’ e regge benissimo la controffensiva bianconera. Nel finale, quando parte del pubblico comincia già a sfollare considerando il risultato già acquisito, l’imprevisto epilogo: segnano Benetti all’83’ e Casagrande all’88’ e l’Ascoli di Ilario Castagner si tiene i due punti mentre il Pescara capisce quanto possono costare dieci minuti di follia. Parte del pubblico di fede biancazzurra, peraltro, sa della sconfitta solo a sera, dopo aver lasciato lo stadio con il Pescara in vantaggio!...
Proseguiamo: il 17 gennaio Galeone e la sua truppa pareggiano in casa a reti inviolate con l’Empoli. È l’ultima di andata: al giro di boa il Pescara, a dispetto dell’ottimo inizio, ha soltanto 13 punti, ed è quint’ultimo alla pari con Ascoli e Fiorentina, ma davanti a Pisa 11, Como 10 ed Empoli 6, partito da -5.
Il girone di ritorno comincia, il 24 gennaio, con un positivo pareggio contro l'Inter: è 1-1 con rete di Sliskovic al 34’ e di Passarella al 39’. Il 31 gennaio invece una doppietta di Piovanelli dà i due punti al Pisa. Febbraio comincia con una partita capolavoro, di quelle “storiche” non meno del successo a spese dell’Inter nella prima di andata. Arriva la Juventus che pochi giorni prima è passata all’Adriatico, in Coppa Italia, con un Rush in gran vena. Pronostici avversi, ovviamente, ma galeone tira fuori dal cilindro la mossa a sorpresa: ripudia la zona pura e spedisce Dicara a francobollare l’attaccante straniero. La Juve va in affanno e il Pescara vince: 2-0 con reti di Junior al 54’ e di Pagano al 81’.
La formazione: Zinetti, Di Cara, Camplone, Marchrgiani, Junior, Bergodi, Pagano, Loseto, Gasperini, Sliskovic (87’ Mancini), Gaudenzi 79’ Ferretti). Il buon momento continua il 14 febbraio a Cesena: una rete di Pagano al 55’, segnata dopo una splendida galoppata sulla fascia, consente al Pescara di farsi corsaro e di guadagnare spazio in graduatoria: i punti in carniere sono ora 18, ben 7 in più rispetto alla penultima Avellino, a quota 11. Con due sole retrocessioni e con l’Empoli virtualmente spacciato, con solo 9 punti, si possono dormire sonni tranquilli; perché mai del resto dovrebbe aver paura una squadra capace di battere Inter e Juventus?
Il campionato continua: Arriva il Napoli e si sogna vendetta. Niente da fare: i partenopei raccolgono due punti anche nella partita di ritorno. Stavolta però è solo 1-0, con rete di Giordano al 38’. Si perde pure a Genova con la Sampdoria: Cerezo al 21’ e Pari al 70’ annullano le speranze determinate dal gol iniziale di Gasperini, al quarto d’ora del primo tempo. La spirale negativa di due sconfitte consecutive si arresta il 13 marzo: 1-1 contro la Fiorentina. Da mangiarsi le mani: Gasperini segna al 4’ e il Pescara resta in vantaggio praticamente per l’intera gara. Un rigore trasformato da Baggio all’88’ determina però la divisione della posta. La settimana successiva si torna a San Siro, questa volta però in casa del Milan che non si lascia sorprendere: Massaro e Gullit segnano entrambi dopo appena 2’ rispettivamente nel primo e nel secondo tempo ei biancazzurri tornano a casa a mani vuote. Il 27 marzo in compenso si strapazza il Verona con un inequivocabile 3-0: Gasperini al 30’ su rigore, Sliskovic al 37’ e Gasperini al 58’, mentre il 10 aprile, dopo una settimana di stop, si perde a Torino, ancora per 2-0, Bergggreen e Polster i marcatori. Alti e bassi. Momenti ottimi alternati da fasi deludenti. Il Pescara funziona a singhiozzo e manca una striscia di risultati utili che consenta di decollare. L’Empoli è sempre lontano ma le altre si avvicinano, pur se resta un ancora buon margine di sicurezza, ancor più ampio dopo il pareggio esterno conquistato il 17 aprile ad Avellino: 1-1 con Berlinghieri che al 27’ annulla la rete siglata da Colantuono al 7’. Tutto sommato non disprezzabile neppure il successivo pareggio a reti inviolate con la Roma del 24 aprile. Si arriva così a maggio, ultimo mese di campionato, col Pescara da solo a quota 23, seguito da Ascoli, Avellino e Como con 20 punti, Pisa 19 ed Empoli 16. Tre lunghezze di margine con tre sole giornate ancora in calendario….
Il primo maggio però il Pescara perde a Como 2-1: reti nell’ordine di Giunta, Berlinghieri e Tedesco, l’8 non va al di là del pareggio casalingo 0-0 con l’Ascoli ed il 15 perde addirittura ad Empoli: 3-2 il risultato finale con la formazione di casa prima in vantaggio per 3-0 con reti di Incocciati, Ekstrom e Cucchi su rigore, e poi solo parzialmente agguantata dalla rabbiosa ma tardiva reazione biancazzurra, concretizzata negli ultimi minuti dai gol di Gasperini su rigore e di Galvani. Risultato: il Pescara è egualmente salvo, il che rappresenta comunque un traguardo storico per la società di via Campania, ma con un solo punto di margine rispetto all’Avellino, che scende in Serie B insieme all’Empoli.
Lo scudetto invece l’ha vinto il Milan dopo un appassionante duello col Napoli.
Partite ultima giornata che hanno interessato il Pescara:
Inter-Avellino 1-1
Ascoli-Cesena 0-0
Empoli-Pescara 3-2

Classifica finale
Ascoli 24
Pisa 24
Pescara 24
Avellino 23 (retrocesso)
Empoli 20 partito da -5 (retrocesso)

Il Pescara è dunque terz’ultimo alla pari con Ascoli e Pisa. Giusto quanto basta per la permanenza. Nel corso della stagione la squadra di Galeone ha guadagnato 24 punti con 8 vittorie (6 in casa e 2 fuori), 8 pareggi (7 in casa e 1 fuori), 14 sconfitte (2 in casa e 12 fuori). I gol segnati sono stati 27 e quelli subiti 44 (8 in casa e 36 fuori).
Come che sia, un campionato in serie A concluso con la permanenza non poteva non soddisfare i tifosi e coinvolgere il pubblico ben al di là dei confini comunali: le presenze complessive sugli spalti nelle 15 partite interne stagionali sono state circa 349.000, con una media di oltre 23.000 spettatori a partita.

 

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