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Come da previsioni, anche quest'anno il mercato di gennaio è stato di indebolimento per il Pescara, ormai un classico che quasi non stupisce più.
Solita storia, si vendono calciatori di proprietà (sia della prima squadra che della primavera) e si prendono calciatori in prestito per alcuni mesi, si vendono titolari e restano scoperti i ruoli: si incassano soldi ad ogni sessione di mercato, sia estiva che invernale, ma per acquistare qualcuno non ci sono mai risorse sufficienti, basti pensare che nemmeno Pucino sono riusciti a prendere....
Quindi ricapitolando, ci presentiamo il 1 gennaio con l'impellente necessità di avere un centravanti visto che eravamo praticamente nulli davanti avendo i soli Maniero, Brunori e Borrelli che farebbero panchina praticamente ovunque. Avevamo bisogno di un vice Palmiero e di almeno un ricambio in difesa.
Invece i risultati sono stati: via Machin, il miglior calciatore e titolarissimo (come l'anno scorso, sempre con lo stesso calciatore, praticamente un record), via Brunori, Ciofani, Vitturini e Kastrati, tutti venduti a titolo definitivo.
In compenso arrivano in prestito per 5 mesi Clemenza (15 presenze con la Juve U23 in C e 2 reti quest'anno, 28 presene e 2 reti l'anno prima in B col Padova e 28 presenze e 3 reti l'anno prima con l'Ascoli), Pucciarelli (7 presenze e 2 gol col Chievo quest'anno, record di marcature in carriera in B o A, 6 reti) e Alastra (portiere di riserva del Parma). Tralasciamo la compravendita dei primavera.
Quindi non solo non abbiamo preso il centravanti che serviva, ma ne abbiamo tolto anche uno, non abbiamo il vice Palmiero (ma tanto c'è il genero) e ora non abbiamo più nemmeno un vice Zappa in difesa, oltre ai centrali di difesa dove in panca c'è rimasto solo il buon “nonno” Campagnaro.
Un film già visto, ormai fin troppe volte.
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Inserita il: 31/01/2020
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