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Sono passate ormai alcune settimane dopo aver conquistato la salvezza nel campionato cadetto all'ultima giornata e l’ambiente intorno alle sorti del Pescara è ormai sempre lo stesso: apatico, inerme, rassegnato.
Senza stare a rifare la cronistoria degli eventi (ennesima umiliante retrocessione dalla A, il salvataggio dalla C nonostante il lauto paracadute, il tutto farcito dalle assurde questioni legate a Zeman, la folle scelta di Epifani col suo score catastrofico, fino all’arrivo di Pillon che ha portato in salvo la categoria), dopo l’ennesimo flop calcistico, sarebbe stato auspicabile che tutto l’ambiente avesse chiesto conto al responsabile di tutto ciò del perché si continui questo tipo di gestione e pretendendo un cambiamento di rotta.
Ma invece la città sembra rassegnata a questa situazione “condannata” ormai ad ascoltare i consueti monologhi privi di veri contradditori da parte della stragrande maggioranza della stampa (fortunatamente qualcuno si salva ancora) che da anni ha ormai perso lo spirito critico che dovrebbe contraddistinguerla, la tifoseria organizzata, fatta eccezione per qualche coretto, non ha mai manifestato chiaramente la propria posizione al riguardo e la cosa di certo non aiuta l’ambiente, eppure in passato ci furono comunicati che spiegavano per bene il loro punto di vista.
Il rischio concreto è che in molti resteranno a casa seguendo quanti hanno già messo in pratica questa forma di protesta, abbandonando l’Adriatico fin quando non ci sarà un cambiamento al vertice della società.
Non condividiamo questi atteggiamenti perché lo stadio non va abbandonato, ma li capiamo visto che il film che ci viene propinato dovrebbe essere il solito: - vendita dei calciatori che hanno mercato entro il 30 giugno per fare cassa (?!!!), - squadra fatta da molti prestiti di ragazzotti e infarcita da “vecchietti” che passeranno più tempo in infermeria che sul campo, - mancanza di uno zoccolo duro che possa formare uno spogliatoio più unito, - mancanza di un progetto tecnico - vendita di chiunque ci venga richiesto, anche ragazzini delle giovanili, per non… “tarpargli ali” - fino ad arrivare al consueto mercato di gennaio dove ci sarà il via vai di svariati calciatori, tra cui non mancherà il rinforzo infortunato che farà qualche presenza, con il benestare del procuratore di turno, il tutto infarcito di promesse qua e la di centro sportivo, stadio e vendita della società a kazaki, cinesi, russi, arabi e chi più ne ha più ne metta.
Prima o poi siamo convinti che la piazza di Pescara risorgerà e tornerà l’entusiasmo che la contraddistingue, ma fin quando resteranno così le cose, il rischio di avere l’Adriatico sempre più deserto è sempre più concreto e di questo tutti si dovranno fare un bel esame di coscienza.
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Inserita il: 13/06/2018
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