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Dopo la stucchevole vicenda Zeman dove ancora una volta non ci ha fatto una bella figura il nome di Pescara, è meglio pensare a quale sarà la squadra da affidare a Massimo Oddo che aspettiamo venga ufficializzato con la firma del contratto.
Il supermarket Pescara come in molti l’hanno ribattezzato, è pronto come ogni anno ad aprire le porte a chiunque voglia i nostri giocatori, mentre i calciatori più importanti che avevamo in prestito torneranno naturalmente alla base e quindi sarà una squadra da rifondare per l’ennesima volta, almeno stando alle voci che circolano sul mercato (si spera di rinnovare quelli di Fiorillo, Fornasier e Pasquato).
È chiaro che una società piccola come la nostra non abbia la potenza economica che possa permettere di mantenere tutto l’organico attuale che per una traversa ha mancato la serie A (oltre che per aver tenuto in panca un allenatore inadeguato per 41 gare…), ma la cosa che ci delude di più è la mancanza di una progettualità tecnica.
Come è possibile che ogni anno sia impossibile mantenere un’ossatura della squadra senza doverla rifondare ogni anno con gli ovvi problemi che ne scaturiscono?
Come mai ad ogni sessione di mercato il Pescara fa tanti, troppi movimenti come a gennaio scorso ad esempio, per poi lamentarsi di avere l’organico troppo numeroso?
Perché sembra che solo il Pescara non abbia la forza economica per mantenere almeno qualcuno dei calciatori più importanti nonostante le plusvalenze realizzate negli ultimi 3 anni ed i tanti milioni incassati come mai avvenuto nella storia del delfino?
Perché sembra valere solo qui la mitica frase “non possiamo tarpare le ali al ragazzo che vuol giocare in categoria superiore” , ma a parti invertite la cosa non funziona?
Eclatante l’esempio di tal Di Carmine che cercato a gennaio in Lega Pro e pure in scadenza di contratto, la Juve Stabia si è opposta al suo trasferimento al Pescara, mentre noi abbiamo ceduto il capocannoniere del torneo al Catania…
Ovvio che l’aspetto economico per il mantenimento della squadra con i conti in ordine debba essere prioritario, ma è anche vero che dovrebbe essere un aspetto normale avere i conti in ordine (specie dopo le tante plusvalenze) e non un vanto: è vero che ci sono società che falliscono, ma è anche vero che ci sono società che con una gestione oculata fanno fior di campionati in A e in B.
D’accordo che si è dovuto pensare a risanare la situazione lasciata dalle gestioni precedenti, ma fino a quando dovrà durare?
Dicevamo della mancanza di un progetto tecnico: dopo la figuraccia in serie A dei record negativi, ci fu detto di un progetto tecnico triennale per tornare in A con una squadra di proprietà.
Stiamo per iniziare il terzo anno e siamo arrivati al settimo allenatore (oltre alle centinaia di calciatori) che dovrà allenare un organico che perderà la maggior parte della squadra titolare: dov’è questo progetto tecnico?
L’augurio è che venga dato a Massimo Oddo un organico competitivo sin dal ritiro (siamo fiduciosi nel duo Pavone-Repetto): due anni fa venne dato a Marino un organico col centrocampo risicato dovuto alle partenze di Cascione e Bjarnason senza esser rimpiazzati; l’anno scorso un buon organico invece venne dato in mano al tecnico sbagliato, speriamo che stavolta sia l’anno buono.
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Inserita il: 18/06/2015
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