Il 28 dicembre 1955 viene inaugurato lo Stadio Adriatico di Pescara. A distanza di cinquantanove anni solopescara.com offre ai tifosi biancazzurri l'oportunità di rivivere l'evento e la cerimonia attraverso le parole di Alfono Di Russo e Fabio Pirona sul Corriere dello Sport del 29 dicembre 1955.
La perla d'Abruzzo entra così nella vita dello sport nazionale e internazionale - La festosa e luminosa cerimonia con l'intervento del rappresentante del Governo e delle maggiori autorità religiose, civili e sportive.
Pescara 29. Pavesata dei suoi colori piu' belli, che sono quelli che la natura le ha assegnato con generosa dovizia; resa ancor piu' leggiadra da un sole sfavillante che saltando l'azzurro del mare, il verde dei magnifici viali ed il bianco delle sue modernissime costruzioni ha inquadrato in uno scenario incantevole questo pittoresco lembo dell'Adriatico. Pescara ha vissuto oggi uno dei piu' indimenticabili episodi sportivi: quello che, distogliendola da un isolamento durato troppo a lungo, la ha finalmente inserita quale ganglio vitale nella vita dello sport nazionale ed internazionale.
CATENE INFRANTE La poesia dello sport, purtroppo, deve da tempo fare i conti con l'aridità delle cifre, sottostare al gioco di interessi economici che spesso interpretano la funzione dell'agonismo sotto un aspetto di gran lunga meno nobile di quello che in effetti è chiamato ad esplicare. Da Bari a Blogna lo squallore della povertà di impianti confinava nell'oblio regioni che pur vantando tradizioni sportive ricche di pagine prestigiose; e l'autarchia indigena mal aveva modo di sconfinare ed esprimersi, pur essendone degna, nel consorzio nazionale. Oggi queste arrugginite catene che legarono lo sport abruzzese, sono state finalmente spezzate; Pescara, e con essa l'Abruzzo e le zone di influenza sportiva che qui gravitano, possono liberamente spaziare il loro sguardo e respirare e pulsare all'unisono con i centri piu' evoluti. Uno stadio Magnifico, una costruzione che nulla ha da invidiare alle realizzazioni piu' ammirate, ha dischiuso all'Abruzzo orizzonti impensanti: il movimento sportivo indigeno avrà così modo di germogliare, e quello nazionale ed internazionale di espletarvi la duplice funzione di sfogo alle esigenze della enorme massa sportiva abruzzese e di preziosa semente per le generazioni che si affacciano alle palestre. Lo stadio Adriatico comincia da oggi la sua vitale missione. L'INAUGURAZIONE Le cerimonie ufficiali, sono, solitamente, quanto di piu' uggioso ed artificioso puo' essere concepito: l'inaugurazione dello stadio Adriatico di Pescara è stata invece una festa, spontaneamente gioiosa, che ha degnamente interpretato, anche nel suo apparato esteriore, il sentimento di soddisfazione della gente abruzzese, legata a doppio filo alle sue tradizioni, ma entusiasticamente partecipe di quanto serve ad esaltarne le virtu'. Cose fatte con semplicità e con molto buon gusto: a cominciare dall'accoglienza riservata al rappresentante del Governo, dott. Lorenzo Natali, al quale il Prefetto di Pescara, dott. Criscuoli, ha porto il saluto e la riconoscenza della popolazione, ai confini della provincia. Quando le autorità sportive, civile e religiose, che avevano fatto a gara nell'aderire al giusto desiderio di Pescara di dare all'importante avvenimento solennità inconsueta, hanno guadagnato la tribuna d'onore dello stadio, la massa sportiva aveva già annerito le bianche scalinate, facendo della passione e del suo entusiasmo l'arma vittoriosa per travolgere ogni sbarramento. A Mons. Giovanni Jannucci, Vescovo ausiliario di Pescara, aprire la cerimonia ufficiale con la benedizione agli impianti e con espressioni di plauso ai realizzatori della meravigliosa opera. Sul piu' alto pennone dello stadio è salito allora, accompagnato dalle note dell'Inno di Mameli e da un crepitare di applausi, il tricolore; ai lati la bandiera del Comune di Pescara. Il Presidente dell CONI, avvocato Giulio Onesti - cui facevano ala gli onorevoli Natali e Spataro, il Prefetto dottor Criscuoli, il Sindaco di Pescara avv. Chiola, il Questore dot. Tucci, il dott. De Stefani, membro del CIO, l'ing. Barassi, Vice Presidente del CONI, il dott. Zauli ed il dottor Garroni, Segratario e Vice Segretario Generale del CONI, il dott. Martucci, Capo dell'Ufficio Stampa, il prof. Antonio Montefredine, delegato per Pescara del CONI, l'ing. Piccinato, progettista dello stadio, il direttore dei lavori, ing. Magrelli, il rappresentante del Sindaco di Chieti, avv. Linforzi, i Presidenti della Camera di Commercio e della associazione Industriali di Pescara, cav. del lavoro Camplone e comm. D'Achille ed altre autorità convenute in rappresentanza dei propri capoluoghi dell'Abruzzo - ha messo quindi nel giusto rilievo questo importantissimo passo compiuto dal CONI, il quale conclude così un'annata particolarmente fertile di realizzazioni che hanno quali punti salienti i grandiosi impianti di Cortina d'Ampezzo, la bellissima Scuola di Atletica Leggera di Formia, il prototipo di scherma di Torino e lo stadio Adriatico e che, con altre opere in fase di compimento, costruiranno il trampolino dal quale l'agonismo nazionale prenderà lo spunto per avviarsi verso mete spaziose. Il Sindaco di Pescara e l'on. Natali - l'uno inquadrando l'avvenimento fra le conquiste dell'amministrazione comunale, agevolata dal magnifico apporto del CONI; il sotosegretario alla Presidenza del Consiglio, appssionato portavoce del suo Abruzzo mettendo in risalto la soddisfazione degli sportivi pescaresi e di quelli delle provincie vicine - hanno concluso la panoramica, tesa ad illustrare gli scopi che hanno portato a concepire ed a creare questo stadio prototipo per il calcio e l'atletica leggera che segna una importante svolta nella vita agonistica ed anche economica dell'Abruzzo. La parte ufficiale si è esaurita con la consegn dello stadio al Sindaco e uno scambio di oggetti in oro fra l'avvocato Onesti e il prof. Montefredine. Lo sportivo ha poi preso possesso di quello che sarà da oggi in poi la palestra per lo sfogo della sua passione, prendendo atto nel corso della visita agli impianti della geniale rispondenza delle attrezzature. Seicento milioni sono il pedaggio che Comune e CONI hanno pagato perchè siano dischiusi a mete ambiziose ed ambite, i i ristretti confini che hanno sino ad oggi delimitato l'Abruzzo sportivo: un pedaggio che impegna la Regione ad esaltare le sue innate virtu' e gli organi direttivi a dare giusta soddisfazione a chi per tanto tempo ha vissuto soltanto di riflesso le manifestazioni piu' importanti. La FIGC - tramite il suo presidente ing. Ottorino Barassi - ha dato il là all'entusiasmo, promettendo a Pescara una visita ufficiale della Nazionale B azzurra; gli sportivi hanno formulato il voto di essere degni del loro stadio, allentando le briglie al cavallo della fantasia sul quale hanno issato, perchè le porti ancor piu' lontano, le tradizioni che onorano lo sport abruzzese. Ed hanno cominciato con lo accorrere in massa - dimenticando la giornata feriale - all'episodio conclusivo della inaugurazione dello stadio Adriatico: quello che ha visto di scena il vessillifero dell'agonismo locale, il Pescara, alle prese con il Como. Per tacito accordo, i ventidue calciatori si erano impegnati ad una recita dimostrativa: troppo bello - in una cornice magnifica - quel appeto vellutato di verde perchè venisse deturpato. Il risultato dell'amichevole contesa non conta: conta che migliaia di abruzzesi hanno visto divenire realtà quello che era un lungo e bel sogno; conta che il gioiello donato dal CONI consentirà a Pescara di far bella mostra di sè da pari a pari con i piu' evoluti centri peninsulari. E tu, bianco cavallino, che per gioco di interpretazioni, sei stato costretto a consumare ore ed ore inutilmente di fronte alla terrazza della quale gli abitatori dello stadio scrutavano la loro bella città ed il loro placido mare e con ria stupita davanti tanta gente felice, domanda un po' a quel Michele La Porta - Custode di gesta indimenticabili dell'atletica e del ciclismo abruzzese - perchè mai migliaia di occhi fossero lucidi: ti dirà tutta la gioia per il traguardo raggiunto e ti confiderà tutti i propositi per il futuro. Vedi quello stadio stupendo? E' una pietra miliare per lo sport abruzzese: da oggi in poi, tutto è possibile. Fabio Pirona
LE CARATTERISTICHE DELLO STADIO Lo stadio Ariatico sorge nelle immediate vicinanze del mare. L'edificio è composto di un anello continuo di 11 gradini in corrispondenza dei rettilinei. Al lato opposto al mare sorge una tribuna sopraelevata con struttura portante. Sono stati realizzati spogliatoi per il calcio e per l'atletica con relativi servizi, sale per arbitri, giudici di gara, stampa, ecc. Lo stadio sorge su un'area complessiva di metri quadrati 47,200 con il perimetro esterno di 856; asse maggiore merti 173,70 asse minore 118,40. Campo di calcio metri 68x105; pista di metri 400 a 6 corsie con rettilinei per le gare dei cento metri piani e dei 110 ad ostacoli. La novità architettonica tecnica dello stadio Adriatico sta nella forma quasi circolare a somiglianza delle costruzioni inglesi ed ungheresi, per cui si ha la massima visibilità, ottenendo il piu' razionale sfruttameno dello spazio. La costruzione eseguita in due anni esatti ha richiesto 55.000 giornate e 500.000 ore lavorative. La spesa complessiva è stata di 500 milioni di cui 430 spesi dal CONI e 70 dal Comune di Pescara. Lo stadio puo' contenere comodamente 20.000 spettatori.
SI E' GIOCATO ALLO STADIO ADRIATICO COMO-PESCARA 3-1 Dodicimila spettatori sulle gradinate del nuovo magnifico impianto - Eccellente spettacolo tecnico
Como: Panizzolo; Cuttica, Grassi; Gandini, Mezzadri, Marsili (Palazzoli); Bellini, Marra, Santoni (Bettini), Gritti, Baldini. Pescara (pt): Landucci; Di Matteo, Godeas; Palestini IV, Monaco, Palestini V; Palpacelli, Tontodonati, Traini, Cuoghi, Prunecchi. Pescara (st): Di Censo; Lalli, Tiriticco; Foscili, Mungo, Puccetti; Lecis, Zamperlini, Traini, Palestini V, Palpacelli. Arbitro: Fornaro di Pescara. marcatori: 12' Marra, 30' Traini, 50' Baldini, 88' Bettini. Note: In tribuna d'onore il rappresentante del Governo on. Natali, il Presidente del CONI Onesti, Barassi, Zauli, parlamentari ed altre autorità sportive e politiche. Valutati a 12.000 gli spettatori presenti. Gioco corretto, terreno ideale (anche se dal fondo non ancora consolidato), tempo primaverile. Calci d'angolo 7 a 1 per il Como (4 a 0 nel primo tempo). Al rientro delle squadre dopo il riposo le autorità hanno consegnato ai due capitani delle squadre coppe-ricordo.
Pescara, 29 - Nel quadro delle cerimonie inaugurative dello stadio Adriatico, Como e Pescara hanno sostenuto un galoppo sulla palla che ha avuoto lo scopo di offrire al pubblico, quale consolazione per la mancata effettuazione dell'incontro internazionale (rinviato a primavera come esplicitamente confermato dall'ing. Barassi), un saggio della funzionalità e della visuale della magnifica realizzazione, oggetto di meraviglia da parte di tutti. Non è rimasto assente del resto lo spettacolo, in quanto le due squadre pur senza spingere a fondo si sono mostrate degne del privilegio loro toccato. Il meglio della cavalleresca partita si è avuto nei primi 45' minuti, anche perchè nei secondi 45' l'allenatore del Pescara ha preferito allineare tutti gli altri giocatori disponibili la qual cosa, naturalmente, indeboliva la formazione sul piano tecnico. Il punteggio non aveva alcun significato, ma in fondo ha rispecchiato la diversità dei valori in campo non essendo stato difficile agli azzurri lariani di imporre, alla distanza, i diritti della loro superiore inquadratura. Agli ordini dell'ottimo arbitro Fornaro si inizia in perfetto orario e proprio al colmo dell'afflusso degli sportivi anche dai centri vicini i quali, a dire il vero, si preoccupano piu' di rendersi conto della realizzazione di un sogno accarezzato a lungo... che di seguire le fasi del gioco. Il Pescara marca nei primi minuti una certa prevalenza territoriale approfittando del fatto che i comaschi non intendono forzare. Sono tuttavia questi che al 12' aprono la marcatura facendo fruttare la loro prima incursione in area bianco azzurra. L'azione viene impostata sulla destra da Gandini e continuata da Bellini: L'ala traversa di precisione e Marra, appostato al centro dell'area di rigore, riprende al volo e batte Landucci con tiro secco e imparabile. I locali riprendono l'iniziativa e al 18' sfiorano il pareggio con il centravanti Traini con tiri ben dosati di cui uno colpisce in pieno la traversa e l'altra sfiora il palo. Il pareggio è nell'aria e non tarda ad arrivare. Lo realizza lo stesso Traini, il piu' pericoloso degli attaccanti locali che viene a trovarsi a tu per tu con Panizzolo e non perdona. I tifosi pescaresi salutano l'avvenimento con sparo di mortaretti in segno di buon auspicio: si tratta infatti della prima rete messa a segno allo stadio Adriatico dalla squadra che vi si cimenterà chissà per quanti anni. Il Pescara continua poi ad avere dei momenti di gran gioco al punto di porre sovente in difficoltà i piu' quotati lombardi, anzichè sfigurare nei loro confronti. Assai applaudito al 35' un tiro al volo di Tontodonati su cross di Traini che sfiora il montante. Successivamente è la volta di Marra a mancare di un soffio il bersaglio con tiro radente sferrato dal limite dell'area dopo una lunga fuga solitaria. Quindi Landucci deve tuffarsi sui piedi di Grilli per sventare un pericolo. Allo scadere del tempo Fantoni fallisce una occasione assai favorevole per riportare i suoi in vantaggio. Anche nella ripresa il Pescar, malgrado si sia presentato con una formazione rinnovata per gli 8/11 esordisce portandosi in area opposta, ma non ottiene altro che un tiro alto di Palestini. Gli azzurri rispondono con una manovra piu' limpida e filtrante in virtu' dlla quale già al 5' passano nuovamente a condurre. Autore dello stupendo gol è Baldini, preparatori Palazzoli Bettini e Gritti: quest'ultimo allunga indietro all'occorrente Baldini la cui stoccata si infila in rete senza che Di Censo possa neppure abbozzare l'intervento. Piu' tardi il portiere pescarese allontana un'altra minaccia tuffandosi sui piedi di Bellini. I biancoazzurri, comunque, non disarmano ancora e al 18' intessono una ben congegnata azione da cui scaturisce un forte tiro di Lecis (passaggio di Traini) che si stampa sulla traversa. Sul rimbalzo Zamperlini non è lesto ad intervenire e l'occasione per ristabilire la parità sfuma. Seguono fasi alterne con tiri imprecisi, un salvataggio di Mungo e una applaudita deviazione in angolo di Panizzolo su tentativo di Palestini V. Ed è proprio su corner che verso la fine il Como aumenta il bottino per merito di Bettini. Alfono Di Russo
Il Corriere dello Sport del 1955
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Inserita il: 30/12/2014
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