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Bergamo, 19 apr. - Tantissima folla (si parla di 10 mila persone) e commozione ai funerali di Pier Mario Morosini, il centrocampista del Livorno deceduto sabato scorso dopo il malore accusato nella partita contro il Pescara. La chiesa di San Gregorio Barbarigo del quartiere Monterosso di Bergamo si e' riempita in netto anticipo lasciando fuori migliaia di persone andate a dare l'ultimo saluto al "Moro". Presenti al gran completo l'Atalanta e il Livorno, in chiesa anche il presidente Figc, Giancarlo Abete, il vice Demetrio Albertini, il ct della Nazionale, Cesare Prandelli, e altri dirigenti del calcio italiano e dei vari club.
E' stato don Luciano Manenti, per molti anni amico del calciatore scomparso, a tenere l'omelia durante la quale ha paragonato il giovane ad un ulivo, frutto della terra bergamasca, e ha ricordato gli esordi su "un campo di sabbia polverosa d'estate, ghiacciata d'inverno". "Ma un campo prima di tutto e' terra - ha continuato il sacerdote - E questa terra, questa nostra terra produce frutti benedetti e umili. Che siano l'operaia, il papa della carezza, o i papa' e le mamme, i bambini e ragazzi che riempiono i nostri oratori, questa terra ci insegna che dal niente non viene niente. Che occorre essere onesti ma anche capaci di perdono.
Per Mario e' solo l'ultimo dei frutti di questo mondo. Se penso a un albero mi viene in mente l'ulivo, e la spremitura del suo frutto che produce fragranza nuova. Un albero che e' l'albero di Gesu'. E come Gesu' il nostro Pier ha vissuto tanti getsemani ma anche tante resurrezioni. Questa e' solo la piu' evidente". In chiesa poi il coro ha intonato le canzoni di Ligabue, 'Il giorno di dolore che uno ha' e 'Non e' tempo per noi' e ha parlato anche la mamma di Anna, la fidanzata del giocatore.
"Abbiamo perso un figlio e un fratello, il dolore e' grande ma sappiamo che non ci vuoi tristi ma con il sorriso, quel sorriso che illuminava sempre tuo viso", ha detto la signora Mariella che, commossa, ha proseguito: "ciao Mario, ti ringraziamo della presenza nella nostra vita, ti ringraziamo per tutto quello che hai dato alla nostra Anna, ma ti chiedo un favore, almeno dal cielo chiamami Mariella e non piu' signora: Sarai sempre con noi, proteggici dal cielo, ti vogliamo bene". Un lunghissimo applauso ha infine accompagnato l'uscita del feretro, coperto dalla sua maglia numero 25 del Livorno, col coro dei tifosi: "Mario uno di noi".
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Inserita il: 19/04/2012
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